L'IDROSCALO PAVESE, Tappa sulla linea Torino - Trieste                 di: cagi46 e varie sul web

 

 

Pavia e dintorni  -  Storia inedita Pavese     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu voluto dalla Società Italiana Servizi Aerei di Trieste e progettato da Giuseppe Pagano Pogatschnig.

Il progetto strategico era di collegare Torino con Trieste, prevedendo una tappa intermedia per le operazioni di assistenza al volo: la tappa intermedia scelta fu Pavia.

 

 

 

Trieste disponeva di una base logistica galleggiante per voli di idroscivolanti e in breve tempo fu sostituita da una struttura fissa.

 

 

 

 

 

Torino, sfruttando il percorso fluviale del Po, nell'area del Valentino, realizzò un idroscalo fluviale fra il ponte Umberto e il Ponte Isabella.   

 

 

 

 

 

I lavori per la costruzione dell'idroscalo pavese iniziarono nell'Aprile 1925 e, solo 1 anno dopo, fu inaugurato, il primo aprile 1926, da Mussolini.

L'imponente costruzione, appoggiata su pilastri alti 7 metri, rappresentò uno dei primi esempi di architettura razionalista a Pavia.

 

 

La moderna struttura pavese era lo scalo intermedio della prima linea aerea regolare italiana per il trasporto passeggeri e aveva un numero civico, il n. 51 del Lungo Ticino Sforza. (la targhetta la si può ancora vedere sul muro esterno dal lato della strada)

 

 

L’itinerario prevedeva la partenza da Torino, tappa a Pavia, ripartenza per Venezia, breve tappa nella città lagunare e quindi arrivo a Trieste. Il giorno successivo il viaggio inverso.

Il percorso completo era di quasi 600 chilometri e il costo per passeggero di poco superiore alle 350 Lire.

 

 

 

 

La sosta a Pavia era necessaria per poter effettuare le operazioni di rifornimento carburante e le verifiche tecniche all'idroscivolante, durante tale sosta ai passeggeri era offerta la possibilità di potersi ristorare nella struttura dell'idroscalo grazie alla presenza di un ottimo ristorante e di una confortevole sala d'aspetto.

Servizi vari erano inoltre a disposizione sia dei passeggeri sia del pilota dell'aereo stesso.

 

 

 

 

Poiché la carlinga dei velivoli non veniva ancora pressurizzata e vi erano abbondanti spifferi, ai viaggiatori, inclusa nel biglietto, veniva offerta una coperta e una borsa dell'acqua calda per difendersi dal freddo e dei batuffoli di ovatta per attutire il rumore del motore posizionato sulle loro teste.
 

 

 

La Tappa pavese sulla linea Torino - Trieste rappresentò una importante risorsa per le necessità di comunicazione di buona parte della Lombardia al punto che Milano si collegò con l’Idroscalo di Pavia tramite autocorriere che arrivavano e partivano in coincidenza con i voli.

Naturalmente il servizio aereo, oltre al trasporto passeggeri garantiva il rapido trasferimento della posta e delle merci di piccole dimensioni.

 

All' inizio degli anni 50, con la nascita di aeroporti terrestri, l'attività pubblica degli idroscali fu sospesa; a Pavia rimasero alcuni appassionati che ne mantennero in vita l'attività per puro diletto personale. Fra questi il Dr. Carlo Saglio con il suo bimotore SIAI Marchetti SM.80.

 

 

 

 

Negli anni '50 e '60 la imponente struttura servì come deposito di attrezzature varie e lo specchio d'acqua sottostante ospitò i rimorchiatori e le draghe che in quegli anni operavano sul Ticino.

 

 

 

 

 

Ai giorni nostri l'idroscalo versa in condizioni di completo abbandono e degrado ambientale; con la demolizione della rampa di collegamento alla strada l'accesso è stato impedito, sono stati proposti alcuni progetti di recupero, fra i quali l'ipotesi di un ristorante affacciato sul fiume....  nessuno, ad oggi, ha avuto successo.

 

 

 

 

Qualcuno attribuisce tale triste fine al fatto che il nostro idroscalo

sia stato inaugurato il Primo di Aprile.!!!