ARRIVANO GLI IDROVOLANTI

 

Più che la storia dell'idroscalo è la storia dei primi voli commerciali con idrovolanti sulla linea Trieste-Venezia-Pavia-Torino dei fratelli Cosulich, tra l'altro costruttori navali.

 

 

Il primo aprile 1926 iniziò ufficialmente la linea Trieste-Torino-Trieste con scalo a Pavia e Venezia, con un volo dimostrativo di due coppie di idrovolanti, rispettivamente e contemporaneamente in partenza da Torino e Venezia.

 

L’idrovolante era un CANT 10, (un monomotore da trasporto civile che apparve nella primavera del 1925.

Il prototipo, di costruzione lignea, era dotato di un motore Fiat A 12 bis da 300 cv, azionante un’elica bipala in legno propulsiva).



Il viaggio di 575 km veniva coperto in circa 5 ore di volo.

La rotta seguiva il corso del fiume Po e comprendeva gli idroscali, costruiti ex novo, di:

                                  Torino                                                                          Pavia

                                 Venezia                                                     Trieste, riadattando quello militare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La fattibilità dei collegamenti aerei era stata dimostrata e per giunta impiegando degli idrovolanti. La disponibilità sull’intero territorio nazionale di fiumi e laghi era tale da poter assicurare degli ammaraggi alternativi anche in caso di gravi emergenze.

 

 

In quel giorno nasceva l’aviazione commerciale.

Così la S.I.S.A. Società Italiana Servizi Aerei, inaugurò regolari collegamenti, con partenze tre volte la settimana da Trieste alle 11,00 ed arrivo, dopo le soste a Venezia e Pavia, a Torino alle 16,10, poi destinata a prolungarsi prima sino a Genova, per diventare internazionale con destinazione finale Barcellona.

 

 

Poiché la carlinga dei velivoli non era ancora pressurizzata e vi erano abbondanti spifferi, ai viaggiatori, inclusa nel biglietto, che si aggirava sulle 350 lire, che all’epoca corrispondeva ad uno stipendio medio alto; veniva offerto per difendersi dal freddo, una coperta e una borsa d’acqua calda e dei batuffoli di ovatta per attutire il rumore del motore posizionato sulle loro teste.

L’idroscalo di Pavia fu costruito per conto della Società Italiana Servizi Aerei di Trieste, e presto divenne autonomo, smistando merci e posta anche per l’area milanese. Progettato da Giuseppe Pagano Pogatschnig (1886-1945) rappresenta uno dei primi esempi di architettura razionalista a Pavia.

In seguito, dopo la linea iniziale le rotte successive si svilupparono toccando i maggiori centri e isole delle due sponde dell’Adriatico, fino al primo maggio 1934, epoca in cui la S.I.S.A. fu inglobata nella S.A.M. Società Aerea Mediterranea primo passo della concentrazione di tutte le compagnie minori in due uniche grandi linee aeree volute dal Governo Italiano.

 

 

Scoppiata la seconda guerra mondiale lo Stato Maggiore dell’Aeronautica impose la militarizzazione dell’aviazione civile, che passò sotto il controllo del Comando Servizi Aerei Speciali C.S.A.S.

 

Stemma di Stato degli aeromobili della Regia Aeronautica

 

 

Alla fine del conflitto la S.I.S.A. riprese l’attività che proseguì fino al 1949, anno in cui fu assorbita dall’Avio Linee Italiane, formando l’Ali Flotte Riunite, concludendo, di fatto, il trasporto aereo commerciale con idrovolanti nel nostro paese.
 

CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI

LA NAVIGAZIONE E LE MARINERIE                         di Mario Veronesi

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