Piercarlo Malinverni
" MALVERN "
“ D’ improvviso ti sembra di essere caduto in un altro mondo.”
Questo è l’inizio della magistrale narrazione di un impressionante ma tipico temporale estivo oltrepadano descritto nel romanzo Storie di terra e d’ ombra dello scrittore Natale Malinverni, zio di Malvern, che prosegue :
“ I boschi, da verdi che erano, sono diventati cupi, spettrali; le case hanno assunto tinte livide, spiritate; la collina pare una cortina di piombo sbrecciato; appena più in su il cielo è un mare in tempesta.
Intanto ingigantisce il rullare del vento; il brusìo iniziale è diventato un rombo, un boato irrefrenabile. Il polverone è dovunque.
Prima le foglie, poi i rametti, quindi i rami cadono di schianto. Le rondini sono travolte come fuscelli.
Cominciano a cadere i primi goccioloni e dalla grande arsura si alza inconfondibile l’odore della polvere spenta: è un attimo. L’aria è nera. A tratti il cielo è squarciato da fulmini raccapriccianti.
Non è più uno scroscio, è un diluvio. Si scatenano le cateratte del cielo.
Le nuvole, stravolte, sono cavalloni di schiuma, scaraventati ai quattro angoli del cielo; c’è del bruno, del giallo, del viola, del grigio, del rosso, del bianco, del blu, del nero: è la furia di un pittore meraviglioso ! ”
Sono i quadri di Malvern ! Chi li ha ammirati non può che essere d’accordo !
Malvern, alias Piercarlo Malinverni, nato a Pavia ma residente in Oltrepò, a Portalbera insieme con la moglie ed i tre figli, è allievo di Enrico Borlandi e di Fabio Aguzzi, docente dell’Accademia di Brera. Laureato in medicina e chirurgia si cimenta sia in tale professione, che esercita nel suo studio di Montalto Pavese, sia nell’arte pittorica.
Questa gloria pittorica di casa nostra ha cominciato partendo dalla raffigurazione del reale, ma non solo di quel paesaggio pavese ed oltrepadano che lo avvolge con i suoi orizzonti ed i suoi colori, quindi ha spostato l’asse della sua ricerca verso la metamorfosi della materia, ovvero verso gli elementi che costituiscono la sua origine e determinano la gestalt, cioè l’essenza della visione.
Tra figurativo ed astratto la sua pittura vuole suggerire diversi modi di assaporare la natura, così propone ora le sue raffinate “marine” ora le sue discariche, spesso sub-urbane, a rappresentare il simbolo di una silenziosa denuncia.
Ha tenuto molte mostre personali e collettive assieme ai più importanti maestri contemporanei ottenendo lodevoli consensi di critica e di pubblico, sia in Italia, sia all’estero.
Malvern è anche il pittore moderno più apprezzato da Casa Savoia. Vittorio Emanuele, suo amico personale, infatti gli ha e continua a commissionargli diverse opere per la casa degli ex Reali D’ Italia.
Tra i numerosi riconoscimenti di prestigio ricordiamo il “premio Acivenna” a Ciego de Avila a Cuba, il premio nazionale “Antonio Ligabue” a Gualtieri ed il “Pennello d’oro” a Ravenna, consegnatogli da Vittorio Sgarbi,.
Ha illustrato libri d’arte di Rossana Bossaglia e opere di narrativa di Virginio Inzaghi e Lino Veneroni; ha fondato il Circolo Culturale Fargius; ha aderito all’iniziativa solidaristica promossa dal Rotary International denominata “Arte per la vita” ed è tra gli artisti che hanno contribuito alla realizzazione del rinomato “Spazioviola” di Torrazza Coste (PV), che abitualmente frequenta.
Le sue opere si trovano in permanenza in collezioni pubbliche e private : Galleria Nazionale Ricci Oddi di Piacenza – Collezione Gianni Brera di Milano – Museo Bizer di Korb (Germania) – collezione Spazioviola di Torrazza Coste – Gabriel Gallery di Melburn (Australia) – B.A.O. Museum di Tokio (Giappone) – Collezione Neptune, Ile de Cavallo (Corsica – Francia) – Fondazione Bizzio in Montecarlo (Monaco) – Museo Reale di Casa Savoia a Ginevra (Svizzera) – Modern Art Gallery di Marshall ( Minnesota – USA).
Quando ha cominciato a dipingere ?
La verità, lo dice il Vangelo, non è venuta nuda in questo mondo, ma in simboli ed immagini. Non la si può afferrare in altro modo. Quando da piccolo, in occasione del Catechismo preparatorio per la Prima Comunione, ho appreso questi valori, inconsciamente mi sono dedicato anima e corpo alla pittura ed eccomi qua.
I traguardi, o mete che dir si voglia, nella vita di un artista sono uno stimolo inebriante. Cos’ ha provato quando l’ hanno invitato ad esporre sette sue creazioni alla Biennale di Venezia del 2000 ?
Sono rimasto talmente sbalordito che, quando mi sono ripreso, ho subito pensato di aver fatto un bellissimo sogno.
Mi è stato riferito da un addetto ai lavori che nel secolo scorso soltanto due pittori pavesi sono stati invitati alla Biennale di Venezia. Il primo è stato Mattia Moreni nell’immediato dopoguerra, lei è stato il secondo . L’ aver avuto un onore così esaltante le ha creato molta popolarità ?
Consensi da parecchi critici d’ arte si. La popolarità, se verrà, spero di guadagnarmela col mio continuo ed appassionato impegno.
Lei ha terminato il secondo millennio con la partecipazione alla Biennale di Venezia ed ha iniziato il terzo, se non sbaglio nel marzo del 2001, come ospite d’onore alla Biennale d’arte del Cairo in Egitto. In quanto ad internazionalità non c’ è male, mi pare. Europa, America ed Africa lo hanno già apprezzato, a quando Asia ed Australia?
Ho avuto la fortuna di imbattermi in personaggi importanti, legati al mondo della pittura, che si sono innamorati del mio modo di dipingere e, ogni tanto, mi fanno un poco di pubblicità.
Traguardi immediati ?
Continuo a trasferire sulla tela le mie emozioni più forti inseguendo golosamente il mutamento artistico che è alla base dell’ arte pittorica mondiale. Mi sto però appassionando anche alla letteratura.
Sta forse bollendo in pentola qualche nuova “performance” ?
Chissà ?