LE MONDINE                                                               Tratto da: Wikipedia l'enciclopedia libera

 

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Il lavoro della monda, molto diffuso nell'Italia settentrionale, tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, consisteva nello stare per intere giornate con l'acqua fino alle ginocchia, a piedi nudi e con la schiena curva per togliere le erbacce infestanti che crescevano nelle risaie e che disturbavano la crescita delle piantine di riso.

Si trattava di un lavoro molto faticoso, riservato quindi a donne di bassa estrazione sociale, provenienti in genere dall'Emilia-Romagna, dal Veneto e dalla Lombardia, che prestavano la propria opera soprattutto nelle risaie delle province di Pavia, Vercelli e Novara.

L'abbigliamento consisteva in:

  • calze di filanca e fazzoletto tirato sul viso, a protezione contro le punture dei numerosi insetti infestanti questi ambienti palustri

  • cappello a larghe tese per riparo dal sole

  • calzoncini o mutandoni

Le condizioni di lavoro erano pessime: l'orario era pesante e la retribuzione delle donne era molto inferiore a quella degli uomini.

Questo fece crescere il malcontento che, nei primi del '900 sfociò in agitazioni e in tumulti.

La principale rivendicazione, ben riassunta dalla canzone Se otto ore son troppo poche, mirava a limitare ad otto ore la giornata lavorativa e riuscì ad ottenere alcuni risultati tra il 1906 e il 1909, quando interi comuni del vercellese approvarono regolamenti che accoglievano questa rivendicazione.

Il lavoro delle mondine  ha sempre colpito l'immaginario popolare e ha ispirato molti canti popolari, oltre che opere letterarie e cinematografiche.

 

 

 

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Fotogramma da Riso amaro (1949).