Il 3 Gennaio 1117 si verificò un massacrante terremoto d'intensità superiore al VII grado della scala Mercalli e che colpì la Pianura Padana provocando secondo le stime oltre 30.000 morti e distruggendo gran parte delle architetture romaniche allora esistenti nelle città  come Verona, Padova, Piacenza e Cremona.

L'epicentro della prima scossa era nel veronese e la città di Verona ne fu gravemente danneggiata: cadde la parte esterna dell'Arena, lasciandone una porzione che diede al monumento la suggestiva forma attuale.

 

 

 

 

Quasi tutte le chiese e i monasteri alto-medievali furono distrutti o seriamente danneggiati.

Pavia era ben lontana degli epicentri dei vari eventi sismici e in verità nessun cronista dell’epoca menzionò danni alle architetture della città, come invece avvenne a Verona e in Emilia.

Il mito dell’integrale distruzione della città, e dei suoi monumenti in muratura, è soltanto un riecheggiamento recente, nato ai primi del sec. XX, dallo studio dell’antiquario cuneense Giovanni Teresio Rivoira sull'Architettura romanica e poi, quasi a voler essere protagonisti a tutti i costi..., accolto senza alcun ripensamento critico dalla gran massa degli storici dell’ultimo secolo, mentre gli studi geologici mostrano che l’area di Pavia rimase relativamente esterna rispetto al centro dei fenomeni sismici.

Pensiamo perciò si possa abbandonare l’ipotesi semplicistica che per tutta l’arte romanica pavese o in buona parte della stessa, San Michele compresa, si debba supporre una datazione successiva all’anno 1117 e che la città si sia messa a ricostruire, in pochi decenni, tutto il patrimonio edilizio sacro, in un periodo in cui l’economia urbana non era poi particolarmente fiorente.

 

 

CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI

IL TERREMOTO DEL 1117                                 da un articolo di Alberto Arecchi

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