Oltre ai mattoni di origine romana, a Pavia, altri reperti con le medesime origini ce ne sono pochi e quei pochi sono racchiusi nel Museo Civico; ma proviamo a fare una passeggiata per le vie pavesi e vediamo cosa riusciamo a trovare.

 

 

 

 

 

 

Nel cortile del civico n. 26 di via Filippo Cossa è depositata da sempre un’ara sacrificale romana,verosimilmente di epoca imperiale.

E’ in ottime condizioni e non ha sbrecciature rilevanti.

Serviva per i sacrifici agli Dei, ovvero nell’incavo superiore si poneva la vittima, solitamente un agnello o un capretto, lo si sgozzava e quindi lo si arrostiva badando al favore di vento, cioè il fumo doveva giungere in verticale agli Dei dell’Olimpo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Una strada romana molto ben conservata è venuta alla luce nel 1991 in via Omodeo in occasione dei lavori di ripristino delle tubazioni dopo la caduta della  Torre civica.

Rimase scoperta per poco tempo e in tale occasione  si è potuto rilevare la solidità, la precisione e la freschezza delle pietre di selciatura.

 

 

 

 

 

Un coperchio di tomba romana, risalente al II secolo, è appoggiata nell’area in cui sorgeva il palazzo dei nobili Del Maino in piazza Leonardo da Vinci.

L’origine è sconosciuta ma con tutta probabilità apparteneva ad una tomba di un pavese.

La vasca venne forse asportata per farne "come d’uso" un abbeveratoio di campagna.

Forme semplici ma ricavate a martello e scalpello da un solo blocco di serizzo.

 

 

Spostiamoci in Piazza del Duomo.

Sul fianco destro della Cattedrale, a lato dell'ingresso alla Cripta di Santa Maria del Popolo, è depositata, probabilmente da diversi secoli, una tomba romana completa, ovvero vasca funeraria e coperchio.

Non reca alcuna iscrizione e quindi non è attribuibile a nessun concittadino. L’epoca dovrebbe essere attorno al II sec.

E’ una tomba disadorna con tetto a due spioventi e speroni ai quattro lati, un lavoro di scalpello e mazzuolo comunque notevole per tempi di lavorazione, in quanto anche questo manufatto è stato ricavato dal pieno.

L’assenza di decorazioni e dello stesso nome del defunto (cose a cui i romani tenevano molto) potrebbe significare che la famiglia non ha potuto o non ha voluto spendere altro denaro per farla decorare.