Longobardi, uomini che andarono anche al Sud
di Arturo Carlo Quintavalle
Con gli scavi della Soprintendenza di Salerno individuato l’intero perimetro della reggia di Arechi II.
Un regno che non ha nulla da invidiare a quello del Nord.
Questa è la storia di una riscoperta, quella della Cappella palatina di Arechi II, il principe di Benevento che ha sposato una figlia di Desiderio, re dei Longobardi, e che si trova ad affrontare Carlomagno dopo che questi ha sconfitto nel 774 Desiderio, alle Chiuse in Val di Susa, conquistato Pavia e impadronito del Regno d’ Italia.
Non si tratta però solo della riscoperta della Cappella palatina, ma del progetto di recupero dell’intera reggia che affacciava, sopra le mura, sul mare e che aveva un grande loggiato e in basso un lungo porticato di antiche colonne.
Esterno del complesso di San Pietro a Corte a
Salerno, unico esempio esistente di palazzo longobardo.
Una reggia che possedeva una cappella di palazzo ancora oggi ben conservata e vasti ambienti e luoghi di soggiorno, una reggia che resterà in uso, anche con pubbliche funzioni, fino al XIII secolo e che, comunque, sarà fino al ‘500 una presenza viva dentro la città.
San Pietro a Corte
Aula palatina Tracce del loggiato.
LA STORIA DI PAVIA E DEI SUOI DINTORNI - I LONGOBARDI
La Cappella palatina aveva tre livelli, con in alto una gran loggia con splendidi capitelli e sotto una zona sacrale, una chiesa che poi viene affrescata con dipinti che datano forse il secolo XI e il secolo XII. Insomma, spazi complessi, articolazione di un monumento che aveva all’interno, ma anche all’esterno, una iscrizione importante, quella interna dettata da Paolo Diacono.
San Pietro a Corte, aula palatina Frammento dell’iscrizione marmorea in capitale dettata da Paolo Diacono.
La scritta esalta Arechi sovrano che, in onore di Dio, "ha costruito una sede degna della tre volte nazione ebrea figlia di Salomone e nel portarla a termine la ha circondata di purissimo oro fino aumentandola di valore con uno straordinario apparato di figure".
Molti sono i luoghi importanti della Salerno longobarda, parte del castello,
le mura, parte dell’acquedotto medioevale, la chiesa inferiore di Santa
Maria de Lama, ma è la reggia con la cappella il fulcro della città antica
di Arechi e dei Longobardi del Sud.
Il recupero delle architetture, a cominciare dai castelli e dalle chiese del territorio, il restauro delle pitture, l’analisi dei luoghi del pellegrinaggio permetteranno di ritrovare la grande civiltà longobarda del Sud che ha parecchio in comune con la Langobardia major del Settentrione.
Aula palatina di San Pietro a Corte. Ricostruzione virtuale realizzata per
il Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana.
Veniamo al progetto di "recuperare la civiltà longobarda del Sud programmando una serie di restauri che integrino quello in corso della zona superiore della Cappella palatina.
In patica: Langobardia major è quella al Settentrione, quella con capitale Pavia, l’altra, la minor, sta al Sud e dopo Spoleto, è il ducato di Benevento che resta, ancora per tre secoli dopo la fine di Desiderio, a proseguire una civiltà altissima in gran parte ancora da recuperare.
San Pietro a Corte, aula palatina – Particolare del mosaico pavimentale in opus sectile.
San Pietro a Corte, aula palatina – Particolare del mosaico pavimentale in opus sectile.
Ma che cosa accade al tempo di Arechi? Carlomagno scende a Roma e al Sud nel 787, vuole distruggere il ducato di Benevento, eliminare i Longobardi, ma Arechi invia ambasciatori, lascia il figlio e la figlia come ostaggi, si sottomette e resta duca.
Però capisce il grave pericolo e inizia un’impresa nuova, rifondare la città antica di Salerno come alternativa più sicura di Benevento.
Sul mare, lungo una strada che era in origine percorso navigabile dotato di catena per bloccare il transito di vascelli ostili, ecco che Arechi II fa edificare la città di forma circa rettangolare con poche strade che calano dal monte e altre parallele alla costa.
E qui, sul mare, colloca la reggia; le colonne del porticato sono oggi sparse nel centro storico mentre le mura urbane sono distrutte o nascoste dagli edifici; adesso il mare è lontano ma il palazzo di Arechi doveva essere un poco come il Palazzo di Diocleziano a Spalato, logge e insieme di poderose fortificazioni.