BICE VOLPI
Pavia, è risaputo, è una città che, a chi ha voglia di camminare, offre preziosi scorci e imprevedibili scenari che, grazie alla sua storia millenaria vissuta da protagonista, solo poche altre città possono vantare.
Oltre ai monumenti ed alle opere d’arte, Pavia vanta anche personaggi altrettanto rappresentativi.
Uno di questi è senz’altro Bice Volpi. Se volete vederla od incontrarla, sempre in costante compagnia della figlia Gabry Ranieri, è sufficiente partecipare ad una manifestazione legata al mondo dell’arte, dello spettacolo o della cultura. A Pavia, esse, non fanno mai mancare la loro presenza.
Chi non la conosce o non ha mai visto o sentito parlare dei suoi disegni o dei suoi quadri ?
Uno dei primi, in assoluto, ad innamorarsi della sua arte è stato sicuramente Mino Milani, gloria e vanto della cultura pavese. Mino Milani ha voluto beneficiare del suo prezioso supporto per esaltare la “pavesità” che sgorga inarrestabile dai suoi racconti: è stato, è, e sarà un binomio che la Pavia di domani porterà sempre come un fiore all’occhiello !
Osservando i suoi lavori siano essi “Pavia città, il suo Ticino ed i paesaggi pavesi”, “Venezia e la sua laguna”, “disegni e bozzetti acquerellati di personaggi teatrali”, “fiori”, “disegni su vari libretti d’opera curati dal Prof. Edmondo Pontremoli per gli amici del Fraschini”, “copertine dei libri di Mino Milani” o “segnalibri”, spesso, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a piccoli affreschi o miniature. Le sue tinte acquose hanno straordinari effetti di trasparenza, luminosità e delicato trapasso di toni nello sfumato, sicuramente e tipicamente pavese.
Il fascino delle vedute di Pavia, ma anche di Venezia, dei suoi angoli nascosti e del territorio circostante, dominato dal paesaggio creato dal corso placido del Ticino, ci rapisce facendoci penetrare in un clima fiabesco e romantico al tempo stesso.
Ogni suo lavoro è, senza ogni ombra di dubbio, un piccolo trionfo della grazia femminile ed anche una boccata salutare di ottimismo.
Dietro ad un’immediata resa della realtà, in tutte le sue realizzazioni, traspare un’entusiasmante favola moderna che sembra uscire dalla dolce e calda atmosfera delle più conclamate operette.
Che cosa l’ha spinta o invogliata a cimentarsi nell’arte pittorica ?
Ho gestito, avendo una mezza dozzina di sartine, per parecchi anni la mia sartoria ma preferii abbandonare l’attività perché il progresso economico e tecnologico, a partire dagli anni 60, ci subissò di abiti di tutte le taglie già pronti. In quel periodo la mia Gabry era già stata assunta come medico al S. Matteo, dove poi ha raggiunto il ruolo di aiuto in Medicina Generale. Gabry si impegnava nella sua professione ed io seguii, da autodidatta, il mio istinto. Cominciai con i disegni, i quadri ad olio e, finalmente, arrivai all’acquerello.
La sua bella casa è un’immensa pinacoteca. Come mai così tanti quadri?
Quelli che vede esposti sono solo una minima parte. I cassetti dei miei mobili ed i bauli in cantina, sono stipati delle mie opere. Ho ripreso al Fraschini, ma anche in teatri di Parigi e di Vienna, non meno di 200 artisti tra direttori d’orchestra, cantanti, attori, ballerini, musicisti quali Gian Andrea Gavazzeni, Accardo, Pollini, Bramieri, Milva, Paolo Poli, Nikita Magalof, Maurice André, Michele Campanella, Paolo Bortoluzzi, Alessandra Ferri, Luciana Savignano, Cecilia Gasdìa, Gabriele Lavia, Katia Ricciarelli, Renata Scotto, Edoardo e Maria Cecilia Farina di Pavia e tanti altri grandi artisti che, al momento, non ricordo. Nel palco di proscenio messomi a disposizione dal teatro ho disegnato, sempre in duplice copia, i vari artisti. A fine spettacolo, nei loro camerini, regalavo una copia mentre sull’altra, che rimaneva a me, gli artisti riportavano i loro ringraziamenti.
Perché, tra le varie espressioni pittoriche, preferisce l’acquerello ?
Perché è una tecnica velocissima e mani e mente mi aiutano a correre. Non mi piace fare cose che mi impegnano nel tempo. Rimango attratta, immagazzino ciò che mi emoziona e realizzo subito, di getto. È vero che non si può sbagliare, ma dopo tanti anni dipingo senza paura e timore.
Pavia, Venezia, Vienna, Parigi, personaggi teatrali, gli stupendi “Libri di S. Siro di Mino Milani sono stati la sua ispirazione, ma del magico Oltrepò cosa mi dice ?
Alcuni anni fa sono stata avvicinata da Marco Ruggeri, Sindaco di Cicognola, che mi ha fatto una proposta che mi riempie di ancora d’entusiasmo. Mi ha portato fotografie e filmati di quel bellissimo paese oltrepadano e mi ha chiesto degli acquerelli su quei temi. Sono rimasta abbagliata dalla foto del Laghetto di Cicognola, semighiacciato, con tanto di cigni ed anatre. Ho girato Cicognola in lungo ed in largo provando delle emozioni così intense che sono stata spinta a realizzare una ventina di acquerelli.
E poi com’ è andata ?
Nella sala consigliare di Cicognola ho tenuto una personale che, a detta di tutti, ha avuto un notevole successo sia di partecipazioni, sia di consensi.
Avrà venduto tanti quadri, suppongo.
Di quadri non ne ho mai venduti. Li ho sempre regalati perché mi piace farmi voler bene. Al termine della mostra tutti gli acquerelli li ho regalati al Comune che li tiene esposti nei suoi locali quasi si trattasse di una mostra permanente. Ed io ne sono fiera.
Di personali ne ha fatto parecchie ?
Il mai sufficientemente magnificato Teatro Fraschini, alcuni anni fa, ha voluto onorarmi esponendo tutti i miei acquerelli creati durante le manifestazioni alle quali ho assistito.
I miei lavori sono stati esposti, se ben ricordo, per quasi due mesi.
Per organizzare delle personali occorre, mi pare, partecipare alle spese ma, non vendendo quadri, i soldi dove li trovo ?
Perché tutti abbiano la possibilità di conoscere i miei lavori, ho preparato delle diapositive e le ho proiettate in occasione di diversi incontri benefici o culturali.
All’ Università, all’Orto Botanico, nei saloni diversi Club, sempre con l’intento di dare una mia piccola partecipazione alle iniziative finalizzate alla beneficenza. Parecchia gente ha potuto osservare le mie opere, non sono mostre anche queste ?
Pavia, nella sua lunga storia, ha annoverato parecchi personaggi meravigliosi e gloriosi. Bice Volpi, in questa bella compagnia, occupa un posto di assoluto rilievo !
Una puetèsa da strapàss
Quand, in cumpagnìa am dìsan
«Sentuma un po’ ‘na tò puesìa.»
mì senti ‘na vus cl’am dìsa:
«Fòrsa, curàgg, legia sta puesìa,
ma cla sìa cùrta se nò,
dòp un mìnùt, ì scàpan vìa!».
Bice Volpi