magica genialità veneziana-pavese
MOONY WITCHER
alias
ROBERTA RIZZO
travolgente successo internazionale
nella letteratura per ragazzi
Venezia e Pavia, si sa, dai tempi remoti, sono legate da un "fil rouge" storico, economico, artistico e culturale e tutto questo in virtù della navigazione che dai “canali” della più suggestiva città italiana arriva al ceruleo Ticino, non a caso chiamato dai pavesi “Canàl” su suggerimento degli stessi veneziani!
Questa volta l’orgoglio delle due splendide città viene esaltato da un singolarissimo e travolgente personaggio: Moony Witcher, al secolo Roberta Rizzo, che a cominciare dal 2002 con il romanzo per ragazzi La bambina della Sesta Luna (Giunti Ed.) è diventata prepotentemente il caso letterario più eclatante del nuovo millennio con oltre 1.000.000 di copie vendute in Italia e ben oltre 4.000.000 nel mondo intero ove è stato tradotto in 29 lingue!
Avevamo deciso di incontrarci in Piazza Grande e poiché ero in anticipo le andai incontro in Corso Cavour … l’intravidi abbigliata biancovestita come una suadente gentildonna veneziana e ne rimasi suggestionato … decidemmo di pigliarci un’ombretta in uno degli intriganti bar sparsi sotto la Madonna di Piazza Grande ... mi sentii chiamare per nome: era il Gigi Rognoni che, guarda caso, stava discorrendo di pavesità con altri due personaggi che onorano fortemente la nostra antica capitale italiana per ben oltre sei secoli, cioè Mario Ireneo Sturla, medico sportivo di chiara fama internazionale e Marco Rognoni promettentissimo regista di sicuro talento.
Moony Witcher, cioè Roberta Rizzo, è nata nella seconda metà del secolo scorso a Venezia ove si è laureata in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari, dopo alcuni anni di insegnamento ha iniziato la carriera di giornalista e inviato per la cronaca nera nei diversi editoriali del Gruppo Espresso.
L’esordio letterario nel 2000 con Chat ti amo (Giunti Ed.) ma nel 2002, come già detto, il piroettante esordio letterario cui sono seguiti a ritmo quasi semestrale altri successi editoriali culminati nel 2009 con Morga, la maga del vento (Mondatori Ed.) che è il primo di un trittico che sta già raggiungendo i vertici raggiunti con La bambina della Sesta Luna.
Insieme con i miei tre grandi amici pavesi ho ascoltato in quasi religioso silenzio e registrato quello che ci ha raccontato la grande scrittrice che mi piace e lusinga chiamare “pavese” perché si è dichiarata tale dopo il crollo della nostra Torre Civica che ha raccontato ai giornali italiani per i quali, a quel tempo, operava.
"Quando sono arrivata a Pavia, alla fine degli Anni Ottanta, non potevo immaginare che la parte più importante della mia vita si sarebbe svolta in questa città bagnata dal Ticino.
Sono nata a Venezia e per me un fiume rappresenta solo un corso d’acqua senza orizzonte, abituata al mare non sapevo quanto potesse influenzare la mia creatività il semplice scorrere dell’acqua dolce.
Da oltre vent’anni passeggio tra le vie pavesi apprezzando la calma e la tranquillità di un vivere pacato. Per molto tempo ho scritto su vicende di cronaca, di inchieste e di fattacci accaduti a Pavia e come giornalista ho visto le facce diverse di questa lunatica città lombarda.
Il giornalismo mi ha portato a viaggiare molto, a scoprire lati della diversa umanità e con amarezza dico che neppure a Pavia, alla fine, ho trovato una giusta collocazione della mia professione. Così ho abbandonato la carta stampata e dopo 25 anni, tra delitti, rapine, sequestri di persone e inchieste pesanti, ho scelto la libertà della penna.
Ma la magia che mi ha portato a Pavia, questo luogo così ricco di storia e bellezza, me l’ha dato l’amore. Già, proprio l’amore. No, non ho sposato un pavese bensì un napoletano trapiantato anche lui qui tra le risaie e il Ticino.
Eppure Pavia ci ha donato il regalo più bello della vita: il sentimento che genera il cuore.
Per amore ho iniziato a scrivere libri fantasy dedicati ai ragazzi. Immersa nel silenzio della mia casa, nel terrazzo fiorito di Via dei Molini, ho dato vita a romanzi che sanno di magia.
Sarà l’aria universitaria, che tanto mi ricorda Cà Foscari, sarà l’atmosfera allegra e poco chiassosa di Piazza Grande, sarà la maestosa statua della Minerva ma la creatività e l’impegno felice della mia mente ha trovato qui la culla delle idee fantasiose che metto nelle mie pagine."