La nostra città, per il fatto di essere in una posizione strategica e geografica ottimale, prima dell'avvento dei moderni mezzi di trasporto e dell'apertura delle grandi strade di comunicazione, in pratica sino al secolo XIX, è stata un importante nodo nel settore delle comunicazioni e dei trasporti.
Il porto fluviale sul Ticino costituiva la tappa più importante nella navigazione commerciale fra il lago Maggiore e il mare Adriatico, il naviglio Pavese permetteva di trasportare le merci e soprattutto gli inerti per le costruzioni edili a Milano, le strade collinari garantivano una veloce comunicazione fra i porti Liguri e l'entroterra padano, tappa obbligata per il raggiungimento degli altri paesi Europei.
Per tali motivi la nostra città dedicò una particolare attenzione allo sviluppo del sevizio trasporti, sia in ambito urbano, sia in quello extraurbano.
Pavia, quale importante tappa di passaggio nel percorso ferroviario da Milano a Genova, vide la realizzazione e inaugurazione del primo tratto ferrato fra Pavia e Milano nel 1862.
Tale linea si diramava dalla preesistente Milano – Piacenza nella stazione di Rogoredo e fu connessa, nella stazione di Pavia, alla linea per Alessandria, permettendo così di realizzare un primo itinerario da Milano a Genova.
Fine '800 - Il casello di V.le Indipendenza
Fine '800 - La stazione ferroviaria di Pavia (senza l'orologio)
Nello stesso anno fu inaugurato il nuovo edificio della Stazione.
Pochi anni dopo si decise di realizzare la tratta da Pavia a Voghera, in modo di abbreviare l'itinerario Milano – Genova evitando il passaggio per Alessandria.
Tale tratta, che comprendeva l'impegnativo attraversamento del fiume Po, con un ponte in struttura metallica nei pressi di Bressana, venne aperta il 14 novembre 1867. ( a lato la foto del ponte)
Un anno prima, nel 1866, Pavia veniva collegata a Casalpusterlengo con una linea a binario unico. Tale linea sarebbe stata successivamente prolungata sino a Codogno inserendosi nella tratta sino a Cremona.
Inizio '900 - La stazione ferroviaria di Porta Garibaldi
sulla linea Pavia - Cremona)
Per facilitare il raggiungimento della futura stazione ferroviaria, secondo le cronache dell'epoca, sabato 4 dicembre 1858 nasceva nella nostra città il primo servizio pubblico di trasporto passeggeri, che collegava il centro con il piazzale della nascente stazione ferroviaria.
Il servizio era affidato a quei caratteristici veicoli dell'Ottocento che, nel gergo popolare pavese, erano chiamati "brüm" dall'ideatore inglese lord Brougham che, per primo, fece costruire per uso personale una carrozza chiusa e molleggiata, trainata da un solo cavallo.
Le prime due carrozze pubbliche iniziarono il servizio posteggiate una in piazza della Legna, oggi piazza Italia, l'altra vicino al Ponte Vecchio.
Alla fine dell’ottocento le cosiddette "cittadine", nuovo appellativo delle carrozze, erano già diventate una ventina; con una lira si poteva raggiungere la stazione ferroviaria dal centro cittadino.
Fine '800 - I Brüm parcheggiati davanti all'Università.
L’attività dei “brumisti” si ridusse notevolmente con l'entrata in servizio, nel 1892, del cosiddetto "tram" di Del Bò, al quale si poteva accedere con la modica spesa di 10 centesimi.
Il tram della ditta Del Bò era un modestissimo omnibus con salita e discesa posteriori, tinteggiato di giallo e trainato da due cavalli: in pratica era una diligenza leggera con una fila di finestrini da entrambi i lati, adatta per circolare in città.
Anche a Pavia, come in altre città, il servizio svolto dagli omnibus era soggetto ad una severa regolamentazione: all'esterno del veicolo doveva essere esposta l'indicazione dei due capolinea e la portiera doveva indicare il numero massimo dei posti; infine, all'interno della vettura, doveva essere esposta la tabella dei prezzi.
Inizio '900 - Il tram di Del Bò
Pavia, a fine ‘800, sia per necessità di lavoro, sia per motivi di studio, aveva parecchie necessità di contatti con Milano e soprattutto con le varie località lungo il percorso.
Venne così realizzata e inaugurata il 1° Agosto 1880 la linea ferroviaria, a vapore, a scartamento ridotto, costituita da un solo binario, sulla sede stradale della strada statale dei Giovi, nella tratta tra Pavia e Milano.
Il tratto urbano prevedeva la partenza da piazza Petrarca, il Capolinea pavese , quindi il tratto di viale Matteotti verso il Castello, viale XI Febbraio e oltrepassata Porta Milano, il raggiungimento della strada statale in quel di cascina Campeggi.
Il suo nome era Ferrovia del Ticino ma tutti la chiamavano "Gamba de lègn" o "Ciculatera", perché la locomotiva, con il suo incedere lento e i suoi gorgoglii così diversi dai vigorosi «ciuff ciuff» che emettevano i treni più giovani, assomigliava a una vecchia caffettiera.
Il Gamba de lègn imbocca Viale Matteotti, sullo sfondo palazzo Devoti
La sua massima velocità era di 18 Km. all'ora e considerando le soste, le frenate, le ripartenze, i saluti, ed il fatto che la tratta Pavia - Milano misura una quarantina di chilometri, il viaggio completo nei primi anni di vita della ferrovia durava quasi mezza giornata, alla fine intorno alle due ore.
Sulla base del successo del “Gamba de lègn” nel 1884 fu inaugurata la nuova linea tranviaria a vapore Pavia - Albuzzano - Sant’Angelo Lodigiano.
Il capolinea di partenza da Pavia era in Borgo Calvenzano e il soprannome del trenino era "Fanfulin" in onore e memoria di Fanfulla da Lodi.
L’armamento di questa linea era più debole della Milano - Pavia, tanto che sulla Pavia - Sant’Angelo operavano locomotive di minor peso e carri merci con minor portata.
L’ultimo viaggio del “Fanfulin” avvenne nel 1934 mentre la linea Pavia – Milano fu soppressa il 29 Febbraio 1936.
Il Gamba de legn all'uscita di Viale XI Febbraio
L’argomento trasporti era da tempo nell’agenda dell’Amministrazione Comunale Pavese: il Consiglio Comunale di Pavia, già da inizio ‘900 aveva in programma la realizzazione di un’Azienda Municipalizzata per offrire alla cittadinanza i servizi fondamentali: gas, acqua e trasporti.
Nel 1903 venne costituita l’Azienda “Officine Gas Comunali”. Quella di Pavia fu una delle prime municipalizzate del nostro Paese e poco dopo si dedicò al problema dei trasporti, attivandosi per la realizzazione di una linea tranviaria elettrica che potesse sostituire efficacemente il servizio di omnibus a cavalli interno alla città.
Il progetto per la costruzione di una tranvia venne portato in Consiglio Comunale nel 1911: dopo una seduta movimentata venne presa la decisione di far esprimere un parere direttamente alla cittadinanza.
Il referendum fu fatto l'anno successivo e quasi all'unanimità la cittadinanza approvò il progetto di realizzare la linea tranviaria urbana.
Così, il trasporto pubblico pavese che , sino ad allora era monopolio della trazione animale, nel 1913 vede l’avvento della prima tranvia elettrica su un percorso trasversale est-ovest da viale Gorizia alla stazione ferroviaria.
Rimessa dei tram in Viale Gorizia Tratto finale verso la stazione
Linea verso San Pietro e la Snia Viscosa
Il tram chiede di passare al Demetrio
Il servizio impegnava dodici elettromotrici del tipo Edison acquistate usate a Milano.
Nel periodo fra le due guerre le linee furono ampliate arrivando sino a San Pietro in Verzolo, servendo anche lo stabilimento della SNIA Viscosa, e successivamente raggiungendo il Policlinico San Matteo e gli Istituti universitari, l'attuale Cravino.
Linea verso il Policlinico
Intanto nel 1928 l’Azienda estese la gestione dei servizi pubblici locali al settore dell’acqua e quindi all’acquedotto, cambiando la denominazione in “Aziende Municipalizzate di Pavia”.
Negli anni successivi il secondo conflitto, Pavia si sviluppò territorialmente in due direzioni: i quartieri a nord, lungo via Olevano e a sud, al termine di via dei Mille, appena oltre il canale Gravellone.
Il capolinea della filovia in via Olevano
Per rispondere ai nuovi bisogni di mobilità della città, il Comune decise di integrare la tranvia con una nuova linea nella direzione nord-sud ed il 3 febbraio 1952 entrò in funzione la linea filoviaria Via Olevano-Bivio Gravellone.
Su tale percorso l’Azienda Municipalizzata cittadina impiegava otto filobus.
Nel 1957 la linea filoviaria venne prolungata per raggiunse anche Mirabello, anche se, per le “cadute di tensione” che qui si generavano, per la sua lontananza dalla sottostazione elettrica di alimentazione della linea ubicata nel centro storico, il servizio dovette essere presto sostituito con autobus.
Il 14 febbraio 1954, dopo oltre quarant’anni di funzionamento, i tram elettrici urbani vennero ritirati dal servizio e sostituiti con gli autobus della linea n. 3, tuttora la più importante della rete.
Negli anni successivi altre autolinee si aggiunsero formando una rete articolata a favore dei quartieri periferici e delle zone industriali: la 2 per Sora, la 4 per Crosione, la 5 per lo stabilimento Necchi e la Gramegna.
1960 - La vecchia rimessa dei tram ospita i nuovi autobus
La necessità di intervenire radicalmente sugli impianti fissi e sulle vetture, portò alla decisione di abbandonare totalmente anche il servizio filoviario: dal 15 giugno 1968 anche la linea 1 venne quindi gestita con autobus.
Di seguito una panoramica dei mezzi in circolazione urbana.
In piazza Castello Alla Minerva Al Ponte Coperto
Nel 1977 la rete urbana venne ristrutturata con la realizzazione del progetto di "pedonalizzazione" del centro storico, uno dei primi in Italia.
Nel 1981 il servizio di autobus urbani raggiunse i comuni della prima cintura di Pavia: San Martino, Travacò, San Genesio e Mezzana Corti.
Le esigenze cittadine richiesero sempre il massimo impegno dell'Amministrazione Comunale che negli anni seguenti introdusse autobus a basso impatto ambientale per un trasporto pubblico ecologico e altri di dimensioni ridotte, adatti alla circolazione nelle strade del centro urbano.
La seconda metà del '900 è stato il periodo nel quale, oltre alla rete cittadina, si è sviluppata la rete di autoservizi provinciale, che in pratica collegò il capoluogo con le principali località della provincia stessa.
Le fotografie degli automezzi che si sono, via via, succeduti sino a fine secolo nel percorrere le nostre strade sono un chiaro esempio dell'evoluzione tecnologica dei mezzi stessi e di conseguenza del sempre maggior confort offerto ai passeggeri.
E qui finisce il passato dei trasporti pavesi ....
il resto è davanti a noi ... è presente.