Pavia e dintorni  -  La trazione animale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UOMINI, CARRI e CAVALLI

da AVIS Pavia - 2009
 

Al mattino presto, ai primi chiarori dell'alba, ci fosse il sole o la pioggia, la nebbia o la neve, il carrettiere entrava nella stalla e governava il proprio cavallo.

Una bella strigliata al manto e una bella lustrata con la spazzola di saggina sulle gambe, quasi un massaggio per rinvigorire la muscolatura. Nel frattempo l'animale faceva colazione con un sacco di fieno legato al muso o una bracciata nella greppia.

Dopo aver abbeverato il cavallo, il carrettiere lo rivestiva con i finimenti, gli metteva il reggitirelle con il sottopancia, il portastanghe con i due anelli, l'imbracatura e gli infilava il collare attorno al collo.

Durante la stagione estiva copriva le orecchie del cavallo con cappucci di tela bianca, per ripararle dalle punzecchiature delle zanzare, dei mosconi e dei tafani. Poi attaccava il cavallo al carretto e, per ultimo, metteva il morso, le briglie e il paraocchi.

Aveva così inizio la giornata lavorativa del carrettiere.

Ogni carrettiere portava, sotto il piano d'appoggio del carretto o del carro, una tela cerata in cui, prima di partire al mattino, veniva messa una bracciata di fieno per nutrire il cavallo durante le soste prolungate. A fianco vi era anche il secchio per attingere acqua, dai pozzi o dai fossi, per abbeverare il quadrupede.

Attaccato ad un anello, sulla stanga sinistra, vicino alla sponda del carro, veniva messo un fagottino contenente un poco di pane e, ancor meno, di companatico, di solito il resto della cena della sera precedente, oltre a un fiasco di vino annacquato che doveva servire, quale sostentamento, per la giornata di lavoro.

Non veniva mai dimenticata nemmeno la lanterna sul retro del carro che era costituita da un telaio di legno o di ferro, dell'altezza di 20/30 centimetri, ricoperto di grossa tela.

Di notte vi veniva acceso un candelotto o un lumicino ad olio.

Assicurata con quattro catene pendeva sotto il carro una tavola che serviva al carrettiere per sdraiarsi durante l'eventuale notte da trascorrere lontano da casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver consegnato la merce trasportata e dopo tante ore di strada dall'alba al tramonto, con il carro ormai vuoto, il carrettiere si incamminava verso casa. Il cavallo conosceva la strada e, di solito, senza alcun ordine o guida, arrivava davanti alla porta della sua stalla.

Il carrettiere scendeva dal carretto, staccava il cavallo dalle stanghe, gli toglieva i finimenti, lo abbeverava, poi apriva la porta della stalla ed il cavallo, con passo svelto, entrava ed andava immediatamente alla greppia, già colma di fieno.

La moglie del carrettiere, nel frattempo, durante la giornata, aveva sistemato la stalla, con la passione e l'impegno come se avesse governato la casa, perché conosceva l'importanza di mantenere sano il cavallo, spesso unica fonte di guadagno per la famiglia.