La chiesetta è stata costruita nel 1745 dai Parodi, proprietari del fondo a quell'epoca. Fu dedicato alla Madonna Assunta e ai Santi Giacomo, Siro e Agostino.

 

Siamo negli anni '80 del novecento ed iniziamo la nostra visita agli oratori campestri della diocesi pavese.

Ci incamminiamo sulla strada provinciale Pavia - Bereguardo e a  destra ed a sinistra ci fiancheggiano cascinali, un tempo operosi già all'alba... oggi alquanto mortificati dall'abbandono.

In alcuni di questi cascinali c'è pure una chiesetta per il servizio liturgico domenicale, a disposizione dei contadini lontani dal centro parrocchiale.

Abbiamo incontrato e visitato per primo Vignate a poco meno di due kilometri da Pavia.

L'origine del toponimo si commenta da se: terra in gran parte coltivata a vigneti, allora abbondanti nella campagna pavese, insieme ai gelsi per l'allevamento del baco da seta.

Il territorio nel passato dipendeva dalla parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio che, con bolla del 16 maggio 1542, Papa Paolo III aveva concesso ai frati del Terz'Ordine di San Francesco, i quali per due secoli attesero alla vasta parrocchia che si estendeva fino a Santa Sofia.

Quando quest'ordine fu soppresso da Giuseppe II con gran danno della cura delle anime, Vignate, nel 1783 passò alla nuova parrocchia di San Lanfranco e in tale data non aveva una cappelletta.

 

 

 

Ad innalzarla pensarono i proprietari del possedimento, i Parodi, una illustre famiglia di Pavia, di profondi sentimenti religiosi e caritatevoli e un merito particolare va attribuito al prof. Giacomo Parodi ( 1693-1779) che volle assecondare il desiderio di suo padre Siro Agostino innalzando una cappella dedicandola alla Madonna Assunta e ai Santi Giacomo, Siro ed Agostino, con atto testamentario del 30 giugno 1773, notaio Emilio Porta.

La chiesa sorse nel 1745, come ci viene ricordato da una graziosa lapide di marmo bianco a forma mistilinea, tuttora applicata sopra la porta della chiesetta.

Sormontata dalla mezza figura del Padre Eterno, essa ci ricorda la magnificenza del Parodi , che fu professore di Giurisprudenza nella nostra Università, studioso di Storia Patria e sepolto in Cattedrale con la sepoltura dei poveri.

 

Il Parodi, non solo eresse l'oratorio e lo dedicò alla Vergine Assunta ed ai SS. Protettori, ma la dotò anche di alcune pertiche di terreno e di un reddito annuo di Lit 211. La ornò con una facciata che si presentava movimentata da lesene leggere attraversate orizzontalmente da fasce marcapiano e, al centro, un rosone finestrato, tipico dell'età barocca.

 

 

 

Entrando nell'oratorio si vedevano le antiche balaustre da cui furono asportate due colonnette. In alto, a destra e a sinistra, c'erano due balconcini su cui erano collocate due statuette di gesso, di San Giuseppe e di Sant'Antonio da Padova.

E' rimasto intatto l'altare di marmo che porta i segni della avvenuta consacrazione e come pala d'altare è un quadro di fattura settecentesca della Madonna del Rosario, firmato TAF.

Tale quadro è stato restaurato nel 1962 dal pittore Attilio De Paoli da Carbonara e benedetto il 1° novembre di quell'anno, con celebrazione della Santa Messa officiata dal Vescovo mons. Allorio.

Fino a metà novecento si celebrava nei giorni di festa la S. Messa per gli abitanti del luogo.

 

 

 

Uscendo dalla chiesetta, siamo allietati dallo scorrere del ruscello li accanto che è una diramazione della roggia Bergonza...

Beato lui che in quel punto, corre via più veloce che mai, per non ricordare come era una volta la Chiesetta...

 

 

 

 

Oggi l'intero cascinale si trova in una condizione di totale degrado e a nulla sono serviti i numerosi interventi per tentare di salvare almeno la struttura della Chiesetta per permettere successivamente un possibile restauro.

 

 

 

 

LA CAPPELLA

SETTECENTESCA

DI VIGNATE

 

sulla

 strada provinciale

 Pavia - Bereguardo

 

Pavia e dintorni - Alla riscoperta degli Oratori campestri