ROMOLO BIANCHI                                                                        Tratto da:  note da collezione familiare

Personaggi dell'arte e architettura

Pavia e dintorni - Personaggi dell'Arte e Architettura

Lo scultore Romolo Bianchi nacque a Pavia il 24 Maggio 1878 e vi morì l' 11 settembre 1961.

Pochi giorni dopo la morte, l'amico avv. Augusto Vivanti, dalle pagine della Provincia Pavese gli rivolgeva un ultimo saluto, ricordandolo con il seguente intenso memoriale.

 

Una figura nobilissima della vecchia Pavia è scomparsa.

Romolo Bianchi accomunava, nella sua inconfondibile personalità, le caratteristiche del più originale spirito pavese e le sensibilità, le più insospettate, dell' artista.

Scultore in legno. Il suo scalpello e la sua sgorbia sapevano trarre dalla materia le figurazioni più delicate ed espressive, le forme di arte e il palpito della vita.

Bisognava cercarlo nel suo laboratorio pittoresco di scultore, di restauratore, di antiquario e trattenersi con lui e farlo parlare perché, altrimenti, era un invisibile maestro dalle rare apparizioni per motivi di lavoro, nemico di ogni esibizione, meditativo, assorto, appartato.

Ma se parlava, con quel suo dialetto pavese concettoso e ispirato, se accarezzava i suoi abbozzi, dove già apparivano le espressioni della sua immaginazione, la figura alta, un po' dinoccolata, quel viso largo ed aperto e la espressione buona da S. Giuseppe scolpito, si animavano di fervore e di luce.

Chi l'ascoltava poteva, allora, penetrare in un mondo semplice e chiaro, quasi un ritorno ai secoli d'oro della fede ingenua e dell'arte istintiva, tra le icone dorate e i cartigli dei Santi.

Lavorò con assiduità appassionata, con scrupolo severo, con partecipazione costante della sua anima di artista: Madonne e Pietà, porte di chiese, pulpiti, " Viae Crucis", stalli e paliotti.

 

 

Nella Guida di Pavia di Giulio Natali che è del 1911, editore Mattei -Speroni, copertina disegnata da Romeo Borgognoni - sono illustrate le sue sculture della porta maggiore del nostro Duomo.

Da quella prima "consacrazione", quanto lavoro, quanto studio e quante opere cospicue ed ammirate.

E poi, quelle sue figurine infantili che sembrano bronzetti parlanti, il bimbo e la scopa, il girello, lo scolaro, che certamente costituivano il suo arguto riposo e la più semplice gioia ricreativa.

Abilissimo nell'arte del restauro, conoscitore profondo di stili, ricercatore tenace di pezzi rari, ha vissuto da patriarca nel suo laboratorio, dove sembra di vederlo aggirarsi ancora su uno sfondo da acquaforte, per cercare qualcosa, un rilievo, un intaglio, una statuina, avvolgerla, quasi nasconderla, in un foglio di giornale, consegnarla, forse a malincuore.

Era un innamorato di Pavia, un artista singolare, un maestro del suo lavoro ed un saggio.

Le sue opere rimarranno.


 

Romolo Bianchi, Pavia e . . . non solo     il curriculum di un artista pavese 

Galleria fotografica di alcune opere di Romolo Bianchi

Romolo, figlio d'arte,  - Luigi Bianchi

Le cartoline di Romolo Bianchi - Collezione di Sergio Cipollini

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Romolo Bianchi

Madonna col Bambino