GAETANO FRASCHINI  -  Tenore pavese                                                       Da: cagi46 e fonti varie

Personaggi della musica

Pavia e dintorni - Personaggi della musica

 

 

 

Per i pavesi Fraschini è il nome dello splendido teatro che, da quasi 250 anni, rappresenta una delle opere architettoniche di maggior pregio della nostra città.

Ma chi era Fraschini, di nome Gaetano?

A questa domanda solo i concittadini appassionati di lirica saprebbero dare una risposta più completa di un semplice: "Era un bravo tenore pavese!"

Ma quando visse e come e per cosa divenne famoso?

A queste domande è doveroso dare delle precise risposte per rendere il giusto merito ad una delle più belle voci tenorili della lirica nazionale.

 

Il teatro Fraschini di Pavia

 

Gaetano Fraschini nacque a Pavia il 16 febbraio 1816 da Domenico Fraschini e Grazia Cremaschi, nella giurisdizione parrocchiale dei Santi Primo e Feliciano.

Non era certo di famiglia facoltosa, aveva un fratello maggiore, Pietro, ma i genitori vollero dargli una educazione più che dignitosa, intesero aprirgli nella vita una strada sicura ancorata ad un mestiere onorevole: ed infatti il nostro futuro artista studiò sino al primo corso del liceo.

Dalla madre, donna molto religiosa, apprese a frequentare la chiesa e fu appunto in questo ambiente mistico che il canonico Moretti, maestro di musica della Cattedrale, intuì le doti canore del ragazzo e lo indusse a diventare allievo della sua scuola di “canto figurato”.

 

Fraschini si applicò con passione allo studio e dopo pochi anni, nel giorno di Pasqua del 1837, si presentò per la prima volta in qualità di musico di cappella del nostro Duomo, ed in questa esibizione impressionò favorevolmente per le qualità della sua voce.

Questo successo iniziale ebbe come conseguenza un invito da parte degli studenti del Collegio Ghislieri, i quali, dovendosi celebrare la ricorrenza di San Pio, protettore del Collegio, chiamarono il giovane cantante a prendere parte ad alcune esecuzioni musicali in programma per l'occasione.

Gaetano Fraschini accettò con grande entusiasmo, ottenne un calorosissimo successo personale, e da allora incominciò ad unirsi con sincera amicizia a molti studenti del Collegio: e questi divennero ardenti sostenitori del tenore.

Nello stesso anno l'impresa del Teatro del Nobile Condominio (l'attuale teatro Fraschini) lo scritturò per la parte di Hervey (tenore comprimario), nella "Anna Balena" di Donizetti.

Possiamo, quindi, affermare che Donizetti, fu il padrino del nostro cantante il quale, dopo la chiusura del teatro e la sua riapertura nel 1838, vi ritornò per cantare, come secondo tenore nel rossiniano "Otello" e nell' "Esule di Roma" di Donizzetti.

 

A queste opere aggiungeremo, ancora di Donizetti, la "Gemma di Vergy" e di Mercadante la "Gabriella di Vergy": insomma l'artista si stava introducendo nell'ambiente lirico cittadino che riconosceva in lui serietà di studi, volontà di riuscita, dignità d'uomo e di cittadino e di patriota.

Ed a proposito di questo ultimo attributo è giusto ricordare la parte da lui avuta nei moti risorgimentali della nostra città quale sostenitore delle manifestazioni patriottiche.

In seguito ai consensi pavesi ottenuti fu scritturato dai maggiori teatri italiani: nel 1838-39 si produsse a Lodi, Piacenza, Vicenza, Venezia, Torino e interpretò a Bergamo il ruolo di Rodrigo nell'"Otello" di G. Rossini, quindi nel 1840 ottenne la sua prima scrittura al teatro alla Scala di Milano cantando il 29 marzo nel "Marin Faliero" di Donizetti e il 28 aprile ne "Gli avventurieri" di G. Cordella.

 

Il successo scaligero fu l'inizio d'una luminosa carriera, che lo portò dapprima a Napoli, dove iniziò una lunga collaborazione con il teatro S. Carlo; il 4 agosto 1840 esordì nella donizettiana "Lucia di Lammermoor".

Lo splendido organo vocale e la forte personalità artistica destarono l'interesse di molti compositori, che lo vollero interprete delle loro opere; sempre a Napoli, dopo essere apparso nel Il bravo di Mercadante, fu Faone nella Saffo di G. Pacini, ruolo creato appositamente per lui.

La successiva stagione teatrale 1841-42 lo vide nell'opera di G. Verdi "Oberto conte di San Bonifacio", ove interpretò la parte di Riccardo accanto ad A. Marini (Leonora) e a F. Colini (Oberto).

La sua collaborazione con il teatro S. Carlo proseguì con l'opera "Ulrico di Oxford" di P. Torregiani, rappresentata il 18 ottobre 1841, quindi esordì nella donizettiana "Lucia di Lammermoor" e, a conclusione della stagione 1841-42, interpretò "Il gioiello" di G. Lillo nel ruolo di Osvaldo, accanto a C. Cruitz (Sofia), ormai sua collaudatissima partner.

 

Riconfermato annualmente al S. Carlo dal 1842 al 1848, vi interpretò numerosi ruoli; dopo essere apparso in "Norma" di V. Bellini nel novembre 1843, insieme con S. Loewe (Margherita) e C. Cruitz (Elvira), cantò in Adolfo di Warbel di Pacini, che per lui compose il ruolo di Ettore ne La fidanzata corsa, andata in scena il 10 dicembre dello stesso anno. Tenore prediletto da Donizetti, interpretò nella stessa stagione Torquato Tasso e Adelia.

Nella stagione 1846-47 interpretò "La regina di Cipro" di Pacini, insieme con E. Frezzolini; fu poi la volta de "Gli Orazi e i Curiazi" di Mercadante e di "Eleonora Dori" di Battista, anche quest'ultima eseguita in prima assoluta.

Rilevante fu la presenza di Fraschini anche al teatro Argentina di Roma, dove il 26 dicembre 1848 con "Lucia di Lammermoor" di Donizetti aprì la stagione lirica.

Il 27 genn. 1849 fu Arrigo nell'opera "La battaglia di Legnano" di Verdi, che per l'occasione collaborò personalmente alle prove dello spettacolo. Nella stagione 1849-50 fu anche al teatro Regio di Torino e, dopo essersi esibito in altri teatri della penisola, nel 1853 tornò a Napoli per aprire la stagione lirica al teatro S. Carlo con l'opera "Il trovatore" di Verdi, rappresentata in prima assoluta.

Continuò anche in seguito a sperimentare nuove opere e nuovi ruoli: interpretò prima "Romilda di Provenza" di Pacini, quindi, in prima assoluta, "Mario Visconti" di E. Petrella, dove fu Ottorino, insieme con R. Penco (Bice) e con A. Borghi Mamo (Tramacoldo).

Il 6 aprile 1856 venne chiamato ancora una volta per l'apertura della stagione all'Argentina con !I vespri siciliani" di Verdi, mai rappresentati a Roma, opera che andò in scena con il titolo "Giovanna de Guzman" per ragioni di censura.

 

L'opera, diretta da E. Terziani e con una compagnia di canto, di cui facevano parte T. De Giuli Borsi e il Coletti, fu per Fraschini un trionfo che si ripeté pochi giorni dopo, con il "Marin Faliero" di Donizetti, seguito da "La Traviata" di Verdi, presentata con il titolo de "La Violetta", accanto alla De Giuli Borsi e a Coletti.

Tornò a inaugurare la stagione 1857-58 al teatro S. Carlo con opere di Verdi ("Rigoletto", "I vespri siciliani", "I due Foscari", "Luisa Miller" e "Ernani"), quindi creò il ruolo di Gabriele Adorno nel "Simon Boccanegra" di Verdi, dato in prima assoluta al teatro S. Carlo nella stagione 1858-59.

Anche sul piano internazionale cantò Verdi: al Her Majesty's Theatre nel 1847 dove recitò nella prima londinese de "I due Foscari"; nel 1863 a Madrid, cantò "La forza del destino"; e l'anno seguente al Théâtre Italien a Parigi dove apparve sia ne "La traviata" che nel "Rigoletto".

 

La sua carriera proseguì nei maggiori teatri italiani. La sua ultima trionfale apparizione ebbe luogo al teatro Eretenio di Vicenza, ove nel 1869 apparve nel "Don Carlos" di Verdi accanto a T. Stolz, sotto la direzione di A. Mariani.

Nel 1873 decise di abbandonare le scene.

Artista versatile, oltre ad essere impareggiabile interprete sul palcoscenico, fu anche applaudito in occasione di numerosi concerti.

Dotato di una voce dal timbro chiaro e robusto, con una estensione straordinaria, tanto da poter affrontare i ruoli più disparati, poderosa di volume e coadiuvata da una tecnica sicura e fiati eccezionali, fu interprete prediletto da Donizetti e seppe conquistarsi la simpatia e la stima di Verdi che gli affidò l'interpretazione di molti suoi personaggi e creò per lui ruoli in "Attila" (Venezia, 1846), "Il corsaro" (Trieste, 1848), "La battaglia di Legnano" (Roma, 1849), "Un ballo in maschera" (Roma, 1859).

Considerato erede diretto di G. Donzelli per il maestoso e possente stile di fraseggio, la declamazione chiara e incisiva, possedeva tuttavia un più vigoroso timbro tenorile e una più ampia estensione.

 

Gaetano Fraschini morì a Napoli il 23 maggio 1887.
 

(testo: Alberto Mirarchi e  M. Carletti, Enciclopedia Treccani)

 

 

La nascita documentata  -  L'atto di nascita e battesimo del tenore pavese

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