Data: Dic. 2009

tratto da un saggio di Cesare Angelini

La chiesa di Torre d'Isola prima del 1940

Più sopra ho nominato la chiesa: una chiesetta piccola ma adatta alla popolazione che, tra capoluogo e frazioni, toccava le settecento anime.

Costruita nel 1706 come oratorio privato del Conte, che allora era marchese (il marchese Botta-Adorno), diventò parrocchia nel 1783.

Una lapide, murata all'interno, ricorda in poche righe la sua storia e i nomi dei suoi primi parroci.

Particolare curioso: il campanile (un torrazzo quadrato) non aveva fondamenta: sorgeva sul tetto della chiesa, e portava due sole campanelle che la Domenica facevano del loro meglio per farsi sentire, cioè per annunciare l'ora delle sacre funzioni ai cascinali lontani: Casottole, Ca de' Vecchi, Boschetti, Cascina Campagna, Brughiere, Santa Sofia, Massaua.

E la loro voce arrivava dappertutto, perché se ne aggiungeva una terza: quella della coscienza, campana sempre sveglia e forte; sicché la chiesa si riempiva di gente alla messa bassa quanto alla grande o cantata.

Capoluogo e frazioni (dove i dipendenti erano più fissi, più stabili) erano fatti alla stessa immagine e somiglianza: popolazioni semplici, pie e, soprattutto, educate.

Questa dell'educazione, era una qualità notata anche dai forestieri che ci capitavano; ed era frutto di un sentimento religioso, libero e fine, che si respirava nell'aria, più che predicato per precetto. Ne avete una prova per quello che sto per raccontare.

Uno dei suoi parroci che, tra l'altro, voleva abolire le tariffe delle funzioni (ma non vi riuscì: fu denunziato al Vescovo come uno che "rovinava la piazza") un giorno ricevette dalla Curia un foglietto che lo invitava a dire, in coscienza, quanti erano in Torre d'Isola gli uomini e le donne iscritti all'Azione Cattolica.

Il parroco prese il foglietto e scrisse: "A Torre d'Isola tutte le donne e tutti gli uomini sono cattolici". Un mese dopo, riceve sempre dalla Curia un altro foglietto che lo invitava a dire, in coscienza, quanti erano in Torre d'Isola i fanciulli iscritti al Circolo cattolico.

Il parroco prende il foglietto e scrive: "A Torre d'Isola tutti i fanciulli sono cattolici".

Era la pura verità; e non c'era bisogno di fondar circoli, che vuol dire inclusione di alcuni e esclusione di altri. Naturalmente io parlo di un altro tempo e di un'altra età; cioè di generazioni passate, dalle quali ho conosciuto l'attaccamento al paese, alla parrocchia, alla chiesa del loro battesimo e delle loro nozze.

Care, buone creature, i cui nomi ora si ritrovano quasi tutti sulle lapidi del cimitero.

E quelle di oggi come sono? Brave, come quelle del passato.

Le belle qualità dei padri sono passate, quasi come tutte le virtù della terra, sono passate nei figli e nei nipoti. Naturalmente sono cambiate certe forme esteriori, volute dai tempi nuovi.

Ma la parte intima e fondamentale è ancora sana e cristiana; e Torre d'Isola è ancora la bella parrocchia d'una volta, magari con qualche cosa in meglio.

 

 

 

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