di Francesco Franco - (Treccani.it)
Michis, Pietro. Nacque a Milano il 12 agosto 1834 da Giovanni e da Carolina De Bernardi.
Frequentò il ginnasio, poi l’Accademia di Brera e nelle opere giovanili si riconosce il debito stilistico nei confronti del maestro Bertini anche se, secondo la critica, gli impasti cromatici del Michis erano più forti di quelli del Bertini stesso, del quale però non possedeva l’eleganza.
Il Michis volgeva allora la propria attenzione anche allo studio delle opere di maestri del passato, soprattutto di G.B. Tiepolo, e alle ricerche pittoriche dei propri contemporanei.
Dal 1861 iniziò a esporre annualmente all’Accademia di Brera, e in seguito anche alle Promotrici di Torino e di Genova. Le sue opere rientrano nella corrente del romanticismo storico e frequentemente traggono i propri temi da opere letterarie.
La pittura, nella prima fase della sua attività, appare quasi sempre «levigata», senza che siano evidenti le tracce delle pennellate. Il disegno è molto netto, sia nelle figure sia nei panneggi, forgiati classicamente e irradiati da una luce molto teatrale.
Nel 1868 sposò la pittrice Maria Cattaneo con la quale si dedicò anche alla pittura di genere.
Negli atti dell’Accademia si rimprovera all’autore di non aver curato lo sfondo, i personaggi secondari e la prospettiva; tutte scelte stilistiche finalizzate a concentrare l’attenzione dell’osservatore sulla scena in primo piano.
Nel 1880, periodo in cui veniva paragonato dalla critica a maestri italiani come Tranquillo Cremona, vinse il concorso della Civica Scuola di pittura di Pavia.
Fu preferito al più famoso Filippo Carcano, perché quest’ultimo era considerato troppo aperto alle teorie divisioniste. Il Michis venne ritenuto idoneo per il metodo didattico più tradizionale e il maggior livello di cultura rispetto al suo concorrente.
Dagli anni Ottanta si dedicò quindi alla didattica senza rinunciare a un’intensa attività espositiva, soprattutto presso le Promotrici di Genova e di Torino, dipingendo ritratti su commissione, scene di genere e paesaggi di Venezia, Vicenza e del Varesotto, territorio dove era solito soggiornare insieme con la moglie.
Nei Civici Musei di Pavia si conservano vari studi e opere. Si tratta di disegni a matita, a carboncino, studi a olio su cartone e su tela, raffiguranti soggetti storici, vedute di città, particolari architettonici e interni.
Nel 1900 venne messo a riposo dall’insegnamento presso la Civica Scuola di pittura di Pavia, per una malattia oculistica e per i suoi metodi d’insegnamento ormai non più aggiornati e attestati su posizioni accademiche.
Due anni dopo la scomparsa della moglie, il Michis morì
a Milano il 24 nov. 1903.
PIETRO MICHIS