Papa Pio V (Antonio Michele Ghislieri), nella sua strenua difesa della Fede, non paventava solo i pericoli esterni, che potevano venire dall'impero ottomano o, per altro verso, dalla Riforma protestante, ma anche i pericoli interni al mondo cattolico, derivanti dall'indebolimento dell'afflato religioso e dalla caduta della tensione morale, nella gente comune e tra i clerici.

Da qui dunque il progetto del Papa (eletto nel gennaio 1566) di un collegio che portasse il nome della sua famiglia; sede ideale, per la sua antica e rinomata università, era Pavia, dove il Papa era stato inquisitore e (presso il convento domenicano di S. Tommaso) lettore di filosofia e teologia; inoltre Pavia non era lontana dal territorio alessandrino di Bosco (Marengo) da cui il Papa proveniva ed i cui giovani avrebbero avuto un accesso privilegiato al collegio.

Nasce così già nel 1567, il Collegio Ghislieri di Pavia, il cui progetto educativo, nei confronti dei giovani di ingegno ma di non agiate condizioni economiche, ben si riassume nella affermazione contenuta nella bolla di fondazione, per cui sapientia cum probitate morum coniuncta humanae mentis perfectio (est).

Nel 1569 il Papa assicura la autonomia finanziaria (fino ai giorni nostri) della neonata istituzione trasferendole un intero feudo appartenente alla Abbazia di S. Pietro in Ciel d'Oro: centinaia di ettari di terra fertilissima dominati dall' imponente castello di Lardirago, che il Collegio ancor oggi possiede e che sta anzi trasformando in un Centro per attività culturali.

Aperto dapprima ai soli chierici, il Collegio acquistò carattere laico a partire dalla metà del Settecento, quando venne meno ogni dipendenza dalla Curia romana ed il Patronato sull'ente venne assunto direttamente dalla monarchia austriaca, allora regnante in Lombardia.

Con l'arrivo delle armate napoleoniche ci fu dapprima un cambiamento di denominazione, ma in seguito, dopo una visita (nel 1805) dello stesso Napoleone, il novello "Collegio Nazionale" fu trasformato in una scuola militare, destinata a durare soltanto una decina di anni: ritornati gli austriaci riprende a vivere l' "Imperial Regio Collegio Ghislieri di Pavia".

Solo dopo l'unità d' Italia, attenuatosi il rigore proprio degli ordinamenti disciplinari asburgici, il Collegio incominciò ad assumere il suo aspetto odierno, come istituzione organizzata secondo un principio di autonomia, ispirata al principio della libertà della cultura, aperta ai giovani di tutte le classi sociali, senza alcun vincolo ideologico.

Coinvolta in questi mutamenti fu anche la figura del Rettore del Collegio, che cessò di essere un ecclesiatico, e fu scelto piuttosto tra docenti universitari, anche per sottolineare il legame che il Collegio vuole avere con l'Ateneo pavese.

Ha giovato inoltre al senso di identità e di continuità del Collegio il fatto che questa nomina avvenisse spesso (e sempre negli ultimi ottanta anni) tra ex-alunni del Collegio.

Il Papa fondatore, di carattere severo ed ascetico, aveva voluto per il suo collegio una costruzione funzionale ma non fastosa. Il progetto fu affidato ad uno dei più celebri architetti dell'epoca, Pellegrino Pellegrini, che interpretò molto bene questa impostazione ideale del committente realizzando un edificio su tre pianic on spazi interni funzionali alla vita comunitaria che vi si svolge.

Suoi elementi centrali sono il suggestivo quadriportico del piano terreno ed il grande corridoio del primo piano (su cui si aprono le camere degli alunni, illuminato da due grandi logge (chiuse con vetrate dalla fine dell'Ottocento).

Verso la metà del Settecento l'edificio venne notevolmente ampliato con l'aggiunta di una nuova ala verso Sud, mediante la trasformazione di un fabbricato preesistente. Due secoli dopo, nel 1936, tale ala venne meglio raccordata con la parte monumentale del Collegio con un'ala più piccola, all'interno della quale fu poi realizzata, nell' ultimo dopoguerra, l'Aula Goldoniana, destinata a conferenze e convegni.

Su di un'area attigua sorgono le palazzine della sezione femminile, in parte di nuova costruzione, ed in parte frutto della ristrutturazione di edifici preesistenti. Molto interessante è anche la cappella (terminata nei primi anni del Seicento, con l'intervento di un altro progettista, Alessandro Mollo) il cui spazio interno trova sviluppo nella cupola ad otto spicchi con lanterna.

Accanto, affacciato sulla piazza che dal Ghislieri prende il nome, un elegante edificio neoclassico su due piani, costruito durante il periodo napoleonico per dotare di aule la Scuola Militare, è oggi sede della Amministrazione del Collegio.
 

 

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