La trachite euganea si estrae dalle colline che costituiscono il complesso dei Colli Euganei nella provincia di Padova ed è legata alla storia architettonica ed urbanistica della nostra città.



Ticinum, l’attuale Pavia, sorta al centro della pianura Padana lungo il fiume omonimo, entrò nella sfera d’influenza romana dal II sec. a.C. e divenne comune in età cesariana.

La città, che era sede di un collegio per marinai, era inserita ancora nel V sec. nella rete di comunicazione fluviale incentrata sul Po e ancor oggi conserva un impianto urbano ben leggibile grazie alla rete fognaria romana ottimamente conservata.

La trachite euganea venne adottata a Pavia per realizzare i basolati stradali urbani, certamente per il fatto della sua particolare resistenza, mentre, probabilmente per ragioni estetiche, la piazza forense fu pavimentata con lastre in Rosso veronese.

 

Significativo è menzionare l'esempio del tratto viario individuato in viale Vittorio Emanuele, nella periferia occidentale della città antica fino a quel momento non segnalata in contesti romani della città.

Nel tempo sono stati individuati altri tratti viari lastricati in trachite per esempio quelli pertinenti al decumano massimo, gli attuali Corso Cavour e Mazzini, per poi essere trasferiti e ricostruiti nel cortile del Castello Visconteo.

 

Anche un tratto di via Omodeo, durante i lavori di riassetto stradale dopo il crollo della torre civica, ha mostrato il lastricato romano di trachite euganea. (◄vedi foto a lato)

 

Le pavimentazioni stradali sono state inquadrate nell’ambito del I sec. d.C., ma la trachite potrebbe essere stata importata a Pavia già in precedenza, in quanto messa in opera nelle pile del ponte sul Ticino, che, menzionato da Procopio, si ritiene edificato entro l’età augustea, in pratica a cavallo della nascita di Cristo.

Le tre pile ancora oggi visibili a monte dell’attuale Ponte Coperto, dotate di rostri a diedro acuto, si costituiscono di tre assise in conci trachitici squadrati, alti tra i 50 e i 66 cm e aventi spigoli di base oscillanti tra i 46 e i 60 cm; grappe di ferro connesse mediante piombo assicuravano un posizionamento ottimale dei blocchi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA TRACHITE EUGANEA A PAVIA       da note di Arturo Zara - Università di Padova

CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI

 

2 dei tre ruderi del ponte romano a monte dell'attuale ponte coperto


In occasione della costruzione del nuovo ponte, alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, vennero identificati blocchi di trachite non solo messi in opera nelle pile del ponte medievale, ma anche nella sistemazione dell’alveo del Ticino, evidenza che, seppur di incerta datazione, potrebbe far ritenere che la trachite fosse sfruttata a Pavia in età romana anche per rinforzare le sponde del fiume, come frequentemente osservato nei corsi d’acqua di ambito veneto.

Uno studio di carattere petrografico ha appurato che almeno due blocchi, rinvenuti entrambi nell’area orientale della vecchia Pavia, fra Corso Garibaldi e via Alboino erano in trachite euganea e appartenevano probabilmente ai monumenti funerari di personaggi dell’epoca romana.

Sebbene si tratti di due soli rinvenimenti, appare probabile che non solo gli altri conci costituenti gli alzati di entrambi i monumenti fossero in trachite, ma che anche in ulteriori contesti strutturali di carattere funerario o onorario risalenti alla prima e alla media età imperiale il materiale lapideo euganeo fosse utilizzato per necessità monumentali.