Si tratta della via che oltre al nome dell'importante personaggio Beccaria, per alcuni pavesi ricorda la via delle macellerie di carne...

Vediamo l'importante storia della famigli Beccaria.

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L'origine dei Beccaria, che cominciarono ad affermarsi dal XII secolo, è avvolta nel mistero.


Il termine “beccaria” potrebbe essere erroneamente accomunato alla parola “macelleria”, ma il motivo di questa denominazione non va ricercato nella professione originaria, bensì nella zona di Pavia dove sorgeva il primo loro palazzo, in un quartiere al centro della città (vedi foto a lato), dove anticamente si trovavano i macellai (via Beccaria, già Contrada delle Beccherie - selezionare 10).


Un'altra teoria fa risalire il cognome alla parola longobarda “Behhari” (in longobardo la “h” si pronuncia come la “c”) che stava ad indicare una speciale coppa in uso presso quelle genti, utilizzata esclusivamente da alti ministri e persone di alto rango.

 

La loro presenza è attestata in una vasta area del Pavese, soprattutto nell'oltrepo, questo almeno sarebbe il significato del loro stemma, che contiene tredici monti (interpretati come tredici signorie poste in collina).
 


Lo stemma Beccaria
 


In pratica, i Beccaria furono una nobile casata di Pavia che tenne per un lungo periodo la signoria sulla città (XIII e XIV secolo) e nella stessa eresse signorili residenze ancora oggi presenti ed abitate: in via Mantovani e nelle vicinanze del fiume Ticino in via Alboino.

I Beccaria si divisero in molti rami ed ebbe diversi feudi nel territorio dei dintorni di Pavia. Nel XIII secolo la famiglia appariva talmente distribuita al punto di rendere difficile trovare i legami di parentela fra diversi personaggi noti per quell'epoca, consoli e podestà, vescovi e abati.

Il capostipite del ramo principale della famiglia fu Murro (morto nel 1259), podestà di Bergamo e Piacenza e infine capitano del popolo a Pavia. In pratica iniziò la signoria sulla città, come capo della parte ghibellina allora prevalente.

Gli successero i figli che lottarono a lungo contro la fazione guelfa, capeggiata dai Langosco, che presero il potere attorno nel 1300, perdendolo dodici anni dopo per l'intervento di Matteo Visconti. I Beccaria recuperarono la signoria di Pavia, acquisendo la notorietà di “Principi” della città.

Tuttavia, morto l’ultimogenito della famiglia , i nemici dei Beccaria rialzarono la testa, tentando di restaurare un regime repubblicano, ma nel 1359 la città di Pavia dovette definitivamente arrendersi al dominio dei Visconti.

Nelle grazie dei nuovi signori, i vari rami dei Beccaria mantennero e incrementarono il loro patrimonio e i loro feudi. Ricordiamo le linee in cui si era divisa la famiglia e che riguardano da vicino il nostro territorio:


I Beccaria di Messer Fiorello. Ne fu capostipite Fiorello che sposò Filippina Sannazzaro dei signori di Pietra (attuale Pietra de' Giorgi); fece costruire la Rocca (attuale Rocca de' Giorgi) che da lui fu detta di Messer Fiorello, o Rocca Firella. Il castello di Castana appartenne ai Beccaria sino al 1531. Si estinsero nel XVI secolo.



I Beccaria di Gropello, signori di Gropello Cairoli, la cui figlia Oretta, sposando Gaspare Visconti portò in quella famiglia i beni di questa linea.
Per esigenze difensive e per avere una opportuna sede ludica nell’ampia e fertile valle che si estende da Gropello Cairoli al Ticino, i Beccarla innalzarono un Castello fortificato in località Parasacco e un ampio edificio, turrito e ben difeso, da tutti chiamato “il Castello” alle porte di Zerbolò.

I Beccaria di Robecco con Capostipite Musso, i cui figli Castellino junior e Lancelotto ordirono una ribellione contro Filippo Maria Visconti, ma furono alla fine sconfitti e uccisi. I loro discendenti riottennero il feudo di Robecco, e si estinsero nel XVIII secolo.

I Beccaria di Santa Giuletta che si estinse nel XVII secolo. Era la più potente di tutto il casato: nelle varie linee in cui a sua volta si divise, ebbe il dominio su:
     ● Santa Giuletta.
     ● Sant'Alessio, con il Castello attualmente inserito nell’Oasi di Sant’Alessio.
     ● Montebello con feudi in Montebello, Montecalvo e Retorbido.

I Beccaria di Pieve. Ereditarono il feudo di Montù Beccaria, ed ebbero inoltre Pieve del Cairo e il feudo di Mondondone (Codevilla e Torrazza Coste); si estinsero alla fine del XVI secolo.

I Beccaria di Arena Po. Il loro feudo fu confiscato come punizione per la partecipazione alla rivolta di Castellino e Lancelotto, e rimase loro solo il piccolo feudo di Bosnasco. Si estinsero nel XVIII secolo.

I Beccaria di San Gaudenzio che ebbero il feudo di Cervesina e San Gaudenzio.

I Beccaria del Mezzano che ebbero il feudo di Mezzano Siccomario (Travacò Siccomario) con molte terre vicine, e si estinsero nel XVIII secolo.


Uno dei personaggi più illustri e illuminati della nobile Casata fu Cesare Beccaria, giurista, filosofo, economista e letterato italiano, figura di spicco dell'Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi e pavesi.

Pavia le vide studente universitario sino al raggiungimento della laurea nel 1758.



Cesare Beccaria in una stampa dell'epoca


I Beccaria vantano nel loro casato anche la presenza di un Religioso assunto agli onori degli altari: Tesauro Beccaria.

Nato a Pavia in data imprecisata, entrò nella comunità dei Vallombrosani, divenendone abate generale. Nel 1258 Tesauro Beccaria fu arrestato con l'accusa d'aver segretamente trattato per favorire il rientro dei ghibellini a Firenze. Processato e condannato a morte, il 4 (o il 12) settembre 1258 venne giustiziato, mediante decapitazione, nell'antica Piazza di Sant’Apollinare, attualmente Piazza San Firenze.

 

Tesauro Beccaria in un dipinto di Domenico Pestrini

 

 

 

L'uccisione dell'abate provocò anche la reazione della Città di Pavia che minacciò di imprigionare i mercanti fiorentini e di confiscarne i beni.

I Forentini risposero, attraverso la penna di Brunetto Latini, che se l'abate fosse resuscitato mille volte, mille volte avrebbe meritato la morte, pur dichiarandosi disposti a trattative di pace.

 

 

 

VIA

CESARE

BECCARIA

 

da Piazza della Vittoria sino a via Bossolaro.