SAN FELICE
Tratto da: guida di Pavia F.
Fagnani
Chiese di Pavia (sconsacrate, entro le vecchie mura)
Sappiamo da Paolo Diacono che il re Liutprando eresse accanto alla sua residenza privata una chiesa dedicata al Salvatore.
Più tardi, la chiesa fu intitolata a San Felice, dopo che nella chiesa fu posta la reliquia di questo Santo.
La chiesa è un edificio assai importante del secolo VIII, di tipo ancora ravennate per il ritmo delle arcate cieche sul fianco sud e sui resti dell’abside destra. L’interno, già a tre navate, fu rimaneggiato e ridotto a una sola navata nel secolo XV e piu tardi nel secolo XVI.
I restauri del 1935-36 hanno posto in luce gli avanzi delle transenne marmoree che suddividevano la chiesa in due parti.
Interessante, soprattutto per la pianta assai complessa, la cripta dei secoli IX-X con tracce di affreschi, e tre arche marmoree di stile bizantino, del sec. XII, contenenti reliquie di Santi.
L’interno della chiesa conserva alcune tele di notevole interesse, fra cui due dipinti del Magatti provenienti dalla soppressa chiesa della Colombina. La tela di Sebastiano Ricci rappresentante S. Giorgio è oggi nella parrocchiale di Villanterio.
Il monastero attiguo alla chiesa, detto della Regina, fu fondato molto probabilmente dalla regina Ansa, consorte di re Desiderio (756-774).
Soggetto al patronato regio, il monastero fu concesso da Ludovico II alla figlia Gisla co diploma dell’851.
Nell’899 apparteneva alla regina Angilberga e, più tardi, alla casa di Sassonia. Rifatto nel secolo XIV, il monastero fu ricostruito nel 1500, dall’Amadeo o da un suo seguace, per ordine dell’abbadessa Andriola de Barrachis.
Un capitello dell’ala occidentale del chiostro reca l’iscrizione: “ D. Andriola de Barrachis fecit fieri 1500”.
Di grande eleganza, il chiostro è notevole per le colonne e i capitelli intagliati, le decorazioni in terracotta degli archi e i tondi fra le arcate, che contenevano in affresco immagini di Santi.
Nel refettorio, si conservano affreschi quattrocenteschi opera sempre dell’abbadessa Andriola de Barrachis.
Il monastero, per tanti anni sede dell’Orfanotrofio, fu rifatto esternamente alla fine de secolo XVIII, in stile neoclassico, su progetto del marchese Malaspina.
Attualmente ospita la facoltà di Economia e Commercio dell'
Università.
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La chiesa, attualmente utilizzata quale sala lettura.