Uno degli aspetti essenziali della città di Ticinum era rappresentato certamente dal suo rapporto con il fiume.
La destinazione fluviale doveva riguardare naturalmente ed essenzialmente la parte inferiore della città, per lo più al di fuori del perimetro romano, con la presenza di attrezzature e installazioni portuali e magazzini interessanti una fascia a monte e soprattutto a valle del ponte che si ritiene sia stato costruito all'epoca di Augusto. ( 63 a.C., Roma - 14 d.C, Nola)
Spingerci più oltre sarebbe precipitare dal piano delle ipotesi assai verisimili a quello della fantasia. Più fortunati siamo circa il ponte sul Ticino con la testimonianza di Opinino de Canistris:
'Sul Ticino è un ponte lungo circa mezzo stadio, coperto quasi per metà, con muri e aperture dall'uno e dall'altro lato e verso il suburbio una porta a doppio battente. E vi è sopra la chiesa di S. Saturnino. Questo ponte ha anche piloni in pietre e massi e archi in parte lapidei, poggianti con blocchi di pietra nell'acqua. La città stessa ha talvolta più a valle un altro ponte tutto in legno, con una grande porta con doppio battente all'entrata in città, per cui questo si chiama Ponte Vecchio, quello Ponte Nuovo'.
La fonte archeologica non è del tutto assente al riguardo.
Il rudere di un pilone antico sottostante l'arco tra le pile quinta e sesta del Ponte Vecchio medioevale (a partire dalla città e calcolando anche pile ed archi interrati col tempo), era ben noto a Pavia almeno dall'ultimo decennio del secolo scorso.
Rispetto all'attuale Ponte Coperto si trova a oltre venti metri a monte: le apparizioni si sono fatte di recente assai frequenti. (foto a lato)
Il rudere sporge dal letto del fiume su tre filari di grandi pietroni squadrati terminanti contro corrente con un possente sperone triangolare.
L'unico blocco superstite nel senso della larghezza misura cm. 225 circa ed è utilmente indicativo della larghezza media della pila.
La connessione tra i blocchi è suggerita dagli incavi accurati per le grappe metalliche e per i perni in ferro, «affogati» entro piombo, che la garantivano sia orizzontalmente che verticalmente.
Durante la grande magra del luglio 1976 e da allora ripetutamente è affiorato, a ridosso della riva sinistra, il rudere di un secondo pilone, che si mostra irregolarmente inclinato verso il fiume.
La superficie, che per il livello non conviene con nessuno dei tre filari della pila «centrale», presenta a monte un unico blocco a foggia di sperone triangolare seguito da una successione di blocchi allungati in senso trasversale.
(foto a sinistra)
Se ne possono contare almeno otto, differenti per stato di conservazione e per misura e composti da più pietroni della cui connessione rimangono segni evidenti negli incavi per le grappe e per i perni. All'altezza del sesto blocco la larghezza della pila è valutabile in cm. 285.
Oggi è parzialmente sepolto da un cumulo di
terra, su cui corre una stradina lungo la riva sinistra del Ticino.
A partire dal marzo 1981 è apparso il rudere di un terzo pilone fra quello
centrale e la riva destra.
Il ponte, forse uno dei due stabili sul Ticino dall'uscita dal lago Maggiore alla confluenza nel Po, sopportava un traffico commerciale di eccezionale volume ed era considerato altresì di strategica importanza per la quotidiana attività della città.
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Nel 1351 fu costruito sui ruderi del ponte romano un nuovo ponte, su progetto di Giovanni da Ferrera e di Jacopo da Cozzo. Il ponte, completato nel 1354, era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle due estremità, che servivano per la difesa; l'aspetto di questo ponte, anche se con sole sei arcate, è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani all'interno della chiesa di San Teodoro.
Durante la costruzione delle mura spagnole, nel XVII secolo, la prima arcata e mezza verso la città e la prima arcata dal lato del borgo furono comprese nei bastioni e, quindi, chiuse.
Successivamente furono aggiunti un portale di ingresso dalla parte del Borgo Ticino, una cappella al centro del ponte in onore di San Giovanni Nepomuceno e infine anche un portale di ingresso dalla parte del centro storico, eretto dall'Amati nel 1822.
Nel
Palazzo Mezzabarba,
la sede del Comune di Pavia, salone ufficio anagrafe, è presente un modello
in legno del ponte trecentesco, realizzato nel 1938.
L'oro nella sabbia del Ticino - Leggenda Pavese - |
IL VECCHIO PONTE ROMANICO
Tratto da: Storia di Pavia e altro
Pavia e dintorni - Arte e Architettura nascosta