Vincenzo Foppa, nato Bagnolo Mella, in provincia di Brescia nel 1427 circa, è stato un pittore italiano, tra i principali animatori del Rinascimento lombardo prima dell'arrivo di Leonardo da Vinci a Milano. Pur essendo di origini Bresciane, la sua lunga permanenza a Pavia lo inserisce fra i personaggi pavesi dell'arte. La formazione di Vincenzo Foppa dovette essere essenzialmente legata al mondo cortese, ben vivo nella prima metà del XV secolo in tutta la Lombardia. Le influenze sulle prime opere, come accadde anche nel caso di altri pittori lombardi, furono peraltro molteplici, dai toscani (Donatello, Paolo Uccello, Filippo Lippi) filtrati attraverso la mediazione della scena artistica padovana, in particolare da Mantegna, alla cultura veneta, provenzale e fiamminga, oltre naturalmente al mondo fiabesco del gotico internazionale che aveva in Milano e nella Lombardia intera uno dei centri più significativi d'Italia. Le prime opere conosciute del Foppa sono un San Bernardino e la Crocifissione e già in queste avviene il sorpasso della rigida geometria prospettica di matrice toscana in favore di una maggiore attenzione alla resa della luce, con l'accendersi di improvvise fosforescenze che toccano architetture e rocce.
Tra il 1455 e il 1456, dopo essere passato forse per Mantova, Foppa si stabilì con la famiglia a Pavia, nel Ducato di Milano, allora soggetto alla signoria degli Sforza. L'affresco, ora quasi illeggibile, della Madonna dell'oratorio di San Giacomo della Cerreta (immagine a lato) presenta un contrasto tra il lume autentico, che investe da destra l'immagine con l'ombra vera proiettata sulla sinistra, e i volumi prestabiliti, ancora bloccati da un'illuminazione convenzionale. Nelle prime opere si nota una predilezione per le forme scolpite con la forza di altorilievo, che andò progressivamente attenuandosi sulla scorta di nuovi influssi. Due capolavori di questa fase sono la Madonna che abbraccia il bambino e la Madonna del Libro, entrambe nella Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
A Pavia, città di cui acquistò la cittadinanza nel 1468, collaborò con Zanetto Bugatto e Bonifacio Bembo alla decorazione della grandiosa Ancona delle Reliquie per il Castello su incarico del nuovo duca Galeazzo Maria Sforza, opera andata poi distrutta. Pochi anni più tardi, coordinando il lavoro dei suoi collaboratori pavesi, decorò mirabilmente la cappella oratoria, dedicata a Sant'Agostino, nell'omonima del collegio fondato nel 1429 ed attuale sede del Collegio Castiglioni - Brugnatelli.
Durante la sua permanenza pavese, Vincenzo Foppa decorò la quarta colonna di destra della Chiesa del Carmine. Si tratta di una Crocifissione con a lato una Madonna addolorata e all’altro lato San Giovanni, unico degli Apostoli che seguì il Maestro sino alla sua fine. (immagine a lato) Dopo la piccola Madonna della collezione Contini-Bonacossi di Firenze, riconducibile al polittico bergamasco, il Foppa si impegnò nella ricerca di una spazialità più rigorosa e di una più sottile vibrazione chiaroscurale alla corte ducale. La vicinanza a Bramante appare palese negli affreschi provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Brera, oggi alla Pinacoteca di Brera, con la Madonna del Tappeto e il San Sebastiano (1468 circa).
Legato in questi anni agli ambienti più progrediti del Ducato, il Foppa s'impegnò, negli anni 1480 - 1484, in un'opera insolita, la cosiddetta Pala Bottigella attualmente nella Pinacoteca Malaspina di Pavia. (immagine sottostante)
Di tale opera è interessante esaminarne alcuni dettagli. La pala, dipinto a tempera su tavola, venne commissionata da Giovanni Matteo Bottigella e destinata nella cappella di famiglia presso la chiesa di San Tommaso a Pavia. Nell'altare della cappella si trovava conservata una reliquia della beata Sibillina Biscossi, oggetto ai suoi tempi di grande venerazione. La pala ha come soggetto una sacra conversazione, con al centro la Vergine col Bambino in trono, attorniata da un fitto gruppo di personaggi. In secondo piano si trovano i quattro santi, Giovanni evangelista e Matteo a sinistra e Stefano e Girolamo a destra, mentre inginocchiati sul gradino davanti al trono si trovano i due committenti Giovanni Matteo e la moglie Bianca Visconti, accompagnati rispettivamente dal fondatore dell’Ospedale San Matteo di Pavia, beato Domenico di Catalogna e della stessa beata Sibillina. L'impaginazione spaziale di derivazione bramantesca, ma saturata di figure, fu una delle caratteristiche più tipiche della successiva pittura lombarda, studiata anche da Leonardo da Vinci.
Nella sua schiva austerità il Foppa probabilmente non avvertì la portata storica del suo messaggio che costituì certo il nodo più vitale dell'arte lombarda per più di un secolo. Morì nel 1515 circa in località imprecisata.
|
|
Vincenzo Foppa - da Wikipedia l'enciclopedia libera - - |
|
Le Vostre Pagine - Le Vostre testimonianze, fotografie, aneddoti, ecc. che ci avete inviato. |
|
Data: |
Inviato da: |
-
|
|