Se ne sa ancora poco di assai preciso. Ma qual’era il significato ? il motivo ?
Pare che i pellegrini che tornavano dalla Terra Santa portassero a casa queste maioliche contenenti versetti Coranici o invocazioni ad Allah il Creatore.
Nulla di speciale, erano piatti votivi fatti magistralmente dai ceramisti arabi con colori particolari quali il cobalto, il carminio, il verderame, lo zafferano.
Portati in Italia avevano la funzione di prova, di trofeo del viaggio, pericolosissimo, di andata e ritorno in Terra Santa.
Portavano con sé la testimonianza, l’aura della terra dove aveva vissuto il Maestro.
Si cominciò a donarli alle chiese in costruzione e vennero incastonati per interrompere la monotonia della facciata ed anche per esorcizzare (con la mentalità del tempo) la diversa religione alloggiando i bacini votivi nelle chiese cristiane.
Dopo oltre otto, nove secoli sono ancora al loro posto, leggibili e solidi.
Nella facciata di San Pietro in Ciel d’Oro all’estrema destra, spicca questo bacino blu cobalto arricchito da pennellate in oro zecchino.
Il simbolo di due croci incrociate non deve trarre in inganno, si tratta di petali di fiori stllizzati. Sec. XIII.
Sempre in San Pietro in Ciel d’Oro troviamo un bacino in ceramica bianca decorato con simboli arcaici e arricchito sul bordo da iscrizioni in lingua araba.
Sono leggibili le parole…(Allah) il Compassionevole, il Misericordioso.
Simboli islamici nel cuore di questo piatto decorato a mano libera con precise "dentelles" sui bordi.
Foglie e bei decori Maomettani circondati nel bordo da versetti del Corano.
Un bacino colorato in verde, colore sacro nell’Islam e usato oggi come bandiera dal movimento di resistenza palestinese di Hamas.
Pavia Basilica di San Lanfranco.
Un bacino di fattura orientaleggiante raffigurante in modo "naif" un pavone stilizzato.