Da ben 18 anni Pavia e Provincia possono vantarsi di avere un complesso musicale, assolutamente autoctono, che ha saputo esaltare la pavesità con un crescendo che continua ad infiammare la stragrande moltitudine della nostra bella popolazione. Tutto questo è dovuto principalmente a Silvio Negroni, il geniale ideatore dei Fio’ dla nebia.

Ma Silvio Negroni, il notissimo leader del mai sufficientemente applaudito complesso pavese dei Fio dla nebia, chi è veramente?.

Sono una persona normalissima che ha dedicato la maggior parte delle giornate agli impegni di lavoro per una grossa Industria Farmaceutica ed alla mia famiglia che mi capisce ed alla quale sono molto legato. La sera, ed alcune ore della notte, tranne poche eccezioni, le ho però dedicate alla mia passione di sempre, la musica. Da quando ho lasciato la mia attività professionale di tempo ne ho molto di più. Comunque ho sempre cercato e cerco di organizzarmi al meglio. Come ben sai, perché spesso ci troviamo allo Stadio Comunale, sono tifosissimo del nostro Pavia che in questi ultimi anni non ci sta regalando grandi emozioni ma il tempo per andarlo ad ammirare lo trovo ugualmente. Sono impegnato, è vero, ma in cose che mi piacciono.

E la tua vena musicale, le bellissime parole che accompagnano ed impreziosiscono le tue composizioni ?.

E’ tutta questione di emozioni. Quando qualcosa mi appassiona ed emoziona tutto mi diventa logico; purtroppo non ho più la stessa spensieratezza che mi accompagnava sempre ai tempi del Liceo e dell’Università. Allora si che era tutto più semplice.

Silvio Negroni irruppe nel difficile ed affascinante mondo musicale come cantautore esordendo nei mitici Anni Sessanta come chitarrista nei gruppi beat I Borghesi e I Problemi che si esibivano nelle sale da ballo della provincia. Nel 1971 incise per la casa discografica Jolly, come cantautore e sotto lo pseudonimo di Silvio Pavese, un intero Lp di 12 brani inediti. La produzione è stata di Mario Rapallo, che in seguito sarà produttore di Vasco Rossi .

Lo stesso Lp venne riprodotto in versione solo orchestrale con i migliori strumentisti di quel periodo, fra i quali Basso, Valdambrini, Cenci, Farina , Depiscopo e un’intera orchestra di archi e ottoni. Un brano di questo Lp, dal titolo Una vita cos’è, non so, venne inciso da uno dei più noti cantanti argentini dell’ epoca , Dyango, in versione tipicamente sudamericana.

Un altro brano, Ma dove vai, cosa fai , di cui fu stampato anche il “45 giri”, venne promosso tramite la popolare trasmissione Carosello, per la pubblicità del Crodino.

Nello stesso anno, venne segnalato fra le nuove proposte e invitato come ospite, insieme a Roberto Soffici e ad un ancora sconosciuto Claudio Baglioni, alla manifestazione “Premio nazionale del Paroliere”, che si svolgeva a Reggio Emilia e che fu vinta in quell’anno da Mogol e Battisti .

Scrisse in seguito canzoni per Wess, Iva Zanicchi, Claudio Lippi , Loretta Goggi, che vincerà con la canzone Dolce e triste il festival World Popular Song a Tokio, ed altri, fra i quali anche Pupo, recentemente rilanciato anche come presentatore in TV.

Il primo incontro con il dialetto, grazie alla collaborazione con Marco Gobbi che inventò L’ultim dì ad fera, alla quale fece seguito Navìli Paves composta dallo stesso Silvio Negroni; brani realizzati quasi su commissione del regista Carlo Cotti, per uno spettacolo su Pavia al Teatro Fraschini nell’ ottobre 1978. Nello stesso anno i due brani vennero incisi su un “45 giri “ prodotto dalla casa discografica Ariston. Prodotto dalla stessa casa e con la collaborazione di Gobbi e Gianni Cella, oggi affermato scultore, nacque in seguito il complesso “I Mismo”, che incise, con il titolo di Superbeat, la prima compilation in assoluto di brani, riarrangiati, degli anni ‘60. Superbeat venne presentato a “Disco Ring”, popolare trasmissione televisiva condotta da Gianni Boncompagni.

Nel 1979 iniziò la collaborazione con un altro pavese di rango, Drupi che incise due sue canzoni: La più bella e soprattutto Una come te che ottenne un notevole successo in Germania e in Francia e venne presentata in Italia in uno special televisivo con lo stesso Drupi e Mia Martini.

Nell’ ‘83 venne ufficializzato il gruppo dialettale L’ultima fera con la produzione della prima musicassetta L’ultim dì ad fera, alla cui realizzazione parteciparono numerosi musicisti pavesi. Il nucleo del gruppo era però costituito da Silvio Negroni, Marco Gobbi, Cani Faliero, Gianni Cella e Uccio Tesio.

Sempre nell’ ’83, Drupi presentò a “Domenica in” la canzone di Silvio Negroni Che sarà, tratta dal suo ultimo Lp. Nel 1984 la prima partecipazione a Sanremo come autore di Notte di luna cantata da un giovane esordiente, Valentino, che ottenne il passaggio alla serata finale. Per Valentino scrisse, insieme con Daiano, anche Strappacuor , presentata al Festival internazionale di Vigna Del Mar.

L’anno successivo Drupi portò a Sanremo Fammi volare, e fu uno strepitoso successo!

Silvio Negroni continuò la collaborazione con il bravissimo e affermato cantante pavese scrivendo 5 canzoni per il Cd Amica mia nel quale eccelse anche E se fosse, che diventò sigla di una finction televisiva e ben altri 9 brani per il Cd Storie d’amore, fra i quali Avrei bisogno di te presentato da Drupi al 1° Festival di musica leggera italiana, condotto da Mike Buongiorno. Anche questo brano diventò sigla di un’altra fortunata finction televisiva.

Maurizio Costanzo invitò poi Drupi al suo famoso show televisivo, per la presentazione del video realizzato da Oliviero Toscani, di un’altra canzone di Negroni, Maiale, che ben si confaceva a quel periodo di “Tangentopoli”.

Successivamente collaborò con Mario Galante, produttore di Eros Ramazzotti, e due suoi brani vennero incisi dal Gruppo Exodus per la EMI: Così noi, come il mondo e Per istinto; quest’ultimo brano rientrava in un progetto finalizzato alla partecipazione degli Exodus al Festival di San Remo, ma un intoppo di carattere politico fece fallire il tutto.

Eravamo nel 1991 quando il già affermato cantautore Silvio Negroni, insieme con Faliero Cani, Carlo Gatti e Gianfranco Cignoli diede vita agli ormai mitici Fiö dla nebia con l’intento di creare e diffondere canzoni nel nostro amato dialetto. In successione aderirono il batterista Lele Rossi ed il pluristrumentista Max Bernuzzi e sgorgarono spontaneamente, quasi per gioco, 5 musicassette e altrettanti CD sempre presentati nel nostro prestigioso Teatro Fraschini.

Accanto a Negroni, principale autore di musiche e testi, comparvero, via via, Marco Gobbi, Paolo Zanocco, i poeti Angelo Secchi, Angelo Gambini e, guarda guarda che bella combinazione, Lasarat, il mai dimenticato Mario Salvaneschi, conosciuto anche come Il Giullare dell’Oltrepò!

Inevitabile, quindi che dovesse arrivare l’ultimo CD che, con il titolo Festa. La produzione completa dei Fio’ dla nebia, a tutt’oggi, annovera ben 75 (dicasi 75!!!) canzoni e, rispetto ai CD precedenti, dove i personaggi delle canzoni erano costretti ad adattarsi “comunque” alla dura realtà della vita, nel nuovo CD Festa sono incastonate “solo storie a lieto fine” , un riscatto cioè dell’essere rispetto all’apparire dilagante, una vera ventata di ottimismo tutto pavese!

Festa comprende 14 brani scritti da Silvio Negroni quali Teodote, Scàpa fio’ scàpa, Can da càcia, Vès pès, Pìdlina, Mundìna, Frega e risenta, Malabròca, Fèsta, Al Nìco e la Tàta, Gh’era l’ùltim dì ad fera, ed infine La Verzine e o Piccirillo, l’attesa canzone scritta con Dario Fo a Cesenatico in un indimenticabile pomeriggio assolato. Gli arrangiamenti sono, come al solito, di Max Bernuzzi, la registrazione e la grafica di Lele Rossi.

Ma stavolta, oltre ai tradizionali componenti del Gruppo, per dare ulteriore spessore all’esecuzione, hanno dato il loro contributo musicale Cristina Castagnoli (voce solista), Andrea Bacchio (basso) e Andrea Rossi (tromba) ed anche, udite udite, il cane del vicino di casa di Negroni.

Come mai, un talento naturale e di successo come te non ha continuato la bella avventura mondo nazionale dove ti eri già affermato?.

Forse perchè sono una persona normale che ha sempre saputo tenere i piedi per terra. Infatti mi sono laureato nei tempi canonici, mi sono felicemente sposato ed ho avuto due figli. – è lo stesso Silvio Negroni che dice tutto questo paro paro - Ad onor del vero “I fio’ dla nebia” mi bastano ed avanzano, anzi! Sono convinto, e mi sento di consigliarlo ai giovani, che si debba fare musica per il gusto di farlo e che il successo non vada confuso con la popolarità, quanto mai effimera, ma che derivi dalla consapevolezza di aver creato qualcosa che coinvolga emotivamente in primo luogo se stessi e le persone che più si stimano.

Con il mio Gruppo posso dare libero sfogo alla mia passione e fantasia senza condizionamenti di moda e mercato. Quando si è sopra un palcoscenico si avverte immediatamente lo spontaneo calore umano e quello che i pavesi mi regalano è una cosa meravigliosa!.

Non mi resta altro da fare che applaudirlo freneticamente come fanno sempre con entusiasmo i suoi numerosissimi fans!
 

SILVIO NEGRONI

DAI FESTIVAL DI SANREMO AI  FIÖ DLA NEBIA

TRIONFO DELLA PAVESITÁ

I Fiö dla nebia