Piazza San Pietro in Ciel d'Oro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Chiese in Pavia

SAN PIETRO IN CIEL D'ORO                                       Tratto da:  Wikipedia - l'enciclopedia libera

Chiese di Pavia (aperte al Culto, entro le vecchie mura)

Le origini della chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro sono da ricercarsi all'inizio del VI secolo, tuttavia la costruzione moderna risale al 1132.

La facciata, la cupola e il pavimento a mosaico sono simili a San Michele Maggiore, senza però le caratteristiche sculture.

San Pietro in Ciel d'Oro, che insieme a San Michele è la più spaziosa tra le basiliche romaniche pavesi, si distingue comunque dall'altra costruzione per l'uso intensivo del cotto in luogo dell'arenaria e per la facciata visibilmente asimmetrica.

La facciata presenta inoltre un solo portale mentre all'interno si differenzia da San Michele per l'assenza dei matronei e per il transetto più corto, non sporgente dalla pianta rettangolare del tempio.

L'esterno è decorato con piastrelle di maiolica.

All'interno, murata nell'ultimo pilastro della navata destra, si trova la tomba del re longobardo Liutprando (m. 744), le cui ossa furono ritrovate nel 1896.

Nella chiesa sono anche conservate le reliquie di Sant'Agostino, portate a Pavia da Liutprando dalla Sardegna. Le reliquie del Santo sono conservate nella famosa Arca di Sant'Agostino, la cui mole marmorea è visibile sull'altar maggiore.

L'Arca fu realizzata dai Maestri Campionesi nel 1362 ed è ornata da almeno 150 tra statue e bassorilievi.

La chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, che, nel X canto del Paradiso (nella Divina Commedia), riporta questi versi:

" Lo corpo ond'ella fu cacciata, giace

giuso in Ciel d'Auro; ed essa da martirio

e da esilio venne a questa pace ".

ci si riferisce all'anima di Severino Boezio, un Romano consigliere del re ostrogoto Teodorico, fatto da questi giustiziare per questioni religiose.

Anche il corpo di Severino Boezio è conservato infatti nella Basilica, e precisamente nella cripta.

E' importante ricordare la visita effettuata dal Pontefice Benedetto XVI a Pavia e in particolare alla basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro, Domenica 22 Aprile 2007 e in occasione della quale il Santo Padre ha voluto stigmatizzare l'importanza di S. Agostino per la formazione e la crescita della Chiesa Cattolica.

 

 

San Pietro in Ciel d'Oro   (dal sito Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro - Pavia)

La Cripta di San Pietro in Ciel d'Oro  -  Video Fotografico 

 

ISTITUZIONI STORICHE

Monastero benedettino maschile di S. Pietro in Ciel d'Oro

L'abbazia benedettina di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia viene fondata da re Liutprando nella prima metà del VIII secolo. Il monastero risulta esente dall'autorità episcopale e amministra la cura d'anime. Nei secoli centrali del medioevo (IX-XII) il monastero riceve numerose donazioni imperiali e diplomi di immunità e conferma dei propri beni da parte degli imperatori Ugo, Ottone I, Ottone II, Ottone III, Enrico II, Corrado II, Enrico III, Enrico V, Federico I.

Nel diploma imperiale di Federico I del 11 febbraio 1159 il monastero risulta possedere terre intorno a Pavia; vari porti sul Ticino; beni e diritti signorili su Lardirago, Villanterio, Pavone, Casei Gerola e Voghera; Fombio, Brembio, Secugnago, Bertonico, San Martino in Strada e Salerano (LO); terre e chiese in Val Trebbia, Monferrato, Firenze, Val Camonica, Val d'Ossola, Bellinzona e in varie località delle diocesi di Milano, Parma, Novara, Como, Vercelli, Torino, Asti, Alba e Ivrea.

Nei secoli XII-XIII, attraverso permute dei beni più lontani da Pavia con terreni posti nel distretto comunale pavese, le proprietà terriere del monastero risultano concentrate presso le località di Santa Sofia, Carbonara Ticino, Zeccone, Giussago, Miradolo Terme, Bereguardo, Sartirana, Casei Gerola, Alpepiana in val Trebbia, e le località di Lardirago e Villanterio, sulle quali il monastero deteneva diritti signorili e di banno.

Nel 1221 a causa dell'assassinio dell'abate perpetrato dagli stessi monaci il monastero di San Pietro in Ciel d'Oro viene soppresso e l'edificio concesso ai canonici regolari lateranensi.

La canonica regolari lateranensi di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia viene istituita nel 1221 presso il soppresso monastero benedettino.

Con bolla di Giovanni XXII del 20 gennaio 1327, si concede ai frati eremitani di edificare un convento presso la chiesa di S. Pietro in Ciel d'Oro, già officiata dai canonici regolari lateranensi, coi quali si aprono contenziosi e dispute prolungatesi sino alla soppressione.

Nei XIII-XIV le proprietà terriere della canonica risultano concentrate presso le località di Santa Sofia, Carbonara Ticino, Zeccone, Giussago, Miradolo Terme, Bereguardo, Sartirana, Casei Gerola, Alpepiana in val Trebbia, e le località di Lardirago e Villanterio, sulle quali il monastero deteneva diritti signorili e di banno. Dal 1465 il titolo abbaziale è dato in commenda.

Nel 1780 il convento conta sette frati e sette conversi. La canonica di San Pietro in Ciel d'Oro fu soppressa il giorno 10 dicembre 1781 in esecuzione del regio dispaccio 6 settembre 1781.

Il convento viene soppresso nel 1785.

Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/

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La chiesa di S.Pietro in Ciel d'Oro è elencata nell' "Anonimo Ticinese", Cap. IV°  " Chiese coi loro Corpi Santi, entro le terze mura" di Opicino de Canistris  (10° ref.), aggiungendo la seguentenota:

"... ingrandita e dotata da Liutprando re de' Longobardi. Vi riposa il corpo di S. Agostino vescovo d'Ippona, dottore preclarissimo, che operò in quel luogo molti prodigi. Sonvi di più i corpi de' SS. MM. Lusorio, Cisello, Camerino, Marco e Robustiano, con quello del B. Appiano vescovo e confessore, trasportati di Sardegna col corpo di S. Agostino, dal suddetto Re che ivi pure riposa, trasferitovi per l' abate Ulrico, da S. Adriano.

Ancora v'è il corpo di Severino Boezio, filosofo, uomo di Dio, il quale esule da Roma scrisse in Pavia il libro della consolazione della filosofia, di sua propria mano, libro conservatosi fin quasi a' nostri giorni.

In questa stessa città morì Severino Boezio trucidato, come appare ne' seguenti versi scolpiti sulla sua tomba :

 

In questo breve sarcofago giace Boezio

Grand'uomo e degno d'encomii per ógni rapporto.


Termina così l'elogio :


II quale calunniato all'iniquo re Teodorico
Esulò vecchio a Pavia
Dove alleviatasi la mestizia collo scrivere il suo trattato

Morì di spada.

 

Di lui narrasi che decapitato portasse colle mani il suo proprio capo dal luogo del supplizio fino alla suddetta chiesa. La quale fu dedicata da Papa Innocenzo II, con l'attigua cappella di S. Michele. Fu già monastero di Neri, e venne designata per gli Eremiti. Monastero de' Canonici Regolari esente."

Dal Commentario dell'Anonimo Ticinese tradotto da P. Terenzio (1864). 

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