VIRGINIO INZAGHI
insigne letterato pavese
Per arrivare a casa sua debbo percorrere Via Langosco, tutta lastricata in sassi posati sin da prima dell’ultima guerra; è una via che ti riporta immediatamente indietro nel tempo. Virgino Inzaghi mi riceve nel suo studio spazioso alle cui pareti spiccano due quadri rappresentanti il vecchio Ponte Coperto e Porta Milano: le sapienti e nostalgiche pennellate di Giorgio Diegoli, che sono un’ esplosione di riminiscenze, inconsciamente ti rendono subito orgoglioso di essere pavese.
- Vuol raccontare ai Lettori del Punto, a modo suo, chi è veramente Virgino Inzaghi ?
Questo infaticabile e prodigioso letterato pavese, autore di saggi storici, di poemi e poesie dialettali, di romanzi, di racconti, di trattati, si accende d’ entusiasmo.
- Io, nella mia vita, ho sempre avuto una forte passione per i Giovani Esploratori. Il primo maggio 1945 il Presidente del Comitato di Liberazione, Carlo Milani, papà del nostro Mino e poi Sindaco di Pavia, in occasione della prima pubblica riunione del dopoguerra, annunciò la risurrezione degli Scouts. Io ero uno di questi e, dopo pochi anni, ne divenni addirittura il capo, un Akela, e ne vado orgoglioso !
- Lei è figlio d’arte. Suo papà è stato un grande poeta dialettale. Quando ha cominciato a scrivere ?
- Nel 1953, subito dopo la perdita di mio padre, Cècu Inzag, e fu una poesia dialettale in endecasillabi, poi arrivarono 120 composizioni sul Vangelo, i Vangeli Paves, e via di seguito sino ai giorni nostri.
Virginio è un personaggio incredibile. Questa intervista, per lui, credo sia una perdita di tempo, che avrebbe impegnato più volentieri nel suo assiduo ed immenso lavoro di ricerca su tutto ciò che è legato alla sua Pavia. Eppure anche lui è una componente, assai rilevante, della sua città. Glielo faccio rilevare, ma lui minimizza. A fatica riesco a sapere che ha pubblicato centinaia di opere di ogni genere, dalla poesia alla saggistica, dai testi teatrali alle dispense per il mondo degli Scouts, dai quaderni storici su illustri pavesi del passato ai romanzi, e via di seguito. Sono riuscito a carpirgli che ha scritto una monumentale Storia di Pavia, in otto volumi per oltre 2000 pagine - il Dizionario Italiano-Pavese, con 22.000 vocaboli - Gramàtica dla lingua dialetàl pavesa – Surus Episcopus, la tradizione leggendaria di S. Siro – La Repubblica di S. Siro, dal 17 agosto al 18 settembre 1447 - Sirèi Carà, tre atti in ricordo del poeta dialettale Siro Carati - La lucandera Pavesa, la famosa commedia di Goldoni nel nostro dialetto ed ambientata nel pavese – Antologia romantica bancaria – Il terzo libro della giungla, racconti sulla vita di Mowgli, secondo lo stile di Kipling – Settimana di Passione, studio sui personaggi, sentimenti e problemi sociali legati alla settimana Santa – ecc. ecc.
- E nella vita di ogni giorno, chi era Virginio Inzaghi ?
- Pur essendo geometra cominciai, come impiegato, a lavorare agli Artigianelli, poi passai all’ Ortofrutticola, ma il famoso signor Rossolillo della Necchi mi volle produttore per la vendita di macchine per cucire, e fu una piacevolissima avventura che si concluse con il mio passaggio definitivo alla Banca Commerciale Italiana, dove rimasi sino alla pensione. Ma il mio tempo libero lo dedicai alla ricerca di notizie su tutto ciò che riguardava la mia città natale.
- Chissà quanti premi o riconoscimenti avrà ricevuto ?
- Parecchi, ma quasi tutti legati alla mia attività scoutistica. Pensi che nel 1993 il Comune di Pavia mi ha assegnato la Medaglia d’ Oro di Benemerenza, detta di S. Siro, ed io ne sono immensamente fiero ed onorato. Ma sa per quale motivo ? – lo dice scoppiando in una schietta risata – Non tanto per le mie opere dialettali e storiche, quanto per l’ azione compiuta in città attraverso lo scoutismo.
Dal 1993 ad oggi, Virginio Inzaghi, ha anche tenuto tre Corsi sulla Lingua Dialettale Pavese e due Corsi sulla Storia di Pavia per conto dell’ UNITRE di Pavia. E’ stato per lunghi anni sindacalista, per acclamazione dei colleghi, presso la Banca nella quale operava. Non ha mai abbandonato il mondo degli Scouts, dei quali è stato valido protagonista sin quando l’età gliel’ ha consentito. Non ha mai trascurato moglie e figli che l’hanno sempre assecondato e stimolato. Si è sempre impegnato nell’ azione per le Missioni, cioè aiutare gli altri, quelli vicini ed anche quelli lontani.
- Tutti impegni che le fanno onore e di cui gliene siamo grati, ma oggi come oggi di cosa si sta occupando, cosa sta bollendo nella sua pentola ?
- Insieme con oltre un centinaio di altri Pavesi appassionati come me, faccio parte dell’ Associazione Culturale Pavese Regisole, che ha sede in Via Menocchio 47 ed il cui Predidente è Giovanni Segagni, che affettuosamente chiamiamo “Paves àrius ad Giùsàg”. L’ Associazione si basa su quattro pilastri, cioè Amìs dal dialèt, Amìs dla musica, Amìs dla stòria e Amìs ad ròb vàri; lo scopo principale è quello di creare dei quaderni con ricerche storiche e dialettali. Praticamente è una fucina di idee prettamente ed unicamente legate alla Pavia ed ai suoi figli di sempre. Questa Associazione, nata addirittura ai primi del 1900, ora ha ripreso un certo vigore ma manca di sponsorizzazioni e infatti tutto ruota attorno ai pochi mezzi derivanti dalle modeste quote associative. Io presiedo il gruppo degli Amìs dal dialèt e dedico gran parte della mia giornata a questa appassionante ricerca. Abbiamo pubblicato, con enormi sforzi cinque Quaderni ed altri quattro sono in arrivo.
- Cosa chiede ai suoi concittadini ?
- II consensi e l’ affetto che i Pavesi mi hanno sempre riservato, sono stati la molla che mi ha continuamente spinto ad impegnarmi a cercare di far riemergere la nostra preziosa “pavesità”. Oggi come oggi chiedo solo maggior interesse e considerazione nei confronti dell’ Associazione Culturale Pavese Regisole, i cui scopi dovrebbero essere maggiormente privilegiati perchè sono l’ espressione più pura e disinteressata dell’ amore per la nostra bella Pavia.
Il nostro concittadino Virginio Inzaghi nel mese di novembre 2009 ci ha lasciati. Nei versi di una delle ultime poesie dice che dopo la sua "partenza", ci garantirà dal cielo la sua fraterna protezione e si sentirà sereno in attesa che lo si vada a trovare.