Il suo nome esatto era Don Gerolamo Vanzini ma dal popolo era conosciuto brevemente come “Don Girom”.
E’ stato il prete più popolare a Pavia negli anni 20 e fino al tempo della guerra.
La popolarità gli veniva dal suo comportamento disinvolto con cui abbordava tutti e dalle sue azioni di carità verso i più poveri.
Era chiamato da tutti “Al pret di povar…”
Arrivava a sbarrare la strada ai ricchi pavesi con battute tra il serio e il faceto, tipo (diretta al signor Anelli, titolare del negozio di cordami in Strada Nuova):
“Anel dam un palancon pr’i mè povar..tant ti ad danè t’ag n’et püsè dal bisogn…”
Girava perennemente per la città con povere scarpe di pezza.
Era la personificazione del prete umile, caritatevole, francescano sino al midollo, assolutamente indifferente al denaro, che rappresentava per lui solo un mezzo per alleviare la povertà dei miseri.
Essendo sempre squattrinato spesso si muoveva a piedi, anche per lunghe distanze e se passava un suo parrocchiano in bicicletta non si faceva problemi a chiedere lì, sul momento, un passaggio sulla…canna della bicicletta, magari per l’intero tratto Pavia-Milano.
Una mattina si presenta alla porta della Canonica una povera donna con un bimbo in braccio.
Avevano fame e chiedevano qualcosa da mangiare. Senza pensarci due volte Don Girom toglie dalla pentola il pollo in cottura e glielo dona suscitando le ire e le parolacce del fratello che viveva con lui. E Don Girom pacifico…
” e tas un po’ ! lur i ghavivan püsè fam che ti !”
Un giorno uncontra un indigente che arrancava a piedi scalzi su per via San Teodoro, Lo ferma:
- Ma ti gh’et mia da scarp ?
- no..sciur cürat…
Don Girom si appoggia al muro si toglie le sue e gliele dona. Poi scalzo entra nella Calzoleria Tassi per averne un paio dalla bontà del proprietario. Fu una singolarissima figura di vero Sacerdote dei poveri, pastore d’anime ma con un senso della carità cristiana rarissima a trovarsi.
Certo era intelligentissimo,. Si era laureato in Teologia a Roma nel 1921 e aveva scritto anche alcuni libri ancora oggi consultati nei seminari..(e chi l’avrebbe detto ?)
Non rifiutava il bicchiere di vino all’osteria con i suoi parrocchiani e per questo suo atteggiamento un po’ “controcorrente” non ebbe mai eccessive simpatie in Curia Vescovile. E chissà dov’è scritto che un prete non può farsi un goccetto in compagnia dei parrocchiani…!
Rimase coadiutore di San Teodoro dal 1919 sino alla morte avvenuta a 64 anni. Era di Pieve Porto Morone, il rione di Calcinara gli calzava a pennello essendo di carattere schietto ed estroverso. Forse un po’ troppo per la Curia. Nel confessionale era spiccio, e alle spose che confessavano con senso di colpa i fatti “del sotto le lenzuola” sbottava….
-“ma oh fiöla, ma tì sèt no spusà ? e alura ! cuntenta al to om ! va, va in pas…”
Non fu mai promosso Parroco di San Teodoro, e dire che i gradi li avrebbe meritati.
Pochi mesi prima di morire fu fatto Canonico onorario del Duomo: ironia delle cose ! Canonico lui che aveva sempre sparlato dei Canonici,
La sua tomba rimase veneratissima per decenni. Il 2 novembre i lumini deposti dal popolo erano innumerevoli.
Don Girom è diventato quasi leggenda e la sua memoria venne trasferita oralmente ai posteri. Addio Don Girom, riposa in pace..i preti come Te son rari. Molto rari…
Don Gerolamo Vanzini
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