Pavia e dintorni – Da: Lombardia Beni Culturali

 

 

COMUNE DI SAN MARTINO SICCOMARIO

 

sec. XIV - 1757

Questa plaga, in epoca romana, si doveva chiamare Terra Arsa, poi, nell’alto medioevo, secondo De Canistris, gli fu aggiunto San Martino, nome del santo che qui sarebbe stato allattato. È probabile che la nascita del borgo sia dovuto alla fondazione di un ospizio per pellegrini (Bergamo 1995). Carlo Magno, con precetto datato da Pavia, fra gli altri donava al monastero di San Martino di Tours, anche l’Ospizio di San Martino Siccomario (la donazione sarà confermata da Carlo il Grosso nel 887 nel cod. dipl. Long. col. 556). Nel 1154 Federico Barbarossa, con diploma del 30 gennaio, conferì l’investitura feudale di San Martino ad Oberto Olevano, a lui succedettero i Beccaria. La località è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come S. Martinum in terra arsa, in contea Lumellina (Soriga 1913). Negli statuti Medioevali del 1393, formati sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti, si trova scritto che qui dovevano essere costruiti un porto e gli argini (Bergamo 1995). Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella Squadra del Siccomario, “Sanctus Martinus” (statuta stratarum). Nel XV secolo il feudo di San Martino fa parte di Sommo. In un resoconto delle “Visite delle strade del 12 dicembre 1531” appare: “(…) Baptista Cappelletus quia inventus fuit non habere et tenere in aptando tectum Sacti Martini in Pedra Lata aliquod signum contra formam iurium et statutorum ob neglegentiam ac dexobedientiam et cetera condamnemus versus comunitatem Papiae in libras 5 solidos”, (statuta stratarum). Il comune è incluso nell’elenco delle terre del principato di Pavia, censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone, come appartenente alla Lomellina (Opizzone 1644). È del 26 dicembre 1672 la donazione fatta da Carlo II, re di Spagna a favore del cavaliere Francesco Gattinara dei feudi di San Martino Siccomario e San Nazzaro del Bosco, devoluti alla regia camera per la morte senza discendenti maschi del Marchese Antonio Beccaria (ASTo, Inventario n°45). Morto, a sua volta, il Gattinara (1672) la camera di Milano darà il feudo a Giuseppe Menocchio e fratelli, di Pavia (1695), seguirà Filiberto Buglione di Cuneo che lo cederà ancora alla regia camera di Torino nel 1777 in cambio del feudo di San Martino di Novara. La zona tra il Siccomario, tutta l’area a valle di Cava, e la Lomellina, ovvero le terre costiere da Sommo a Carbonara Ticino compreso Campomaggiore, essendo rimaste senza podestà di governo perchè contestate dal 1710 al 1738, erano diventate rifugio dei malviventi.

 

1757 - 1797

Nel 1748 il Siccomario entra a far parte della provincia dell’Oltrepò pavese, con capoluogo Voghera che sarà unito al Piemonte (in questi trattati al toponimo è ancora unito terra arsa). Il 15 settembre 1775 , in seguito al nuovo censimento delle province San Martino risulta, però, appartenere alla Lumellina (editto 15 settembre 1775). Nella ripartizioni dei cantoni del 29 agosto 1789, invece, è incluso, nella provincia di Voghera, primo cantone (manifesto senatorio 1789).

1798 - 1815

Con il decreto del 4 novembre 1800, che istituì il dipartimento dell’Agogna coprendente tutte le terre fra Ticino e Sesia, il Siccomario si trova per la prima volta unito con la Lomellina, ma questa unione dura solo pochi anni, perché l’8 giugno 1805 viene aggregato al dipartimento dell’Olona (Mastropietro 1985). Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Garlasco è capoluogo del sesto distretto e San Martino, nel Siccomario ne fa parte (legge 11 brumale anno IX). Con il decreto del 25 Fiorile 1801 invece, considerando che per l’attivazione delle prefetture, vice-prefetture e relativi corpi amministrativi è stata stabilita una nuova divisione dei dipartimenti e dei distretti, San Martino, nel Siccomario è incluso nel secondo distretto di Pavia, dipartimento dell’Olona (legge 25 Fiorile anno IX). Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 San Martino ricade sotto il dominio Napoleonico e precisamente nel Dipartimento d’Olona, cantone primo di Pavia, distretto secondo di Pavia, come comune di terza classe con 889 abitanti (compartimentazione 1806). Il Siccomario, ritornò a far parte della provincia di Voghera, sulla base dell’editto del 7 ottobre 1814, con cui venne anche creato il mandamento di San Martino comprendente, oltre il comune anche quello di Santa Maria della Strada. Fu di nuovo staccato da Voghera con l’ordinamento del 1818 per andare a far parte della neo-costituita provincia Lomellina.

1816 - 1859

Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra-ferma”, San Martino Siccomario è capo mandamento, nella provincia di Lomellina (regio editto 1818, ASC Casei Gerola). Tale decreto ridusse il numero dei comuni da 125, quanti erano nel secolo XVIII, a 71 e abolì le province di Mortara e di Vigevano riecreando la provincia di Lomellina, suddivisa, a sua volta, in 14 mandamenti. San Martino Siccomario appartiene alla diocesi di Vigevano, divisione di Novara. Dipendente dal Senato di Casale, i suoi uffici di Intendenza, Prefettura e Ipoteca sono quelli di Novara, quello di Insinuazione è a Garlasco, mentre possiede l’ufficio di Posta. Conta una popolazione di 1500 abitanti. (Casalis) Nella compartimentazione territoriale del 1859, 23 ottobre San Martino Siccomario, appartenente al circondario primo di Pavia, mandamento quinto di Cava, ha una popolazione di 1338 abitanti (decreto 1859).

 

1859 - 1971

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di San Martino Siccomario con 1.338 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento V di Cava, circondario I di Pavia, provincia di Pavia. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.426 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nel mandamento di Cava Manara, circondario di Pavia e provincia di Pavia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 1.508 (Censimento 1871); abitanti 1.679 (Censimento 1881); abitanti 1.629 (Censimento 1901); abitanti 1.800 (Censimento 1911); abitanti 1.879 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Pavia della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 2.097 (Censimento 1931); abitanti 2.212 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di San Martino Siccomario veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 2.400 (Censimento 1951); abitanti 2.824 (Censimento 1961); abitanti 3.250 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di San Martino Siccomario aveva una superficie di ettari 1.431.