Come si fa a non amare Pavia ? Se non bastasse gustarla percorrendo le sue lastricate viette che incastonano tesori medioevali, ammirare le sue incomparabili chiese, il suo imponente Castello Visconteo, le sue alte e superbe torri squadrate che sfidano il cielo, il lezioso palazzo Mezzabarba, il maestoso Ponte Coperto che incorona il fiume più bello d’Italia e poi altro, altro ancora sino ad inebriare anche chi pavese non è, ci pensano gli artisti di casa nostra.
Ne abbiamo tanti, in tutti i campi dell’ arte e della cultura, tra questi, chi sprizza una delle più spontanee “pavesità” è sicuramente Sergio Maggi, in arte PISY !
Walterino Vai, poeta dialettale pavese e letterato emergente, ce lo presenta, magistralmente, così :
Infàti l’è famùs in tùta la Lombardìa
l’è pròpi lu, al nòs Pìsy ad Pavìa
al fa i quàdar cul pitigrì
al nòstar Salvator Dalì.
Quand al s’incròta giù cun penèl e culùr
al benedìsa la tela tam me al nòstar Signùr.
Venèsia, canàl, Cùrs Càur e Strà Nova
sùta la sò man, la cità l’ as mova
al g’hà fina al negòsi par vènd i curnìs:
basta ravanà atàc al mond di vernìs !
Come mai la chiamano tutti Pisy ?
Da bambino era il mio sopranome, affibiatomi perché nel cortile dove giocavo ce n’erano altri tre che si chiamavano Sergio. Da grande mi sono innamorato di questo epiteto e, se mi è concesso, lo porto con vanto come nome d’arte.
E noi pavesi gliene siamo grati perché, come pochi, ha sempre saputo esaltare le bellezze, gli umori ed i colori della nostra bella città. Ma cos’è che l’ha indirizzato all’arte pittorica ?
Non esageriamo, io cerco solo di difendermi esprimendo a modo mio, con i miei colori ed i miei pennelli, le intense emozioni che solo Pavia, ma anche Venezia, continuano a regalarmi. Già da piccolo, inconsciamente, la passione per il disegno l’avevo nel sangue e ogni anno vincevo il concorso bandito per gli alunni delle elementari.
E poi com’è andata a finire ?
Mio nonno, pavese purosangue, gestiva un’avviata trattoria, tipicamente pavese, in Via Carparelli, ma mio padre aveva altre idee e decise di fare il vigile urbano, di quelli buoni; purtroppo mi venne a mancare quando avevo solo 13 anni. Quell’anno per Natale la mia mamma mi regalò una chitarra ed il valido maestro di musica classica Ricotti, dopo avermi instradato per un paio d’anni, mi fece iscrivere al Vittadini. Nel frattempo entrai alla Necchi e, come tanti altri, assolsi l’obbligo del servizio militare in Marina, ma a Roma. Avendo parecchio tempo libero, decisi di iscrivermi ad un corso di disegno. La prova d’ingresso era la riproduzione di un bassorilievo, che disegnai velocemente e, rimanendomi tempo, cercai di abbellirlo. Con mio grande stupore venni ammesso direttamente al secondo anno del corso ed in quei due anni di scuola mi avvicinai sempre più alle prospettive, al colore ed alle tecniche pittoriche.
Nel suggestivo laboratorio di cornici che Maggi tiene in Via Marconi a Pavia, il bravissimo pittore pavese è in vena di ricordi del tempo che fu, così ben impressi nella sua lucida mente, ricordi che scorrono rapidi come le sequenze di un film. Pisy, tornato a Pavia nel 1964, aprì il suo studio bohemienne in una soffitta a Porta Calcinara; da qui il suo sguardo cominciò a spaziare attraverso le magiche atmosfere delle nebbie e dei tramonti sui tetti di Pavia. La prima committenza gli giunse da un salumiere che volle abbellire il suo negozio con un quadro lungo 3 metri ed alto 60 cm. Pisy lo riempì con sei o sette scene degli angoli più suggestivi di Pavia : il giovane talento pittorico non poteva chiedere di meglio per rappresentare, finalmente, la sua pavesità. E fu un successo !
Quell’esclusivo stile pittorico che riempie i suoi quadri di paesaggi ovattati e colori sfumati, di mille toni di grigio, di vicoli abbracciati dalle nebbie e dai selciati lucidi dell’umidità quasi costante del Ticino, dei tanti fossi e canali, delle vie solenni, delle piazze multicolori, delle chiese, dei campanili, dei rossi mattoni delle torri, e del verde dei pioppi, regala ai suoi quadri una solennità che li fa diventare tutti quanti capolavori.
Pisy è un pittore che si schermisce, dipinge perché una forza interiore, quasi un magma vulcanico, si impadronisce di lui. Per farla breve Pisy dipinge soprattutto per sè !
Ha vinto parecchi premi a Pavia, in provincia, in regione ed in Italia; le sue opere sono anche in giro per il mondo, ha esposto in parecchie mostre e continua tutt’ora.
SERGIO MAGGI
in arte: PISY