Ambrogio Maestri, oggi una stella nel firmamento della lirica,
intervistato qualche anno fa così rispondeva:
Ambrogio, come hai scoperto il canto?
Ho sempre amato cantare, sin da piccolo. La passione me l’ha trasmessa mio padre che aveva una bellissima voce ma che da giovane, purtroppo, non aveva potuto studiare. E’ lui ad aver intuito come fosse importante per me la musica e a 9 anni mi iscrisse ad un corso di pianoforte.
Quando sei salito per la prima volta su un palcoscenico?
A 10 anni presi parte all’opera Pollicino, al Teatro Fraschini di Pavia. Interpretai il ruolo di Messer Gufo cantando su una scaletta tutta traballante.
Hai iniziato presto…
Si, ma durante l’adolescenza mi innamorai del basket ed entrai nella squadra giovanile della mia città giocando in serie A per alcuni anni. Mi allenavo quasi tutti i giorni, cosi per non trascurare gli studi e il pianoforte lasciai perdere il canto.
Chi ti ha spinto a ricominciare?
I miei genitori avevano un ristorante ed io ogni sera andavo a dare una mano. Nella sala principale c’era un pianoforte ed era inevitabile che qualcuno mi chiedesse di suonare e cantare qualcosa.
Tra questi clienti c’erano anche
appassionati di lirica e abbonati alla Scala.
Tutti dicevano che la mia voce era un portento e che sarebbe stato un vero
peccato non valorizzarla.
Così iniziasti a studiare seriamente…
Sì, con il tenore pavese Umberto Grilli.
Per sei anni feci solo vocalizzi, ma oggi capisco l’importanza di quei sacrifici. Infatti, a 29 anni, dopo aver vinto diversi concorsi, fui notato e chiamato alla Scala per l’audizione del Falstaff con Riccardo Muti.
Inizia così la sua luminosa carriera che
lo vede protagonista in ogni parte del mondo.
Il suo sensazionale debutto avviene nel 2001 e coincide con l’evento musicale più importante del “Centenario Verdiano”: il Falstaff che, sotto la direzione del Maestro Riccardo Muti e per la regia di Giorgio Strehler, lo vede protagonista al Teatro la Scala di Milano e allo storico Teatro Verdi di Busseto.
Questa interpretazione gli vale critiche entusiastiche da parte della stampa internazionale e gli spalanca le porte dei più grandi Teatri Lirici del mondo:
La collaborazione con il Maestro Muti lo porta, nei tre anni successivi, a debuttare al Teatro alla Scala alcuni dei più emblematici ruoli verdiani quali Jago in Otello, Renato in Un ballo in maschera, Don Carlo di Vargas ne La forza del destino e Giorgio Germont in Traviata; consolidando così le basi di una carriera in continua ascesa.
Ospite dei più prestigiosi enti lirici mondiali (Metropolitan Opera, Opera de Paris, Covent Garden, Staatsoper di Vienna, Deutsche Oper di Berlino…) Maestri prosegue il suo percorso verdiano interpretando il Conte di Luna nel Trovatore, Amonasro in Aida, Rolando ne La battaglia di Legnano, Simon Boccanegra, Rigoletto e Nabucco nel ruolo di protagonista.
Amato dal pubblico e dalla critica, che continua a sostenerlo con l’entusiasmo dei suoi esordi, Maestri si conferma come uno dei più acclamati baritoni della scena internazionale:
All’interno di una carriera ricca di ruoli e soddisfazioni, Maestri continua naturalmente a portare Falstaff su tutti i più importanti palcoscenici, approfondendo un percorso di ricerca e di lettura interpretativa che fanno di Sir John un suo vero e proprio alter ego. Ogni nuova produzione rappresenta infatti una sfida che gli consente di studiare e sperimentare inedite nuances attoriali e vocali. La continua analisi e cesellatura del personaggio, condotta anche attraverso il confronto con i più grandi registi e direttori d’orchestra riesce a portare una ricchezza di esiti sempre nuova:
La collaborazione decennale con l’Arena di Verona lo porta a festeggiare nella stagione 2012 le cento recite di un’altra amatissima opera: Aida.
Un traguardo significativo che si traduce in un’interpretazione matura e complessa del personaggio di Amonasro.
In questi anni di intensa attività viene diretto dai migliori direttori della scena internazionale tra cui Zubin Mehta, Daniele Gatti, Daniel Oren, Fabio Luisi, Antonio Pappano, Jeffrey Tate, Nello Santi, Marcello Viotti, Marco Armiliato, Gianandrea Noseda, Renato Palumbo,Daniel Harding… e da registi quali Franco Zeffirelli, Robert Carsen, Graham Vick, Peter Stein, Bob Wilson, Larent Pelly, Mario Martone, Hugo De Ana, Bartlett Sher…
Nel 2006 Maestri incontra per la prima volta il personaggio di Dulcamara. L’Opera di Parigi progettando una nuova produzione di Elisir d’amore desidera affidare, come avveniva una volta, il ruolo del simpatico ciarlatano ad una voce baritonale. Il successo dello spettacolo gratifica questa scelta riconoscendo a Maestri una duttilità vocale che gli consentirà di spaziare dal repertorio serio a quello buffo.
Negli ultimi quattro anni Maestri si confronta con Puccini e con il Verismo. Debutta Tosca a Torre del Lago, Cavalleria rusticana al Metropolitan di New York e Pagliacci alla Scala di Milano.
La scelta di interpretare personaggi così forti e passionali, avviene, non a caso, dopo avere maturato un decennio di carriera.
L’esperienza di palcoscenico infatti gli consente di valorizzare la veemenza del proprio peso vocale senza perdere la linea del canto.
Nel 2012 il regista Ferzan Ozpetek, che aveva diretto Ambrogio nell’Aida del Maggio Musicale Fiorentino, gli offre un ruolo nel suo film Magnifica presenza. Vestendo i panni di un cantante lirico degli anni quaranta, Ambrogio vive l’esperienza cinematografica accanto ad un cast eccezionale, costituito da alcuni dei più importanti attori italiani di oggi.
Il 2013, bicentenario verdiano, consacra Maestri come il Falstaff di riferimento; porterà infatti Sir John
al Teatro alla Scala, all’Opèra National de Paris, all’Opernhaus di Zurigo, a Salisburgo, Monaco di Baviera, Tokio e al Metropolitan di New York.
Sempre nel 2013 sarà anche Nabucco alla Scala e all’Arena di Verona, Amonasro nell’Aida della Scala, all’Arena di Verona e a Tokio e infine Simon Boccanegra al Teatro Regio di Torino.
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