Bartolomeo Camillo Emilio Golgi nacque il 7 luglio 1843 a Corteno, in alta Val Camonica, dove il padre Alessandro, di origini pavesi, appena laureato, si era trasferito come medico condotto. Qui frequentò le scuole primarie e rimase per circa quindici anni. Nello stesso periodo studiò anche a Edolo e poi a Lovere, dove frequentò il ginnasio in collegio presso l'allora Convitto Municipale. Seguendo le orme paterne si iscrisse alla facoltà di medicina della Università di Pavia, laureandosi nel 1865 con una tesi "Sull'eziologia delle malattie mentali", discussa con Cesare Lombroso, entrò nel laboratorio istologico fondato da Paolo Mantegazza e diretto da Giulio Bizzozero, che fu suo maestro di ricerca. Per l'urgenza di trovare un lavoro sicuro e pressato dal padre, Golgi decise di partecipare al concorso per un posto di primario chirurgo presso le Pie Case degli Incurabili di Abbiategrasso. Golgi vinse il concorso e, grazie all’articolo 86 del regolamento interno, gli venne riconosciuto come merito speciale dei sanitari il potersi occupare degli studi anatomo-psicologici. Camillo Golgi Come laboratorio usò una piccola cucina rudimentale, con un microscopio e pochi strumenti. Proprio durante il periodo di Abbiategrasso si contraddistinse per la grande attività di ricerca e in questo senso fu essenziale la sua amicizia con Giulio Bizzozero, che lo aiutò a mantenere vivo l'interesse per l’istologia e la vicinanza all’università. In quella cucina allestì un laboratorio di istologia in cui, nel 1873, ideò la rivoluzionaria "Reazione Nera" (Metodo di Golgi). Questo metodo permetteva di colorare selettivamente le cellule nervose e la loro struttura organizzata. La sua scoperta fu conosciuta e apprezzata nella dovuta misura solo molti anni più tardi, soprattutto per merito del suo principale mentore, il patriarca della biologia ottocentesca Rudolph Albert von Kölliker. Trasferitosi a Pavia, ottenne le cattedre ordinarie di Istologia e Patologia generale, indi fu nominato rettore dell'Università, incarico che ricoprì a più riprese. Nella sua lunga e indefessa vita di ricercatore fece anche altre importanti scoperte. Ad esempio nel campo della malariologia, dove studiò e chiarì le fasi di sviluppo e riproduzione del Plasmodium malariae, formulando la "Legge di Golgi", che consentì di trattare e guarire gli infetti al momento giusto con il chinino. Studiò e descrisse poi la precisa anatomia e la funzione delle terminazione nervose dei tendini, dette corpuscoli del Golgi e compì importanti studi sui reni, la corea di Huntington, i bulbi olfattori, ecc.
Nel 1877 sposò Evangelina Aletti, di tredici anni più giovane, nipote di Giulio Bizzozero. Il viaggio di nozze fu compiuto a Córteno, l'amato paese natale tra le Alpi di Lombardia, per il quale Golgi serberà sempre grande affetto e si prodigherà per aiutare in mille modi. I due coniugi, che abitarono in Corso Vittorio Emanuele 77 (ora Strada Nuova), non ebbero figlioli. L'abitazione della famiglia Golgi in Strada Nuova.
Camillo Golgi si dedicò anche alla politica: fu nominato Senatore del Regno d’Italia dal Re medesimo, interessandosi anche dell’amministrazione pubblica cittadina, ricoprendo, tra le altre, la carica di assessore all'igiene nel comune di Pavia. Fu anche lungamente membro, e poi presidente, del Consiglio Superiore di Sanità. Propose la costruzione del nuovo Policlinico San Matteo e lottò strenuamente perché l'ateneo pavese mantenesse ed accrescesse il suo secolare prestigio. Più precisamente, il 4 novembre 1893 Golgi tenne la relazione ufficiale per la solenne inaugurazione dell'anno accademico 1893-1894, essendo divenuto nuovamente rettore dell'università. Aderì alla lista dell'Unione Liberale Monarchica, ovvero la lista clerico-moderata sostenuta dal giornale 'Il Ticino'. Così Roberto Rampoldi, esponente politico di spicco della sinistra radicale, divenne suo diretto antagonista nella lista democratica. Le elezioni furono vinte dallo schieramento di Golgi, che divenne così consigliere comunale. Ciò rappresentò un importante risultato, in quanto da quella posizione lo scienziato poteva far valere meglio la sua influenza nell'indirizzare l'attenzione dell'amministrazione municipale verso i progetti di rinnovamento dell'università di Pavia. Il febbrile impegno di Golgi per l'accrescimento del prestigio accademico pavese si manifestò in modo evidente quando la centralità lombarda dell'ateneo fu minacciata dalla nascita di un nuovo polo universitario a Milano. Il 2 marzo del 1893 era scomparso l'ingegnere Siro Valerio, che aveva lasciato il suo patrimonio al comune di Milano affinché costituisse un fondo per l'università per lo studio delle Scienze. Questo progetto fu immediatamente avviato dal ginecologo dell'Ospedale Maggiore di Milano, Luigi Mangiagalli, fatto che suscitò la reazione negativa dell'ambiente universitario pavese per timore di un suo progressivo indebolimento. La statua di Camillo Golgi nel cortile delle statue dell'Ateneo Pavese
Golgi aveva allora 53 anni e avrebbe potuto accontentarsi di dirigere gli studi degli allievi, ma in lui era troppo forte la passione per l'attività di laboratorio fatta in prima persona.
La sala Golgi del Museo dell'Università
Così nel 1898 riprese l'attività di ricerca. Più precisamente riprese, sempre con il metodo elaborato 25 anni prima, gli studi sulla cellula. Questi lo portarono alla scoperta dell'Apparato Reticolare Interno, poi e per sempre chiamato apparato o complesso di Golgi, uno dei componenti fondamentali della cellula, cinquanta anni prima dell'invenzione del microscopio elettronico, che la confermerà in pieno. Secondo alcuni tale scoperta, da sola, sarebbe stata degna di un Premio Nobel. Il Premio Nobel per la Medicina (precisamente "Medicina o Fisiologia") arrivò nel 1906 ex aequo con Santiago Ramón y Cajal, per gli studi sulla istologia del sistema nervoso: Golgi per la messa a punto della Reazione Nera, Cajal per le scoperte compiute grazie alla colorazione di Golgi. Con il Nobel, Golgi raggiunse il massimo della fama internazionale, tuttavia la sua attività di ricerca non cessò. Inoltre, durante la prima guerra mondiale diresse l'Ospedale Militare organizzato nell'antico Almo Collegio Borromeo di Pavia e promosse il trattamento riabilitativo dei feriti di guerra, creando un centro per la riabilitazione delle lesioni al sistema nervoso periferico. Dopo il conflitto continuò la sua attività di ricerca in laboratorio, pubblicando lavori scientifici fino al 1923. Anche nell'ultimo periodo della sua vita Golgi cercò di arginare gli eventuali danni che sarebbero derivati dalla nascita e sviluppo dell'ateneo milanese.
Non si diede per vinto e ignorando il declino delle sue condizioni fisiche decise all'inizio di dicembre del 1924 di recarsi a Roma per sostenere la nascita del nuovo ospedale San Matteo. Infine, il 21 gennaio del 1926 le sue condizioni fisiche divennero critiche e la morte lo colse a Pavia, città in cui è sepolto insieme alla moglie, accanto alle tombe di Bartolomeo Panizza, suo professore, e Adelchi Negri, suo brillante allievo. La tomba dei coniugi Golgi
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Università di Pavia - Sito ufficiale Un curioso aneddoto raccontato da Augusto Vivanti - |
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