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0 | |||
1 | |||
Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Piazza Grande | ||
Piazza DELLA VITTORIA | |||
2 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Della Zecca | ||
Via DELLA ZECCA | |||
3 | |||
Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Degli Zoccoli | ||
Via PARATICI | |||
4 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
San Savino | ||
Piazza CAVAGNERIA | |||
5 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dell' Angelo | ||
Via B. GATTI | |||
6 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dell'Uomo Armato | ||
Via CARDINAL RIBOLDI | |||
7 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Atrio di S. Siro | ||
Piazza DEL DUOMO | |||
8 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Del Campanile | ||
Via OMODEO | |||
9 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
San Giuseppe | ||
Via BOSSOLARO | |||
10 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Delle Beccherie | ||
Via BECCARIA | |||
11 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
La Torre del Vescovo | ||
Via MENOCCHIO - da piazza del Duomo a via FranK | |||
12 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Del Monastero | ||
Via PARODI - da via Menocchio a corso Cavour | |||
13 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Del Paradiso | ||
Via PARODI - da via Menocchio a via Teodolinda | |||
14 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Monte Oliveto | ||
Via FRANK - da via Menocchio a corso Cavour | |||
15 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
San Pancrazio | ||
Via FRANK - da via Menocchio a piazza XXIV Maggio | |||
16 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Via di "Pret" | ||
Via MENOCCHIO - da via FranK a via Pusterla | |||
17 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Della Pusterla | ||
Via PUSTERLA |
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18 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dei Molini | ||
Via DEI MOLINI | |||
19 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Sant'Elena | ||
Via B. DA FELTRE - da via R. Adelaide a corso Cavour | |||
20 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
S. Giorgio | ||
Via B. DA FELTRE - da via R. Adelaide a viale Oberdan | |||
21 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dei Bagni | ||
Via SANT'AGATA | |||
22 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Sant'Eufemia | ||
Via P. AZZARIO | |||
23 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dei Belcredi | ||
Via TEODOLINDA | |||
24 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Piazza Re Pertarito (o Bertarido) | ||
Piazza XXIV MAGGIO | |||
25 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dei Moroni | ||
Via ROTARI | |||
26 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Sant'Agata | ||
Via CARDANO - da via Frank a via Cossa | |||
27 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
S. Maria della Candelora | ||
Via COSSA - da via Cardano a via Teodolinda | |||
28 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Santa Corona | ||
Via COSSA - da via Cardano a piazza S. Teodoro | |||
29 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Degli Orfani | ||
Via CARDANO - da via Cossa a via Rezia | |||
30 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Santa Onorata | ||
Via DEI LIGURI | |||
31 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
San Maiolo | ||
Via REZIA - da via Cardano a via Cardinal Riboldi | |||
32 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Del Crocefisso | ||
Via CARDANO - da via Rezia a Strada Nuova | |||
33 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
S. Maria Bergonzi | ||
Via REZIA - da via Cardano a via Maffi / Cav. S. Giuliani | |||
34 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
San Teodoro | ||
Via CARDINAL MAFFI | |||
35 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
S. Agnese | ||
Via PESSANI | |||
36 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
Dei Muli | ||
Via PORTA PERTUSI | |||
37 |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
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38 | |||
Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
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Vecchia Contrada: Attuale posizione: |
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450 | |||
450 |
Via Pessani è il caratteristico vicoletto che da via Maffi, dietro l'abside di S. Teodoro, in ripida discesa, a gradoni, termina in via Porta Pertusi.
Si tratta di uno dei più romantici e suggestivi scorci che l'architettura della vecchia Pavia ci può offrire.
Sull'angolo via Pessani - Via Maffi è visibile un mozzicone di torre medioevale ben restaurata.
La via era la contrada di "Sant'Agnese" in onore alla Santa alla quale, inizialmente, era dedicata S. Teodoro.
Secondo Mons. Gianani in questa zona si insediò il primo nucleo di abitanti della Ticinum Romana.
Si denominava contrada di "S. Teodoro" proprio perché inizia dietro l'abside di S. Teodoro e scende fino a Strada Nuova.
Il tratto di via Maffi dalla Basilica a via dei Liguri è ancora architettonicamente molto bello; sull'angolo con via Pessani vediamo una bella Torre restaurata con finestre in cotto del '400 ed altri resti antichi.
L'ultima parte della via fino a strada Nuova è totalmente rifatta.
Questo tratto di via Rezia comprendeva due contrade: da via Cardano a Via Maffi era contrada di "S.Maria Cappella", dalla chiesa parrocchiale che vi si trovava all'inizio e di cui fu parroco anche Opicino De Canistris. Collegato alla chiesa c'era il monastero dei monaci Cruciferi. Da via Maffi alle mura in riva al Ticino era contrada di "S. Maria Bergonzi", da una chiesetta fatta forse erigere dalla nobile Famiglia Bergonzi.
Il popolo
la chiamava "Contrada dei Muli", ma non si conosce la ragione di questo nome.
II tratto di via Cardano da via Rezia a Strada Nuova era la contrada "del Crocefisso" perché, in questo tratto di via, esisteva, vicino alla scomparsa chiesa parrocchiale di S. Maria Cappella, un oratorio intitolato al Crocefisso, di cui è ancora visibile la struttura. Prima di Strada Nuova, sulla destra troviamo i palazzi Beccaria e Scarenzio, due grandi edifici in mattoni a vista dove si trovano gli scaloni settecenteschi tra i più belli di Pavia. Sulla sinistra è presente uno slargo che era detto di San Marziano per la presenza dell'omonima chiesa.
Via Rezia era praticamente divisa in tre parti: da via Rboldi a via Cardano, da via Cardano a via Maffi e per ultimo da via Maffi alle mura in riva al Ticino.
Il primo tratto era Contrada di
S. Maiolo, e prendeva il nome dall'abate cui un giudice pavese aveva affidato, nel
980-990 una chiesa con annesso monastero da lui fondati nel 967. Nel 1596 fu
abbattuta la primitiva chiesa romanica e ne fu costruita una nuova di cui
vediamo ancora il chiostro del XVI secolo, ora sede dell'archivio di stato.
Via dei
Liguri, da piazza del Duomo a via Cardano, era abitata da molti Ebrei ed era
denominata contrada di "Rovelecca'.'
Su questo nome si sono fatte molte ipotesi ma, non essendoci documenti, esso
rimane sempre un mistero. Nel medioevo, quando vi risiedevano gli Ebrei, gli
ingressi a questo quartiere, alla sera, venivano sbarrati con catene.
Il tratto
da via Cardano a Via Maffi era detto contrada di "S. Onorata" da una chiesa
fatta costruire dalla famiglia Torti.
Via Cardano, da Via Cossa a Via Rezia era la contrada "degli Orfani" perché nel Monastero di S. Maiolo, ora sede dell'Archivio di Stato, furono ospitati per un breve periodo gli orfanelli della Colombina, in attesa di essere riuniti in S. Felice.
Di fronte
all'ingresso dell'Archivio di Stato c'è uno slargo che un tempo era chiamato
"piazzetta di
S. Maria De Torti", dal nome della chiesetta che l'antica famiglia
pavese " De Torti " vi aveva fatto costruire.
Sulla piazzetta che praticamente divide via Cossa nei due tratti, il settentrionale e il meridionale verso S. Teodoro, troviamo una bella casa del '700 sul cui lato di via Cardano, da recenti restauri, sono stati messi in luce dei resti in cotto del 300 e 400.
Filippo Cossa era un ricco mercante pavese che attraverso una finestra della sua casa in
fondo alla via, verso S. Teodoro, distribuiva gratuitamente i medicinali ai
poveri.
Questa farmacia era conosciuta come Santa Corona e diede il nome alla contrada.
Un tempo denominata Contrada e piazzetta di S. Maria in Candelora, era animata dal passaggio degli abitanti della zona di Calcinara che si recavano a fare la spesa in piazza Grande quando ancora vi si trovava il mercato. Salendo verso via Teodolinda, sulla destra, circa a metà percorso, Opicino De Canistris segnala la presenza della chiesa di S. Giorgio in Fenarolo, della quale non si hanno tracce.
L'ultimo
palazzo
a destra,
sempre salendo verso via Teodolinda, era la residenza dei Parroci del Duomo e
disponeva di un bel giardino.
Il tratto di via Cardano da via Frank a via Cossa era la contrada di "S. Agata" perché iniziava da Piazza XXIV Maggio dove si trovavano la Chiesa ed il Monastero di S. Agata. In questo tratto, nel lato a settentrione è visibile l'ala sud del palazzo Belcredi, sapientemente e perfettamente restaurato, mentre, sul lato a mezzogiorno si apre uno slargo, a suo tempo chiamato "D'la Fasa" (La Fascia dei neonati), perché, sul muro della casa d'angolo di Sud-Ovest era affrescata una finestra con le imposte socchiuse da cui pendeva una fascia di neonato,
Via Rotari dei Longobardi parte da piazza XXIV Maggio e, in ripida discesa, raggiunge via Porta Calcinara nel punto in cui, nelle mura antiche c'era la Porta Pertusi.
Il lato occidentale è costituito dalle mura del vecchio monastero di S. Agata, attuale Casa di Cura Morelli e nel tratto finale, incrociando via S. Margherita, ci trviamo nel punto ove, Re Pertarito riuscì a calarsi dalle alte mura, aiutato dal fidato scudiero Unulfo, per sfuggire a Grimoaldo. Un tempo era chiamata la contrada "dei Moroni".
Un tempo la piazzetta era intitolata a S. Agata, poi dal 1874 venne denominata piazza Re Pertarito. Qui sorgevano una chiesa ed un monastero intitolati a S. Agata e fatti erigere dal re longobardo Pertarito o Bertarido nel punto in cui il Re, per fuggire da Pavia,. si calò dal muro di cinta per raggiungere il Ticino e mettersi in salvo ad Asti.
I locali
dell'ex monastero furono la prima sede del Pio
albergo Pertusati e nel 1815 vi furono creati i primi bagni pubblici. Oggi la
piazza è intitolata XXIV Maggio.
È intitolata alla regina Longobarda che, nel 603, fece battezzare con rito cattolico il proprio figlio provocando la conversione al cattolicesimo del popolo Longobardo. La via anticamente aveva due denominazioni: da piazza Duomo a Via Cossa era Contrada della Biscia, perché costringeva i passanti a zigzagare a causa di due palazzi che sporgevano in modo asimmetrico; da Via Cossa a Via Frank era Contrada Belcredi, perché vi si trovavano i palazzi di proprietà dei Belcredi.
Non era
tra le vie più eleganti di Pavia, infatti vi si trovavano molte stalle per il
ricovero dei cavalli che trainavano i
"brum", i mezzi di trasporto pubblico di
un tempo.
Era la contrada di
S. Eufemia (dall'omonima chiesetta cha si trovava circa a
metà via, sul lato sud. Oggi possiamo vedere sulla facciata della casa al n. 5
un bell'arco romanico e i resti di una finestra del '400. Nell'ultimo tratto
della via, sul lato nord, è visibile l'antico muro di cinta dell'ortaglia del
monastero di Teodote, ora Seminario Vescovile.
Bello l'ultimo tratto verso viale Oberdan, che fiancheggia un tratto delle antiche mura cittadine.
Via Sant'Agata, nel passato era la strada, in difficoltosa salita, che congiungeva il monastero omonimo con via dei Molini.
Dopo l'abbandono da parte dei religiosi, il convento fu utilizzato quale ricovero temporaneo per malati indigenti e anziani bisognosi e più recentemente come casa di cura privata. Fra i due utilizzi nella struttura sono stati attivati i bagni pubblici, da cui il nome della contrada.
La
roggia Carona, con percorso sotterraneo passava per piazza Botta e per via Muto
dell'accia al Collo per arrivare in via dei Molini. Opicino de Canistris dice
che nel 1330 in questa via erano funzionanti undici mulini a due e più ruote
che, oltre alla macina dei cereali, servivano fabbriche di tessuti e di carta.
Ora i mulini non ci sono più, restano però, lungo il lato orientale, da via
Montesanto a Via B. da Feltre, quei bei muri medioevali che le conferiscono un
tocco di antichità tutta particolare.
Caratteristica via che da Corso Cavour scende verso il Ticino seguendo
l'andamento della seconda cinta di mura nella quale fu compresa, quando la città
venne allargata tra l' 874 ed il 911.
Prima di essere intitolata al Beato
Bernardino da Feltre, a cui si deve la
fondazione del Monte di Pietà, era chiamata contrada di "Sant'Elena",
dall'omonimo monastero che si trovava sulla destra, all'inizio, entrando da
Corso Cavour. La chiesa annessa al convento si trovava su una piazzetta.
E' una delle poche contrade ad avere mantenuto la primitiva denominazione che deriva da una piccola porta che si trovava nelle grandi mura di cinta della prima cerchia, nei pressi di Porta Marica.
La "Pusterla" si apriva sulla parte sud, cioè verso la zona che scendeva quasi a precipizio verso il Ticino.
Di antico
restano due case di impianto quattrocentesco e in una di esse possiamo vedere il
bel cortile con portico a colonne e soffitto a cassettoni.
Il tratto occidentale di via Menocchio era chiamato "La stra di pret", chiaro riferimento alla concentrazione di istituzioni religiose: il Seminario, il Vescovado e le numerose chiese.
La prima in fronte a via Pusterla era la chiesa di S. Maria Teodote, scendendo verso il Duomo, sulla destra la chiesa di S. Bartolomeo in Strada, con annesso Monastero, e fatta erigere dalla famiglia Strada.
Sul lato
opposto, in corrispondenza di uno slargo stradale, la chiesa di S. Tecla.
Si tratta del tratto in forte pendenza che inizia all'altezza di via Regina Adelaide e termina in viale Oberdan.
All'inizio, sul lato orientale troviamo la chiesetta di S. Giorgio in monte Falcone che da il nome all'intera contrada. E quasi obbligo, a questo punto, dedicare uno sguardo al palazzo Aschieri, in via Regina Adelaide.
Quasi tutta via Bernardino da Feltre è fiancheggiata sul lato orientale da case d'impianto cinquecentesco e all'arrivo in v.le Oberdan, incontra i resti delle antiche mura.
Da via Menocchio a Piazza XXIV Maggio correva la contrada di "S. Pancrazio", dal nome di una chiesetta romanica esistita nell'area. Il grande palazzo, con ampio piazzale, sull'angolo con via Menocchio era il complesso del monastero di S. Bartolomeo in Strada. L'alto muro che accompagna la via sino a via Azzario è la cinta del Seminario.
Sul lato orientale, da Via Teodolinda a Via Cardano, troviamo il palazzo Belcredi, uno dei palazzi medioevali più belli non solo di Pavia, ma della Lombardia.
Il tratto di via Parodi da via Menocchio a Corso Cavour, era detto contrada "del Monastero", perché vi si trovava l'ingresso principale del monastero del Senatore che occupava l'isolato compreso fra via Parodi - via Menocchio - via Bossolaro - il tratto di Corso Cavour e la zona a nord del corso fino a S. Giovanni Domnarum.
L'area del monastero incorporava pure il grande palazzo Bottigella la cui torre è ancora visibile.
Monastero
e chiesa erano intitolati alla Madonna e a
S. Aureliano.
Da piazza del Duomo a via Parodi, il lato a settentrione della strada era interamente impegnato dal Monastero del Senatore. Attualmente l'intero complesso si è ridotto notevolmente, tuttavia il fronte su via Menocchio è invariato ed ospita le Suore Canossiane.
Sull'angolo con via Parodi, dove oggi si trova la libreria delle Paoline, si
ergeva la torre del Vescovo, ovvero la torre del monastero di S. Maria Vetere o
delle Stuoie, che occupava tutta l'area dell'attuale Vescovado e che diede nome
alla contrada.
II tratto settentrionale della via, da corso Cavour a via Menocchio, era contrada di "Monte Oliveto".
Vi si trovava infatti un monastero di monache Vallombrosane, forse dipendente dal monastero del S. Sepolcro. Mentre, in zona Porta Borgoratto, si trovava la chiesetta di Santa Maria in Monte Oliveto.
Oggi, tale tratto di via Frank, mentre sul lato occidentale è parzialmente impegnato dal palazzo Bottigella, nelle altre parti risulta densamente abitato da professionisti legati al vicino Tribunale.
Via
Parodi, da Via Menocchio a via Teodolinda era detta contrada "Del Paradiso". Il
perché di questa denominazione non si conosce con esattezza, forse fu per il
fatto che nella zona si trovavano quattro grandi monasteri con le loro chiese e
con splendidi giardini.
Sul lato occidentale della via troviamo il
palazzo Folperti del XIII sec, del
quale dopo recenti restauri sono stati messi in luce bellissimi resti, come un
portale in cotto e finestroni del '400. Nel secondo cortile sono visibili resti
della chiesa di S. Pancrazio.
La via
inizia da piazza Grande e termina nella via Bossolaro, il più acceso oppositore
della potente famiglia Beccaria. I Beccaria si adoperavano per far cadere Pavia
in mano ai Visconti di Milano, ma frate Bossolaro incitava il popolo pavese a
difendere il Comune, tanto che nel 1356 una sommossa popolare distrusse il
palazzo dei Beccaria. Questa via fu detta contrada "delle Beccherie" perché,
dopo la distruzione del Palazzo Beccaria, si insediò la Corporazione dei Beccai
per un controllo della vendita di carne.
Il fianco sinistro di via Bossolaro, da piazza del Duomo a corso Cavour, era occupato dal monastero del Senatore e dove fu poi attivato un cinema, si trovava la chiesa dello stesso monastero.
Nella parte più settentrionale, a destra, è visibile il palazzo Beccaria, mentre al centro, sempre a destra, c'è presente la chiesa di S. Giuseppe, utilizzata a fini commerciali. Inizialmente era intitolata ai SS. Cosma e Damiano e, dopo parecchie distruzioni e ricostruzioni, venne restaurata definitivamente nel XVII sec.
Unisce piazza del Duomo con piazza della Vittoria e la sua antica denominazione era contrada "del Campanile" perché la grande Torre Civica, che si trovava all'inizio occidentale della via, avendo funzioni anche religiose, era ritenuta Campanile del Duomo.
Alcuni
anni fa furono abbattuti i negozi che si trovavano a ridosso del Duomo, mettendo
in luce i resti della basilica di S. Stefano.
L'aspetto di questa via è stato completamente stravolto dal
crollo della Torre
Civica avvenuto venerdì 17 marzo 1989.
Piazza del Duomo era denominata soltanto la parte nord, e precisamente dalla statua del Regisole a Via Menocchio. In quest'area si trovava la basilica di S. Stefano che aveva l'ingresso di fianco alla Torre Civica, mentre a sud era denominata "Atrio di S. Siro" e vi si affacciava la chiesa, utilizzata in inverno, di S. Maria del Popolo, o Maggiore, dove era conservata l'urna con i resti di S. Siro.
Alla
costruzione dell'attuale Duomo, iniziata alla fine del Quattrocento, partecipò,
quale consulente, Leonardo da Vinci.
L'attuale via Cardinal Riboldi ebbe due denominazioni: anticamente era contrada "del Regisole" poi divenne contrada "dell'Uomo Armato", forse perché il popolo vedeva nella statua del Regisole, che si trovava all'inizio della via, un guerriero armato. Inizialmente era intitolata a B. Gatti e comprendeva anche la contrada "dell'Angelo" che terminava in Strada Nuova.
Dal 1932 da piazza Duomo a Via Rezia venne intitolata al Vescovo che fece erigere la grande cupola e costruire la facciata del Duomo.
Fino al 1932 via Gatti si estendeva da Piazza Duomo sino a Strada Nuova. Per esigenze urbanistiche e toponomastiche la vecchia via è stata scomposta in due tronconi con al centro piazza Cavagneria.
Un tempo era chiamata la contrada "dell'Angelo" perché sulla casa d'angolo con corso Strada Nuova è infisso nel muro un Angelo in marmo che, secondo tradizione, con l'intercessione di San Sebastiano allontanò da Pavia una epidemia di peste. Al riguardo esiste una leggenda.
II nome,
di origine dialettale, deriva dal fatto che qui erano concentrati gli artigiani
ed i negozi dei canestrai. Anticamente si chiamava piazza S. Savino da una
chiesetta fatta erigere dal Vescovo di Pavia al tempo dei Longobardi, forse nel
722.
E' ancora un angolo caratteristico della vecchia Pavia con il lato sud a
porticato ed a nord lo sperone della parte più antica del Broletto.
Nel
tratto iniziale di via Paratici, nella seconda metà del secolo scorso, era
attivo un piccolo mercato del pesce fresco.
Da sempre
cuore di Pavia, Piazza della Vittoria è stata la piazza del mercato e
storicamente "Piazza Grande". Su di essa si affacciavano, e alcuni si affacciano
ancora oggi, importanti esempi della storia architettonica e culturale pavese.
Il
Broletto, il più antico della Lombardia, eretto dal vescovo
San Damiano
come residenza dei Vescovi di Pavia per poi diventare la sede comunale, il
Palazzo Diversi e le chiese di
S. Maria Gualtieri e di
S. Nicolò della Moneta.
Paratici erano chiamate le Corporazioni di Arti e Mestieri che ebbero la loro massima importanza nei sec. XIV e XV e che con il regime feudale fecero parte anche del governo della città. A Pavia ce ne furono fino a venticinque, ma il Paratico più importante fu il Collegio dei Mercanti. Questa via per secoli fu Contrada S. Lucia da una chiesetta che doveva trovarsi in luogo, poi ufficialmente fu detta "contrada degli zoccoli ("stréta di suclé") perché vi si trovavano numerosi fabbricanti di zoccoli.
Pertusi, significa "pertugio", piccola apertura.
All'inizio della via troviamo una bellissima casa medioevale con voltone e
dopo, sul lato sud, la Casa del Popolo, uno dei primi esempi di
casa popolare. La casa più bella di questa via è senza dubbio la "Domus Magna"
degli
Eustachi, fatta costruire, forse, nella prima metà del XV sec. da Pasino
degli Eustachi, capitano della flotta ducale Viscontea.
Da Porta Pertusi iniziava la Processione delle "Crocette", un rito che
ricordava l'ubicazione delle antiche porte cittadine.
Breve tratto di strada che da piazza Grande
scende in corso Strada Nuova fiancheggiando il lato nord dell'antica chiesa di
S. Nicolò della Moneta.
La denominazione della via e della chiesa stanno ad indicare che in questa zona
si trovava la zecca pavese.
In effetti nel periodo dei Liberi Comuni era
consuetudine, soprattutto per quelli importanti, coniare una moneta
personalizzata, riconosciuta nell'ambito comunale e spesso anche dai comuni
limitrofi.
Co
La città entro le mura è stata divisa in quattro quadranti.
Nella Pagina corrente è rappresentato il quadrante Sud-Ovest: in pratica il territorio urbano delimitato da:
Strada Nuova a est,
Corso Cavour a nord,
Viale Libertà a ovest
Il fiume Ticino a sud.
La selezione della Contrada può essere effettuata dalla cartina topografica con i numeri di riferimento oppure dagli elenchi visibili selezionandone il tipo con le indicazioni sopra riportate.
In alcune descrizioni è selezionabile un argomento o un particolare che permette di accedere a specifici dettagli sullo stesso.