Via Ugo Foscolo di Pavia, oltre ad essere una delle strade più tranquille e romantiche della nostra città, ha ospitato illustri personaggi: Ugo Foscolo, Ada Negri, Albert Einstein....e .... Con sorpresa, dal registro degli atti di nascita comunali, anno 1884, parte I, n°276, leggiamo: Il giorno nove del mese di Aprile dell'anno 1884 alle ore sei e minuti uno, in Pavia, nella casa posta in via Foscolo 23, è nato Vittadini Francesco, paternità Gaetano, maternità Tamburini Emilia. Si tratta di Vittadini Franco che, nella pur breve vita, riuscì a conquistarsi un significativo posto nel firmamento musicale. L'abitazione di via Foscolo, 23 in cui nacque Franco Vittadini
Giovine adolescente, fu allievo di Ettore Pozzoli e Galdino Passera al collegio San Francesco di Lodi, successivamente, nel 1903, fu ammesso al conservatorio di Milano a frequentare i corsi di composizione e di direzione d'orchestra di illustri didatti quali Vincenzo Ferroni, Giuseppe Gallignani, Amintore Galli e Carlo Andreoli.
Vittadini rimase sempre profondamente attaccato alla nostra città, tanto che si può dire che, terminati gli studi, all'infuori di qualche breve forzata assenza, la sua vita si sia svolta quasi interamente a Pavia. Dedicandosi, giovanissimo, alla composizione, non tardò ad affermarsi come autore dotato di talento e dalla viva attività. Fu varia la sua produzione che toccò parecchi generi musicali. Pure, nella molteplicità degli aspetti, un solo intento: quello di un'assoluta fedeltà all'Arte sua professata con grande probità, un unico motivo conduttore ideale : quello di una musicalità aperta, signorilmente sentita e riccamente permeata di melodia. Maestro nella orchestrazione, Vittadini sapeva essere moderno ; sapeva esserlo con modi tutti suoi, con gusto ed equilibrio. Così nei lavori ch'egli scrisse per il teatro lirico, "Anima Allegra", da lui composta su libretto di Giuseppe Adami, durante la grande guerra 1915-18 mentre si trovava alle armi, resta pur sempre una delle sue cose migliori.
Tale opera fece il giro di vari teatri italiani prendendo anche la via dell'estero, accolta dall'Egitto all'America da unanimi calorosi consensi. In occasione della rappresentazione al Teatro Metropolitan di New York del 1923, non potendo essere presente, scrisse una lettera a Giulio Gatti Casazza, direttore generale del Teatro americano dal 1910, dopo esserlo stato per la Scala di Milano, esprimendo calorosi auguri agli interpreti e chiedendo di poter ricevere testimonianze sulla riuscita dell'opera. copia della lettera
Minor fortuna, non quanto a successo ma quanto a diffusione, ebbero invece le due opere successive, composte entrambe pure su libretto di Adami : il delicato Nazareth, rappresentato a Pavia nel '25, e la La Sagredo inscenata alla « Scala » nel '30. Né sorte troppo diversa è toccata in seguito al forte, ben costrutto Caracciolo, cui aveva fornito il libretto Arturo Rossato e che lieto esito ottenne prima all'Opera di Roma, che lo tenne a battesimo, indi a Pavia, a Piacenza e a Bari. Un genere da Vittadini altresì coltivato fu quello dei balli teatrali. Per esso egli aveva una mano particolarmente felice: lo attestano le musiche, colorite, fascinose, elegantissime, dunque gradite assai dal pubblico. La prima presentazione avvenne nel 1928 al Teatro alla Scala di Milano con Vecchia Milano, su libretto di Giuseppe Adami, che ricevette apprezzamenti entusiastici, e uguale sorte toccò ai successivi quattro balletti: La dama galante (Venezia, Excelsior, 1929); Fiordisole, (Milano, Teatro alla Scala, 1931); Tutù sotto il ciliegio (Milano, Teatro alla Scala, 1942), La Taglioni, (Milano, Teatro Lirico, 1945) che lo consacrarono restauratore del cosiddetto "ballo grande", ovvero all'italiana, in contrapposizione alla moda del Balletti Russi approdati in Italia nel 1927.
Ancora una parola va detta su Vittadini autore di musica sacra, genere che gli riusciva in special modo congeniale. Una quindicina di "Messe", parecchi "Mottetti", pagine per organo rimangono a testimonianza del suo valore in questo campo da lui affrontato e trattato con rara competenza, con profondità di sentimento mistico e di stile, ispirazione vivissima, perizia magistrale: ci basterà citare a tal proposito l'Agonia del Redentore, veramente notevole per la potenza della concezione e per il caldo afflato che l'anima.
Da ultimo è fondamentale ricordare Vittadini come didatta, attività che nella sua vita fu non meno fondamentale di quella di compositore. Nel 1924 a Franco Vittadini, figura ormai emergente della cultura musicale internazionale, fu affidata la Direzione del Civico Istituto Musicale di Pavia. In tale ruolo seppe prodigarsi in modo efficace, proponendo di affiancare ai corsi attivati gli insegnamenti di pianoforte e di materie culturali e portando così a undici il numero degli insegnanti. La manovra si rivelò valida e il Civico Istituto Musicale l'11 aprile 1937 ricevette un riconoscimento ufficiale dalla Regia accademia d'Italia per l'attività didattica svolta.
L'attuale
sede dell'Istituto Superiore di Studi Musicali Franco Vittadini, in via A.
Volta 31, nell'edificio che fu sede del Convento di san Francesco da Paola.
Alla sua morte, avvenuta a Pavia il 30 novembre 1948, il Comune decise di intitolargli il Civico Istituto Musicale che, nonostante la battuta d'arresto della seconda guerra mondiale, vantava 221 iscritti.
Pochi giorni prima della morte, il 20 di
Novembre, Franco Vittadini autorizzò ad intitolare a lui un gruppo vocale.
Fu fondata appunto dal Mestro Augusto Pesci la
Corale Franco Vittadini divenuta negli anni un simbolo
prestigioso della nostra città . (con note da F. Vittadini di Erberto Bruno e dal web)
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Istituto Superiore di Studi Musicali "Franco
Vittadini"
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