Pavia e dintorni  -  Bibliografia essenziale di Giovanni Pallavicini

Punto. A capo   -  un'esperienza che ti cambia la vita

Prefazione al libro di Lucia Rita Tacchini

 

E in veste di amica che mi accingo a scrivere queste righe sull'opera di Giovanni Pallavicini, con il quale ho condiviso alcuni momenti significativi da lui descritti.

Con interesse e piacere ho letto le sue pagine, che hanno il dono dell'incisività e, insieme, dell'impalpabilità: rara alchimia, che non può essere spiegata, ma solo percepita, accostandosi al libro stesso.

L'autore ci prende per mano e ci conduce in un viaggio iniziatico nel mondo parallelo della disabilità, senza però descriverlo direttamente, bensì facendolo intuire attraverso la fitta trama delle iniziative di che vi opera. Si penetra così in un crescendo di situazioni curiose, di incontri fortuiti e illuminanti, di aspettative e di progetti, in un turbinio di idee che possono sembrare utopie ma, per fortuna, non lo sono.

Lo stile icastico, il linguaggio essenziale e vivace, l'approccio autoironico e, a tratti, umoristico, fanno sì che queste pagine vengano lette in un soffio. Ma lo spessore dei contenuti, la pregnanza delle riflessioni, l'intensità del vivere che traspare da ogni episodio, fanno sì che queste stesse pagine ci trattengono, una volta terminato di leggerle. Ci interpellano, ci inducono a tornare su alcuni passaggi, a meditarne lo spirito, a lasciarci coinvolgere.

Ogni esperienza che sia scaturita da un ideale che promuove l'uomo, che lo abbia fatto crescere, e vivere, e diventare migliore, ha diritto ad una memoria. E non è sufficiente il ricordo tenace di chi vi ha partecipato. Un'esperienza che ha dato frutto ha diritto ad una memoria stabile, ad avere le sue radici ben disegnate e visibili a tutti.

Ci sono vissuti che vanno divulgati, perché mai come in questi casi la memoria è tutt'altro che una parola polverosa evocatrice di datazioni: la memoria di esperienze come quella descritta in questo libro è materia prima di energia, è realtà vitale e magmatica, aperta al futuro.

C'è un ininterrotto dispiegarsi, nel mondo e nella storia, di iniziative costruttive: mi auguro che ciascuna di esse abbia un narratore acuto e appassionato come Giovanni Pallavicini.

Dopo aver tanto operato nel volontariato, egli si sofferma non su ciò che ha dato ma su ciò che ha ricevuto. E si scopre trasformato rispetto all'inizio di questa sua lunga avventura, più ricco di umanità e di motivazioni, aperto a nuove sfide. «Per diventar bambini occorre una vita» recita P. Picasso nel titolo del primo capitolo. Questo libro ci prospetta una strada per riuscirci, per rimuovere i pregiudizi sedimentati negli anni o, più semplicemente, l'indifferenza.

C'è tanto da fare, per il mondo della disabilità, che a sua volta non è che uno dei tanti aspetti in cui si presenta la diversità. Soprattutto, bisogna fare cultura, in senso antropologico, perché ognuno comprenda che la diversità esiste solo dove la normalità ha un valore. Ma la normalità non ha un valore perché non esiste.

Un volontariato di frontiera, che si spinga nel caleidoscopico universo degli adolescenti, come propone l'autore nelle sue riflessioni conclusive, è senza dubbio una suggestione da considerare.