Professore Emerito dell’Università di Pavia
GIULIO GUDERZO
l’eccellenza della ricerca storica
La storia, maestra di vita, ci insegna che certi momenti e determinate vicende, per la loro perfida tragicità, vissute dalla nostra amata Pavia non dovrebbero mai più accadere … in particolare quei maledetti anni dal 1943 al 1945 che hanno trascinato nel fratricidio più sanguinoso e ignobile le italiche generazioni della prima metà del secolo scorso!
Ma Pavia ha un’infinità di risorse legate alla sua storia bimillineria ed ai suoi figli passati che l’hanno onorata e quelli attuali che la gloriano tutt’ora in modo assai significativo ma assolutamente spontaneo.
Ben memore di quanto sopra Mario Spadini, il vulcanico presidente e fondatore del Circolo Culturale TICINUM, in simbiosi con il Circolo Culturale LA BARCÉLA presieduto da Gigi Rognoni, mitico “paladino della pavesità”, ha organizzato un prezioso avvenimento per le ore 21 di venerdì 4 febbraio nella suggestiva atmosfera di S. Maria Gualtieri nella Piazza Grande (non è forse assurdo chiamarla ancora Piazza della Vittoria?).
Si tratta della presentazione, in prima nazionale, del libro Amore di Pavia, solenne atto d’affetto che si preannuncia come un autentico monumento cittadino.
L’autore è indiscutibilmente uno dei tasselli più fulgidi dell’Università di Pavia, ovvero il “professore emerito” Giulio Guderzo che per tutta la sua lunga vita di ricercatore storico, studioso e letterato, tra gli altri suoi tanti indiscussi meriti, ha quello di aver saputo esplorare ad ampio raggio cronologico e tematico (economico, sociale, politico, religioso), con appropriate e lucide riflessioni, quella Pavia che l’ha invaghito facendolo perdutamente innamorare.
Questo chiaro luminare culturale del nostro ateneo, nato ad Udine, sempre orgogliosamente fedele alle sue radici “cimbre” ancorate nelle amate terre dell’Altopiano di Asiago, approdato a Voghera, dopo il Grattoni dove ha avuto per compagno di scuola anche Franco Tonalini, ha ultimato gli studi universitari nel prestigioso Collegio Ghisleri e tutti noi, che lo apprezziamo profondamente, lo consideriamo “pavese” a tutti gli effetti.
Ha iniziato ad assaporare l’affascinante scena universitaria in qualità di assistente presso la Facoltà di Storia Moderna del prof. Mario Bendiscioli sino ad arrivare poi a rivestire in tempi brevi la titolarità della Cattedra di Storia del Risorgimento.
Nel 1965 il prof. Guderzo fu protagonista di un singolare e gustoso aneddoto.
Lui, che contestava i più conclamati poeti di quel tempo (leggasi Angelini e Moroni) che cantavano ed esaltavano liricamente una Pavia che stava esalando gli ultimi respiri di grandezza, partecipò con una sua opera al Premio Storico Letterario Pavese di quell’anno.
Ebbene, il nostro sommo letterato mons. Cesare Angelini, presidente della giuria, forse suo malgrado ma con la consueta dignità, si dichiarò fiero di premiarlo come indiscutibile vincitore assoluto.
Di libri e pubblicazioni, tutti di genere storico, da allora Giulio Guderzo ne ha scritti centinaia ed è entrato prepotentemente nel firmamento nazionale degli storici che contano contribuendo ampiamente a dare ulteriore spessore alla nostra più che millenaria Università degli Studi che, gratta gratta, secondo non solo il mio modesto parere che conta poco, è stata, grazie ai Longobardi, la prima culla degli studi nazionali (... correva l’anno 825 d.c. e nella Villa regia di Corte Olona Lotario, l’allora re dei Longobardi, emanò il “capitolare per l’istruzione, nel Regno, dei figli della nobiltà longobarda” che, da quel momento si tenne a Pavia!!!).
Per illustrare questo bel personaggio della nostra cultura recente non basta sicuramente questa mia striminzita vetrinetta, ci vorrebbe ben altro e della lunga intervista che, grazie al mio amico Giacinto Cavallini, mi ha concesso ho potuto ricavare solo dei brevi “condensati”.
Quando gli chiesi timidamente cosa stava bollendo nella sua pentola creativa si è lasciato andare in un largo sorriso e suoi occhi sereni han cominciato a brillare … ecco una primizia che sta diventanto realtà per i lettori de “il Punto” e tutti coloro che amano la “pavesità”: Giulio Guderzo, che ha una cocente nostalgia della Torre, del Ponte Vecchio “anteguerra” e delle fabbriche maestose con i loro degnissimi operai, ci sta regalando Amore per Pavia dove, con amore e ponderato odio, ci offre le pagine indimenticabili di un’onorata e irresistibile carriera in corso da oltre un sessantennio calcando il suolo e vivendo la calante realtà con la gente e le passioni della nostra sempre bellissima, seppur sonnacchiosa, città affettuosamente accarezzata dal suo ceruleo Ticino.