Questa pagina racconta l'incontro che Lino Veneroni ha avuto con Agostno Calvi pochi anni prima della sua scomparsa avvenuta nel Marzo 2007.
AGOSTINO CALVI
PAVIA, IL TICINO E LA VOGA NEL CUORE
E’ fin troppo chiaro il motivo per cui il direttore de il
Punto, Massimo Massara, ha voluto chiamare la rubrica, che ogni lunedì
incastona personaggi di elevato spessore di Pavia e della nostra bella
Provincia, Cultura & Dintorni.
Molti dei miei personaggi si schermiscono, si fanno persino pregare perchè quello che danno ed esprimono nelle loro “missioni” lo fanno perchè sono sospinti, o meglio “ispirati”, da una forza interiore che li rende, per un verso o per l’altro, impareggiabili e degni di essere doverosamente ben evidenziati all’opinione critica e benevola dei Lettori del nostro bel giornale.
Agostino Calvi, come me socio convinto del Club Vogatori di Pavia, è stato uno dei più renitenti e solo l’affettuosa pressione degli altri amici Soci l’ha finalmente convinto ad accettare la mia intervista.
E’ assai improbabile che ci siano Pavesi che non apprezzino il Gade, così è chiamato da tutti Agostino Calvi, perchè negli ultimi tredici anni ha dedicato anima e corpo alla realizzazione dei superbi Calendari dell’ Avis, vere ed impareggiabili opere d’arte che sono lo specchio più rappresentativo della “Pavesità” più esaltante e che tutte le altre Istituzioni italiane similari ci invidiano.
E’ anche, insieme con Luciana Barbara, Pier Vittorio Chierico, Antonio Maggi e Alfredo Villa autore di I venti anni del Club Vogatori Pavesi (Ed. PIME- Pavia 2003) che rappresenta il “vangelo” dei Vogatori Pavesi e che ha avuto uno strepitoso successo.
Sta raccogliendo, in tre volumi, che sono attesi con trepidante aspettativa, tutti i Calendari dell’ Avis e questo perchè il Gade, non potendo più donare il suo sangue, vuol essere comunque sempre vicino alla nobile Istituzione, che l’ha onorato con una Medaglia d’Oro, con una promozione, eccellente e quanto mai centrata, che altro non è che l’espressione più nobile del suo amore, disinteressato, per il prossimo.
Nato e cresciuto, in Via Milazzo, è stato costretto dagli eventi familiari ad allontanarsi dal suo Borgo che, grazie al Club dei Vogatori, che lo ha visto tra i fondatori, raggiunge quasi quotidianamente.
Ha sempre condiviso la passione per il barcè e, nel 1985, in occasione del centeneraio della Battellieri Colombo ha partecipato alla storica ed epica discesa fluviale Pavia-Venezia (450 km c.a) da lui proposta come fiore all’occhiello dell’avvenimento. Sempre con il colori della Colombo ha partecipato a diverse edizioni della Pavia-Vigevano mentre, nel 1985, è stato uno dei protagonisti della tradizionale Vogalunga di Venezia.
« Quasta l’è la prìma e l’ùtìma » ! – pronunciò, durante le premiazioni davanti a migliaia di spettatori, e questa famosa frase è ancora ben impressa nel ricordo degli altri Soci.
Pur essendo un ottimo vogatore ha gareggiato poche volte, ma la sua classe è sempre cristallina e, in questi ultimi tempi dirige le attività della Scuola di Voga con il solito impegno serio e meticoloso. Valido organizzatore, simpatico ed aperto specialmente nei rapporti con i giovani, “criticone” quel tanto che basta, ironico con i coetanei, il Gade è diventato un’istituzione fondamentale per la vita del nostro sodalizio remiero.
Ha il vanto di aver progettato e pensato, nel 1993, per ricordare gli amici, i parenti e tutte le persone care perite durante i bombardamenti anglo-americani del 1944, convincendo le Autorità, di far erigere, in piazzale Chinaglia, un apposito cippo alla loro memoria.
Questo cippo, sopra un basamento di mattoni pieni, mette in evidenza una bomba da mille libbre che è piantata come fosse appena caduta dal cielo.
« Avevo una quindicina d’anni - mi dice con il groppo in gola, malgrado i tanti anni passati - quando all’improvviso mutò, d’un solo colpo, la mia giovane vita. La mia casa, seppur modesta, sparì, gli amici, i compagni di scuola ed i miei parenti volarono, in gran numero, in cielo come le piume dei tanti cuscini sparsi, mischiati alla polvere rossa delle macerie fumanti del Borgo. Quelle improvvide bombe, pur colpendo l’obiettivo primario dei ponti, oltre alle povere case causarono ben centotrenta morti. Che disastro !Il Burg a bàss, in un solo istante, aveva cambiato il suo modo di vivere e pensare ».
Dopo questi ricordi, così tragici e commoventi, il Gade, profondamente rattristato, esce dalla bella ed attrezzata casa galleggiante che è la sede del nostro Club dei Vogatori.
L’accompagno mentre sta salendo la ripida scalinata che ci porta sulla via Milazzo. Malgrado le mie insistenze non apre più bocca. Inforca la sua bici e, con energiche pedalate, lo vedo allontanarsi dal suo Burg e quindi riesco ad intravederlo tra gli archi di uno dei più caratteristi orgogli pavesi, il nostro Ponte Coperto.
« Ciao Gade, amico mio e di tutti i Pavesi, un posto di rilievo nella rubrica Cultura & Dintorni ti era sicuramente dovuto » !