BRONI 1869 CASSINO PO
COMUNE DI BRONI
sec. XIV - 1743
Il toponimo si trova citato la prima volta in un documento dell’anno 859.
Nell’alto medioevo faceva parte del comitato di Auce, territorio piacentino
(Guasco). Nel 1047 si tenne in Broni un giudizio generale presieduto dal
messo imperiale Rainaldo. Nel 1077 Broni fu confermata ai figli di Azzo II
d’Este dall’imperatore Enrico IV (Muratori). Con diploma dell’8 agosto 1164
Federico I concede i diritti su Broni alla città di Pavia. Come Brone è
citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come
appartenente all’Oltrepò (Soriga1913). Nel 1290 Broni viene infeudata alla
famiglia Beccaria (Guasco) la quale si mantenne fedele a Pavia fino al 1357.
Il 24 settembre 1415 ne fu infeudato Domenico Aicardi e Broni restò agli
Aicardi fino al 1475 ( Saglio ). Il duca Francesco Sforza nel 1454 elevò
Broni a Contea.
Nel 1466 facevano parte del feudo di Broni: Montarco, Cicognola, Preda,
Predalino, Pecorara, Valle, Monte acutello, Costana, Tonasco, Venesia,
Castellazzo, Lago de Porci, Boffalora, San Cipriano, Bottarolo, Campo
Spinoso, Baselica, Casanova, San Paolo, Barbianello, San Re, Vescovera,
Cassino, Redavalle, Appiano, Clarice, Pirocco, Vicomune (Cavagna Sangiuliani).
Nel 1528 divennero feudatari di Broni gli Arrigoni con diritto di mero e
misto impero.
Broni è inserito nel comparto delle strade degli “Statuta stratarum” del
1452 come appartenente all’ Ultra Padum (Statuta stratarum).
Broni compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di
Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò
e Siccomario, tra i dichiaranti sono citati il podestà e il servitore del
comune (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
La parrocchia nel 1635 contava 2.000 anime.
Broni (come Brono e con li huomini di Gioseffo Torto), nel 1634 è inserito
come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di
Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
Da un estratto della cancelleria di Pavia in data 1 agosto 1689, risulta che, appartenenti alla squadra e sotto la giurisdizione del feudo di Broni vi erano le seguenti terre e cascine : Donelasco, Venezia, Castellaci, Lago dei Porzi, Molino Zanini de Lagozio, Boffalora, Campospinoso, Baselica, San Paolo, Casanova, San Cipriano, Bottarolo, Barbianello, San Re, Vescovera, Cassini, Redavalle, Pietra, Pecorarie, Cascina del Piano, Cigognola, Broni.
La regia camera di Milano, il 10 ottobre 1710 (ASTo, Oltrepò mazzo 3), intenzionata a mettere in vendita il feudo di Broni, ordina una relazione sullo stato del territorio. Dalla relazione risulta che dipendevano da Broni 19 terre con 22 cascine e 900 capi di casa e il suo territorio era complessivamente di pertiche 116.000. In Broni vi era la chiesa parrocchiale con 6 canonici per una rendita di 500 scudi all’anno, vi era il pretorio con annesse le carceri ed il podestà vi esercitava con un salario annuo di lire 260. Erano presenti il Luogotenente fiscale e l’actuario civile e criminale; tutti venivano eletti con lettera patente sottoscritta dai feudatari Arrigoni. I feudatari godevano del dazio dell’imbottato, pane, vino e carne; possedevano le osterie e un forno la cui ragione si diceva fosse stata acquistata dalla comunità di Broni (ASTo, Oltrepò, mazzo 3).
Giuseppe Marazza, luogotenente del podestà di Broni e fiscale, nel 1712 è invitato a comparire davanti alla regia camera di Milano; dal suo interrogatorio veniamo a sapere che i fratelli Arrigoni avevano giurisdizione su tutte le terre di Broni e con patente biennale eleggevano il luogotenente e fiscale.
Il pretorio era situato presso la porta
piacentina presso la casa del conte Giuseppe Scaramuzza Visconti e
consisteva di una sala dove una o due volte alla settimana si teneva la
banca e per l’invio di citazioni od istanze, al podestà o suo luogotenente
venivano corrisposti 12 soldi, la quale cifra aumentava a 30 soldi in caso
di autenticazione dell’atto da parte dell’actuario. Le carceri non avevano
guardiano, custode e baricello ma solamente due salariati della comunità; il
fiscale non percepiva nè salario nè onorario. Il cancelliere e actuario
civile e criminale veniva confermato con patente del feudatario. I fratelli
Arrigoni erano proprietari del pretorio e delle carceri (ASTo, Oltrepò,
mazzo 3).
Broni con il suo territorio contava circa 358 capi di casa.
1743 - 1797
Con il trattato di Worms del 1743 Broni passò sotto il dominio di casa Savoia.
La comunità di Broni è compresa nell’elenco delle terre e luoghi che hanno
mandato un proprio rappresentante in Voghera alla riunione generale per
l’elezione della congregazione dei possessori dei beni rurali nella parte
del principato di Pavia detta Oltrepò nell’anno 1744 ed è stata eletta tra
le ventiquattro comunità vocali (Convocato Oltrepò, 1744).
Con manifesto camerale del 9 novembre 1770 vengono stabiliti gli uffici di
insinuazione e Broni diviene sede di tappa (tappa insinuazione 1770).
Il 6 giugno 1775 viene approvato il regolamento per “le Amministrazioni de
pubblici” ( Amministrazioni de pubblici 1775); Broni era amministrata da un
sindaco e sei consiglieri eletti tra i maggiori estimati e componenti il
consiglio ordinario.
Nella compartimentazione del 15 settembre 1775 Broni si trova inserito nel
distretto di Voghera (editto 15 settembre 1775) nel manifesto senatorio del
29 agosto 1789 che stabilisce il riparto in tre cantoni della provincia di
Voghera, Broni diviene il terzo cantone (riparto 1789).
1798 - 1814
Il prefetto del dipartimento di
Marengo, in base alla legge del 28 piovoso anno VIII (febbraio 1800), nomina
i maires e gli aggiunti della municipalità di Broni con decreto del 23
fruttidoro anno IX (settembre 1801). Broni viene inserito nel dipartimento
di Marengo e nel circondario di Voghera (decreto Campana 1801).
Il primo pratile anno X (maggio 1802) il prefetto del dipartimento di
Marengo decreta la nomina dei consiglieri municipali in numero di 20 i quali
dovranno restare in carica per tre anni (decreto Campana 1802).
Broni nel riparto delle azioni dell’ex commenda di Lucedio (17 pratile anno
IX) tra i privati cittadini del dipartimento di Marengo risulta essere
capoluogo di circondario (decreto Brayda 1801).
Nel 1805 in funzione del rimaneggiamento dell’amministrazione ligure –
piemontese voluta da Napoleone Bonaparte, Barbianello con decreto del 13
giugno 1805 viene aggregata al dipartimento di Genova circondario di Broni
(ASC Casei Gerola).
La popolazione nel 1800 era di 2700 abitanti.
1815 - 1859
L’amministrazione provvisoria della città e provincia di Voghera (manifesto 27
aprile 1814) ripristinava nei comuni l’antico regime con l’ordine di
osservanza del regolamento amministrativo del 1775.
In base al regio editto del 7 ottobre 1814 per il nuovo stabilimento delle
province dipendenti dal senato di Piemonte e della loro distribuzione in
mandamenti di giudicature, Broni diveniva provvisoriamente capo di
mandamento appartenente alla provincia di Voghera (regio editto 1814, ASCVo).
In base al regio editto del 27 ottobre 1815 per il nuovo stabilimento delle
province dipendenti dal senato di Piemonte e della loro distribuzione in
mandamenti di giudicature e cantoni per le assise, Broni diveniva
definitivamente capo di mandamento appartenente al secondo cantone della
provincia di Voghera ( regio editto 1815, ASCVo Grida ). Erano presenti in
Broni la giudicatura e gli uffici dell’insinuazione e postale, l’archivio
notarile, l’esattoria per i regi tributi, un capitano conservatore delle
regie caccie, un magazzino del sale e tabacco ed una stazione di cavalli per
l’ufficio postale.
Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova
circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra ferma” la
comunità di Broni viene inserita nel terzo mandamento di Broni, provincia di
Voghera, divisione di Alessandria (regio editto 1818, ASC Casei Gerola).
Vengono aggregate a Broni le frazioni di Pirocco, Colombara e Colombarone.
La chiesa fino al 1805 appartenne alla diocesi di Piacenza il cui vescovo
teneva nel borgo un vicario generale con il compito di sorvegliare le
parrocchie del regno sabaudo soggette alla diocesi di Piacenza; fu in
seguito aggregata alla diocesi di Casale e con bolla pontificia del 17
luglio 1817 alla diocesi di Tortona.
Vi era un ospizio di beneficenza e due scuole comunali e la popolazione era
di 6000 abitanti (Casalis1834).
Nel 1832 il consiglio nominava una commissione sanitaria per il colera.
Nel 1859 Broni con una popolazione di 4814 abitanti entra a far parte della
provincia di Pavia, e viene inserito nel II mandamento di Broni del
circondario di Voghera (decreto 1859)..
1859 - 1971
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Broni con 4.814 abitanti, retto da un consiglio di venti membri e da una giunta di quattro membri, fu incluso nel mandamento II di Broni, circondario IV di Voghera, provincia di Pavia.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 5.227 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867).
Nel 1869 al comune di Broni venne aggregato il soppresso comune di Cassino Po (R.D. 17 gennaio 1869, n. 4828).
Popolazione residente nel
comune: abitanti 5.968 (Censimento 1871); abitanti 6.610 (Censimento 1881);
abitanti 6.764 (Censimento 1901); abitanti 6.807 (Censimento 1911), abitanti
6.641 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel
circondario di Voghera della provincia di Pavia. In seguito alla riforma
dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da
un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.767 (Censimento
1931); abitanti 7.248 (Censimento 1936). In seguito alla riforma
dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Broni veniva
amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione
residente nel comune: abitanti 7.882 (Censimento 1951); abitanti 9.208
(Censimento 1961); abitanti 10.759 (Censimento 1971).
Nel 1971 il comune di Broni aveva una superficie di ettari 2.087.