AGOSTINO DEPRETIS                                                Tratto da: Wikipedia - L'enciclopedia libera
 

Personaggi della Politica

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AGOSTINO DEPRETIS

Fin da adolescente discepolo di Mazzini e affiliato alla Giovine Italia, prese parte attiva ai moti mazziniani, tanto da rischiare la cattura da parte degli Austriaci in occasione di un tentativo di far pervenire armi agli insorti di Milano.

Eletto deputato nel 1848, aderì al gruppo della Sinistra storica e fondò il giornale Il Diritto, ma non rivestì cariche ufficiali fino a quando fu nominato governatore di Brescia nel 1859.

Dopo aver accettato il dicastero dei Lavori Pubblici nel governo Rattazzi del 1862, fece da intermediario con Garibaldi nell'organizzazione della disastrosa spedizione dell'Aspromonte.

Quattro anni più tardi, allo scoppio delle ostilità con l'Austria, entrò nel governo Ricasoli come Ministro della Marina.

Per la sua decisione di mantenere al comando della flotta l'ammiraglio Persano, è da alcuni ritenuto uno dei responsabili della sconfitta nella Battaglia di Lissa del 1866.

Altri sostengono comunque che, da civile inesperto di questioni militari, Depretis non avrebbe mai potuto introdurre profondi cambiamenti nell'organizzazione della flotta da guerra, e che quindi, nell'imminenza dello scoppio delle ostilità, fosse costretto ad accettare le scelte dei propri predecessori.

Nel 1873, alla morte di Rattazzi, Depretis, ormai capo della Sinistra, preparò l'avvento al potere del suo partito, che avvenne nel 1876 quando fu chiamato a formare il primo governo di sinistra del nuovo Regno d'Italia. Durante questo governo fu varata la legge Coppino (1877), che rendeva gratuita e obbligatoria la scuola elementare.

Spodestato da Cairoli nel marzo 1878 a causa dell'introduzione della controversa tassa sulle granaglie, il successivo mese di dicembre sconfisse Cairoli tornando ad essere Primo Ministro, ma il 14 luglio 1879 fu ancora una volta estromesso dallo stesso Cairoli.

Nel novembre del 1879, tuttavia, entrò a far parte del governo Cairoli come Ministro dell'Interno e nel maggio del 1881 gli subentrò come primo ministro, mantenendo la carica fino alla morte, avvenuta il 29 luglio 1887.

Durante questo lungo intervallo di tempo compì ben cinque rimpasti di governo, estromettendo dapprima gli esponenti di sinistra Zanardelli e Baccarini, allo scopo di compiacere alle richieste della Destra, e successivamente nominando Ricotti, Robilant e altri esponenti conservatori, attuando così quel rivolgimento politico che fu poi chiamato il trasformismo. Il trasformismo gli servì anche a far approvare le sue riforme.

Pochi mesi prima della morte si pentì di aver compiuto queste scelte, e reintegrò Crispi (che poi gli subentrò alla morte) e Zanardelli nel proprio governo. Altre sue iniziative degne di nota furono l'abolizione della sopra menzionata tassa sulle granaglie, l'ampliamento del suffragio elettorale, il completamento della rete ferroviaria, l'entrata nella Triplice Alleanza e l'occupazione di Massaua in Eritrea, con cui si inaugurò la politica coloniale dell'Italia.

Per contro gli si addebita un grande incremento dell'imposizione fiscale indiretta, lo snaturamento della struttura originaria dei partiti politici emersi alla fine del periodo risorgimentale, e di aver messo in grave crisi le finanze dello stato a causa di assai discutibili scelte in materia di lavori pubblici. 

 

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