RINO NEGRI
LA PIU’ PRESTIGIOSA FIRMA GIORNALISTICA DEL CICLISMO MONDIALE
Per fare carriera in campo giornalistico, è risaputo, un pavese deve emigrare nella grande Milano. Lo hanno fatto in tanti ed alcuni ci sono riusciti. Tra questi un pavese Doc, un borghigiano di quelli veraci, Rino Negri che, nel mondo intero, è considerato la firma più prestigiosa del ciclismo raccontato.
La Gazzetta dello Sport, da oltre mezzo secolo, gli ha concesso, e glieli concede tutt’ora, gli spazi più ampi per i suoi oltre trentatremila articoli che sono i più significativi della storia del ciclismo tanto da essere stato nominato Commendatore della Repubblica per aver altamente onorato la professione.
Ha seguito 42 Giri d’ Italia, 39 Tour de France ed alcune migliaia di altre competizioni, a tappe od in linea, in Italia o all’ Estero, mettendo a fuoco argomenti che hanno favorito il progresso tecnico della stessa bicicletta. Molte sue idee, osservazioni o proposte sono state riportate e diffuse dai giornali più importanti di ogni Paese, tra i quali la Francia, la Spagna, la Germania, il Giappone, l’ Unione Sovietica, la Columbia, la Cina ed altri ancora. I trattati dei suoi studi, considerati testi sacri, sono entrati a far parte di enciclopedie e sono stati pubblicati su giornali e riviste specializzate di tutti i Paesi del mondo ove si pratica il ciclismo professionistico.
Ha pubblicato numerosi libri tra i quali spiccano : Ciclismo nel mondo – Quando la bici è arte – Bartali e Coppi, mai nessuno come loro Un secolo di ciclismo tricolore – Fausto Coppi nella vita, nella storia, nella leggenda ecc. ecc.. Ha diretto Conoscere il ciclismo, dispense edite dalla Rizzoli ed è stato autore della fortunata serie di Quaderni della Gazzetta dello Sport, collana Campioni di un giorno, dedicato a tutti i campioni che ha conosciuto : quello dedicato a Fausto Coppi ha venduto oltre 350.000 copie !
La direzione del Tour de France, con L’ equipe, l’ha premiato con una targa d’oro per le sue 39 presenze. E’ stato premiato dal Cardinale Martini come Scriptor Spectatus, a Bergamo come personaggio del ciclismo, a Rapallo, unitamente a Sergio Zavoli, con il Trofeo Vincenzo Torriani.
Accanto ai nomi più prestigiosi del firmamento internazionale, sul celeberrimo Muretto di Alassio, sopra una piastrella rosea come la sua Gazzetta dello Sport, è incastonata la sua firma.
Per un pavese del Borgo non mi pare poco, ma com’è iniziata la sua carriera giornalistica ?
Qualche anno fa, nel lontano 1924, ho avuto la fortuna di aprire gli occhi proprio nel Borgo di Pavia e le prime cose che mi affascinarono furono e sono senz’altro il Ponte Vecchio e l’incantevole panorama della nostra bella città turrita vista, ovviamente, dal mitico Lungoticino delle Lavandaie. A 18 anni Abele Boerchio, indimenticabile titolare della Provincia pavese ed elzevirista del Corriere della sera, ha cominciato ad insegnarmi il mestiere impegnandomi nella cronaca locale. In quei tempi ricordo con tanta emozione di aver coniato, per i Magazzini Ravizza, lo slogan Veste bene chi veste Ravizza ! Poiché, da discreto ciclista avevo vinto alcune corse e negli allenamenti avevo fatto amicizia con Serse e Fausto Coppi, mi mandò al seguito di corse professionistiche anche per conto di altri giornali. Giuliana Boerchio, alla fine degli anni ’40, segnalò le mie capacità di sintesi a Bruno Roghi che mi volle alla Gazzetta dello Sport e, dopo una breve gavetta, Giuseppe Ambrosini e poi Gianni Brera, mi fecero decollare. Grazie alla considerazione che Jacques Goddet nutriva nei miei confronti ho potuto scrivere anche, come illustre collaboratore, per L’ Equipe, onore riservato a pochissimi giornalisti europei.
Di Gianni Brera, onore e vanto del Basso Pavese, giornalista e scrittore come pochi al mondo, cosa ci può raccontare ?
Per me, Giuàn, le pagine più belle della sua arte non le ha scritte sul calcio, ma sul ciclismo : memorabili i suoi servizi su alcuni Tour de France. Giuàn, grande amico mai sufficientemente rimpianto, non solo si gongolava tutto quando lo consideravano un grande intenditore di calcio, ma si vantava di essere un ottimo centravanti perché aveva giocato nella Celeres di Pavia. In un servizio su di una partita che lo vide protagonista scrissi, per burlarmi di lui, che, più che un centravanti, con la sua mole, sembrava veramente un centromediano di posizione perché non si muoveva mai. La diatriba svanì, tra gli sfottò dei colleghi e degli amici, in una trattoria milanese grazie all’intermediazione dei superbi vini e gli ottimi salumi del nostro Oltrepò.
Chi sono, per lei, i personaggi pavesi più significativi dei nostri tempi ?
Mino Milani, il più geniale ed appassionato cantore di ogni epoca di Pavia, il pluricampione di canottaggio Andrea Re e, ma lo sanno tutti, Giuàn Brera fu Carlo di San Zenone Po.
Ed i più grandi campioni ciclistici di sempre ?
Coppi, Binda, Merx, Girardengo e Bartali. Noi pavesi abbiamo avuto un campione straordinario, il borghigiano Rossignoli che, tra le sue memorabili imprese ha il merito, assai conclamato in Francia, di aver vinto all’età di 44 anni il Tour de France nella categoria “isolati” !
Si parla molto del dramma del doping. Lei, in assoluto, è stato il primo giornalista a mettere il dito nella piaga addirittura prima della tragica morte in diretta di Simpson sul Mont Ventoux. Ha scritto alcuni libri e numerosi articoli in proposito ed ha conosciuto i corridori come pochi : si dopavano anche i campioni del passato ?
Allora c’erano prodotti, propinati dai massaggiatori, che vennero scoperti solo grazie alle prime analisi degli anni ’60. Più che doparsi mi sembra giusto dire che prendevano prodotti che erano consentiti perché non esistevano norme, in tutti gli sport praticati, sul doping.
Avrei moltissime altre domande da farle ed allora tanto varrebbe scrivere le sue memorie; per concludere, anche se Pavia per lei non ha mai fatto granchè, cosa si sente di augurare alla sua sempre adorata Pavia sportiva ?
Mai come quest’ anno calcio, basket, pallavolo, atletica e canottaggio sono ai vertici nazionali grazie, credo, all’encomiabile gestione di personaggi ad hoc. Manca, purtroppo un campione nel ciclismo. Per quanto riguarda il Pavia in serie B, ed io in questa categoria l’ ho raccontato più volte nei miei servizi, siamo sulla strada buona: guai a darsi per vinti, la vittoria, spesso, è al fotofinish !
Rino Negri alle spalle dei coniugi Colnago