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Tuttavia organizzò immediatamente una battuta di caccia fuori città e ordinò alla Regina Ermelinda di prendervi parte.

Nottetempo, tuttavia, Cuniperto rientrò segretamente a Pavia, dove si congiunse amorevolmente con Teodote.

In seguito Cuniperto collocò Teodote in un monastero pavese che prese nome da lei, si trattava del monastero detto di Santa Maria Teodote.

Tornando alle lastre, nel 1791 vennero murate dal canonico Giuseppe Bertolasio a sinistra della Porta Civile, in pratica l’accesso al monastero riservata ai civili; soppresso il Monastero e passato al sig. Gaetano Vitali, questi nel 1832 la vendette al Marchese Luigi Malaspina; nel 1896 fu donata dall'Amministrazione Provinciale al Museo.

Le lastre sono in marmo cipollino della val di Susa, e ambedue sono incomplete avendo, la prima, la fascia di contorno, nel lato verticale a sinistra, tagliata, e la seconda, ambedue i bordi laterali tagliati.

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Le due lastre con i pavoni e con i draghi che provengono dal Monastero di S. Maria della Pusterla (attuale Seminario Vescovile), risalenti alla prima metà dell'VIII secolo e conservati presso i Musei civici di Pavia, sono una delle più alte testimonianze della scultura longobarda nel periodo di massima fioritura dell'arte longobarda, la Rinascenza liutprandea.

Si tratta delle due lastre del sarcofago di Teodote.

Ma chi era Teodote? Fanciulla di nobilissima famiglia romana, cioè bizantina, fu notata dalla moglie di Cuniperto, la regina Ermelinda, ai bagni.

Si trattava delle terme volute dal vescovo Damiano e che attestavano lo stile di vita "alla bizantina" della capitale del regno longobardo a fine VII secolo.

La bellezza di Teodote, elegante e ornata da lunghissimi capelli biondi, fu segnalata a Cuniperto dalla stessa regina.

Il sovrano, aveva lasciato intendere di non essere interessato alla fanciulla....

IL SARCOFAGO DI TEODOTE