Le Macchiette di Pavia e dintorni
Tratto da "Care Macchiette Pavesi" di P. Marabelli e "Giuàn al màt" di A. Faravelli
Rarità caratteristica del secolo scorso, questa macchietta pavese era chiamato dal popolo "al nunei ad Strà Noeva", perché il suo ambiente preferito era il Ponte Coperto e le sue immediate vicinanze.
Qui egli si
dilettava a strimpellare il suo mandolino, ad eseguire grotteschi balletti e
fughe curiosissime.
Così un poeta vernacolare:
«Viva Nonu, al bel
Nunei
màraviglia da Strà Noeva
gratator d'armandulèi
filarmonich a la proeva».
La sua balbuzie, unitamente alla sua statura di pigmeo, creava un ridicolo
spettacolo ai Pavesi.
Tanta fu la sua popolarità che venne considerato come una mascotte e raffigurato più volte in ritagliature di legno o di cartone, o in statuette di terracotta o, addirittura, ritratto, dal nostro pittore Ezechiele Acerbi, in cornice ad una veduta di Pavia.
È tradizione che il Prof. Bartolomeo Panizza e poi il Prof. anatomista Giacomo Sangalli l'avessero adocchiato come esemplare per il Museo di Anatomia Patologica. Di qui la reazione del "nonu" che fuggiva tremebondo, ogni qualvolta gli si gridava: «Nonu, arriva Sangall!».
Il suo scheletro alto cm. 95 è tuttora conservato nel Museo dell’Università.
Per la storia si
chiamava Cella Luigi e morì a 66 anni nel 1872
Nanu dal Pont