La presenza dei Certosini è rilevabile dallo stile della chiesetta e del cascinale.

La Brusada è una bella cascina che riflette ancora l'opulenza di un tempo, quando, per quattro secoli, fu possesso dei frati della Certosa: ampia corte, casa padronale preceduta da un profondo porticato ed un bell'oratorio, degno di figurare in città.

 

Il suo toponimo può riferirsi ad un fatto epico in tempi lontani, in cui lo scontro tra due fazioni contendenti magari tra Pavesi e Milanesi, provocò l'incendio dell'abitato. Secondo altri invece si denominò così perché era località dove si bruciavano le stoppie in una zona di brughiera.

Brusada, con molto terreno intorno e cascinali, nel 1397 fu donata da Gian Galeazzo Visconti ai Certosini e da allora, nei documenti ufficiali e nei contratti, si chiamò «Cassina fratrum Carthusiae».

Aveva una chiesetta dedicata ai tre Re Magi. I monaci lasciarono qui segni inconfondibili della loro presenza e del loro possesso.

Chi visita per la prima volta Brusada resta colpito dall'ottimo stato di conservazione e perfettamente funzionante in cui trova la casa padronale.

 

 

L'oratorio con ogni probabilità fu ricostruito  nel tardo Cinquecento: è del primo barocco,  molto semplice. Poco mossa risulta la facciata con lievi lesene.

La nicchia, con la scultura di san Brunone è attribuita a Cristoforo Mantegazza, il portale in serizzo e la finestra sono posizionate in asse sulla facciata. La muratura originaria risulta interamente intonacata; ben in evidenza il cornicione decorativo tondeggiante della facciata in prossimità della gronda, specie sul fronte est.

 

 

 

L'interno si presenta a tre campate a volta, con un presbiterio e con un altare prestigioso di marmo. Entro una cornice a quattro colonne sormontata da una cimasa mistolinea è raffigurata l'adorazione dei Magi e, sotto la dicitura «sub tuum praesidium », sta la pala della Madonna con ai lati San Brunone e Sant'Antonio del Deserto che nelle iconografie del tempo è rappresentato con la fiamma ad esprimere il suo potere contro il fuoco sacro, le fiamme dell'inferno e gli incendi.

 

Brusada, nel suo toponimo, voleva esprimerne la devozione.

 

 

Inoltre il presbiterio, abbellito da buona prospettiva, presenta una graziosa cupoletta che raffigura lo Spirito Santo in forma di colomba. Caratteristico anche l'affresco di Sant'Anna e di Sant'Elisabetta rispettivamente con Maria Bambina e San Giovannino. Numerosi affreschi decorano le pareti della piccola navata  con le lesene che si concludono con capitelli floreali prima di raggiungere il cornicione.

Essi ritraggono santi e beati certosini: partendo dal presbiterio, a destra, troviamo San Antelmo, San Bernardo, il beato Guglielmo e la beata Margherita; a sinistra invece San Ugo, San Nicolò Albergati, il beato Gerardo e la beata Rossellina.

 

 

Aggiungiamo, come segni certosini minori le due vaschette marmoree per l'acqua santa con il monogramma certosino e la data 1574.

Tutto insomma concorre a fare di questa chiesetta un gioiello incastonato nel verde dei campi.

 

 

ORATORIO DI

BRUSADA

 

UN GIOIELLO INCASTONATO NEL VERDE DEI CAMPI

 

Pavia e dintorni - Alla riscoperta degli Oratori campestri