Belbello da Pavia, noto anche come Luchino Belbello da Pavia è stato un miniaturista e pittore italiano, attivo tra il 1430 e il 1470 circa. Stranamente la carriera e la personalità di Belbello rimasero misconosciute fino agli inizi del Novecento, quando due studiosi d'arte, dapprima Toesca e successivamente Pacchioni, finalmente, lo identificarono attribuendogli opere e stile. Fu tra gli artisti gravitanti attorno all'atelier di miniatori di Pavia, attivo per i Visconti, per i Gonzaga e altre corti italiane ed europee e le sue tendenze artistiche si formarono sulla scia della corrente lombarda formata da Giovannino de' Grassi e Michelino da Besozzo, oltre che con un occhio rivolto alla miniatura francese.
Tra i suoi primi lavori vi fu la seconda parte dell' Offiziolo Visconti, nella quale Belbello dovette proseguire il lavoro iniziato ed abbandonato da Giovannino de' Grassi, arricchendolo con una fantasia cromatica inusuale.
Successivamente realizzò il Breviario per conto di Maria di Savoia (1432) e la Bibbia Estense. Nelle miniature di tale opera, chiamata la Bibbia di Niccolò d'Este (1431-1434), dipinse figure imponenti e solide, ma dalle linee fluide e deformanti, gesti eccessivi e colori accesi e cangianti.
Ne è un esempio il San Girolamo. Un'altra caratteristica di tale Opera è che fu scritta in lingua francese per volere del marchese di Ferrara; fu richiesta infatti in tale lingua dallo stesso Niccolò III d'Este, diventando di conseguenza testimonianza del grande interesse ed uso presso la corte estense della lingua francese. È conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana col codice Ms. Barberiniano Lat. 613.
Le opere della sua maturità artistica furono però il Graduale, commissionato dal cardinale Bessarione e il Messale Romano per la Cattedrale di Mantova, nei quali le forme assunsero maggiore pienezza con effetti che ricordano da vicino le tendenze barocche. Produsse codici miniati per i committenti più in vista dell'Italia settentrionale, usando uno stile originale ispirato alla vena grottesca ed espressiva del gotico internazionale.
A questo lessico Belbello si mantenne fedele per tutta la sua lunga carriera, fino a circa il 1470.
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