Pietro Grocco, il 27 Giugno 1856, non è nato a Pavia ma ad Albonese, località della Lomellina quasi al confine della provincia Pavese con quella di Novara; tuttavia le sue radici scientifico-culturali le coltivò presso l'Ateneo Pavese e pertanto è corretto ricordarlo fra i Personaggi della scienza di Pavia e dintorni.
Fu assistente presso l'Istituto di Clinica Medica dell'Università di Pavia, dove conseguì la libera docenza in patologia medica e propedeutica nel 1884. Divenne poi ordinario di Clinica Medica ed insegnò nell'Università di Perugia, di Pisa ed infine a Firenze (dal 1892 alla morte). Fu fondatore di un'importante scuola medica ampiamente conosciuta anche all'estero con allievi del calibro di Frugoni, Castellani, Pisani, Greppi, Baduel e Raffaello Silvestrini. Contrario alla "medicina filosofica" di Augusto Murri (soleva dire:" Io faccio dei medici, non dei filosofi della medicina"). Fu convinto assertore dell'osservazione attenta e sottile, dell'auscultazione, della percussione del paziente di cui valutava con occhio infallibile i segni semiologici e sosteneva con decisione :"i malati sono i nostri libri, sono i nostri reattivi, sono i nostri preparati, sono i nostri animali da esperimento!". Nominato nel 1892 ispettore governativo e direttore sanitario delle Terme di Montecatini rielaborò e precisò le norme per il corretto uso delle acque e dei bagni e provvide a sistemare le sorgenti secondo moderni criteri igienici. Tale sua opera fu riconosciuta al punto che lo stabilimento termale è a tutt'oggi a Lui intitolato.
Continuò a fargli "passare le acque" presso le fonti di Montecatini cosa che il Maestro fece per i successivi diciotto anni. Verdi era solito dire: "Non credo alla medicina, ma credo a Grocco". Ne divenne amico personale e spesso la sera si riunivano a giocare a briscola, e la signora Verdi, Giuseppina Strepponi, si raccomandava sempre di far vincere il Maestro che altrimenti si 'adombrava'.
Lo assistette sino all'ultimo e ne redasse il certificato di morte il 27 Gennaio 1901.. Pietro Grocco, il 3 dicembre 1905 fu nominato Senatore, durante la XXII Legislatura del Regno d'Italia.
Si autodiagnosticò la TBC contratta nella
pratica della sua professione da qualcuno dei suoi infiniti pazienti e ne
predisse l'infausto decorso parlandone con i suoi più stretti collaboratori:
" quando il tubercoloso fa delle emottisi a tipo malarico, muore sempre".
Negli ultimi tempi si trasferì a Courmayeur nel tentativo di alleviare le
sofferenze :" o guarisco o muoio" e quì vi morì il
12 febbraio 1916. |
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