Ad incontrare i figli di Giuliano Ravizza, nel loro storico Atelier, si prova una sensazione straordinaria: sono passati cento anni da quando il nonno Gilio iniziava ad usare ago e filo e pur essendo la moda variata più volte nel tempo, oggi il nome Ravizza, attraverso “Annabella “ è sempre il nome più affermato nel mondo della pellicceria.
Sicuramente l’artefice di tanto successo è stato Giuliano Ravizza che, laureatosi a pieni voti in medicina, dopo solo 5 anni lascia il camice da medico e indossa le vesti del moderno manager, proseguendo e sviluppando l’attività del papà Gilio.
Il Dottor Giuliano Ravizza
La storia dei Ravizza parte da ancor più lontano, il bisnonno Luigi, era un “brümista”, in pratica conducente di una carrozza per servizio pubblico, trainata da un cavallo (chiamata dai pavesi "brüm") e con parcheggio di sosta in Corso Strada Nuova, in fronte all’Università.
La carrozza
per servizio pubblico
E’ nel 1920 che Gilio, figlio di Luigi, dopo anni di apprendistato a Milano presso le migliori sartorie del tempo, (Caraceni, Tosi, Prandoni), decide di aprire una propria attività a Pavia.
Gilio non ha potuto studiare ma l'aver frequentato personalità della cultura e dello spettacolo, ne hanno fatto un uomo particolarmente brillante oltre che un sarto di fama.
Il suo ottimismo e la sua intraprendenza fanno il resto.
Innamoratosi di Maria, il passo successivo è quello di ''metter su casa". Un lungo sodalizio il loro da cui nascono Carla e Giuliano. Con Giuliano instaurerà un rapporto che supererà il semplice vincolo di sangue.
Gilio Ravizza
e la moglie Maria
Nel 1953, di Gilio Ravizza, a Pavia, si contano cinque negozi di abbigliamento per la confezione di abiti su misura: "Annabella" , "Ravizza", "Casanova", "II Duomo" e "La Tex".
Vi collabora il figlio Giuliano, dividendosi tra la sua professione di medico e la passione per il mondo della moda.
Giuliano e il papà Gilio
La svolta avviene nel 1965: la morte di Gilio Ravizza impone una decisione esistenziale e Giuliano sceglie la moda, punta su Annabella, chiude gli altri negozi e, nel giro di pochi anni, la trasforma da boutique femminile in pellicceria.
Con una felice intuizione fa entrare la pelliccia nel mondo del prét-à-porter: non più un lusso per pochi, ma un capo da indossare subito, come un irrefrenabile colpo di fulmine.
La popolarità di Annabella dilaga.
Con Annabella la pelliccia diviene il prét a porter dell'alta moda.
Il successo è sbalorditivo. In Italia non era mai successo prima di confezionare capi di pellicceria senza prima averli venduti.
Di pazzia in pazzia, come venne considerata l'impresa di Giuliano Ravizza, la mente del "dottore" partorisce un'altra geniale idea: quella di pubblicare sulle pagine dei giornali i prezzi delle sue pellicce.
Per la prima volta la donna può riflettere sulle sue possibilità economiche, mettere in atto piccole strategie di risparmio e permettersi così la tanto sospirata pelliccia.
Da quella semplice intuizione si apre la strada alla pubblicità e alle promozioni. Giuliano si era già mostrato particolarmente sensibile ai moderni strumenti di marketing e comunicazione.
A Pavia arrivano clienti dalle maggiori città italiane e diventa "capitale della pelliccia"; negli anni Settanta, la televisione, con la nascita delle antenne private, imprime una nuova accelerazione al marchio che diventa un punto di riferimento nel settore, pur mantenendo la propria sede unica a Pavia.
Celeberrimi gli spot voluti da Giuliano Ravizza con la regia di Franco Zeffìrelli e Jerry Hall nonché quello con Alain Delon ed una giovanissima Monica Bellucci; le sfilate al Teatro alla Scala di Milano nonché le sue partecipazioni con sfilate ai Festival di San Remo.
Sin dagli inizi Giuliano Ravizza si avvale della collaborazione pubblicitaria di Mike Bongiorno; nasce una solida amicizia che porta Annabella ad essere sponsor dei programmi più fortunati di Mike. La “Pellicceria Annabella” diventa uno dei pochissimi nomi che, nel mondo intero, si collegano e ricordano Pavia.
Proseguendo la tradizione familiare, quale pavese innamorato della sua Pavia, Giuliano Ravizza è presente in modo rilevante anche nella vita sportiva della città, sia nel calcio, sia e soprattutto nella pallacanestro, raggiungendo importanti traguardi a livello nazionale. Il suo nome e quello di Annabella raggiungono altissimi livelli di notorietà.
Giuliano e Gilio Ravizza allo stadio Comunale
Nel 1981, esattamente il 24 settembre, Giuliano Ravizza viene rapito sottocasa. Un sequestro di persona che durerà tre mesi ad opera dell' 'ndrangheta calabrese. Dopo il pagamento di un ingente riscatto, Giuliano Ravizza viene liberato il giorno di Natale e può finalmente riabbracciare i suoi tre figli Simonetta, Ruggero e Riccardo e la moglie Antonietta.
Un'esperienza, quella del sequestro di persona, che lo segnerà per tutta la vita; scriverà un libro su questa esperienza ("Dentro una Vita" edito da Rusconi il cui ricavato andrà in beneficenza per i figli dei carcerati.)
Nel 1990, si ammala di tumore al polmone; lotta strenuamente contro la malattia ma dopo due anni, il 9 ottobre 1992, a soli 66 anni, Giuliano Ravizza lascia la moglie, i figli ed un'azienda a cui aveva dedicato tutta la propria vita.
Anche la sua città natale, Pavia, a cui era legatissimo, si sente orfana di questo grande personaggio.
Dopo solo un mese dalla sua scomparsa infatti il Comune gli dedica l'intitolazione del Palazzo dello Sport (Palaravizza) a ricordare il proprio cittadino benemerito.
Da allora i capitoli successivi della "Annabella Story" sono stati firmati dai tre figli, l’equipe Ravizza che, sicuramente animati dal vivo ricordo del papà, ne tengono in vita il luminoso ricordo.
Simonetta, Riccardo, Ruggero e Giuliano Ravizza: una continuità garantita.
Giuliano Ravizza, galleria fotografica dei suoi incontri. Giuliano Ravizza, video fotografico dei suoi incontri. Gli hanno dedicato Annabella, la sua Creatura |
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