SAN TEODORO
La chiesa sorge su un terrazzamento naturale digradante verso il Ticino in una zona della città anticamente abitata da pescatori e barcaioli che svolgevano le loro attività lungo il fiume.
È probabile che proprio le associazioni corporative di questi mestieri abbiano avuto una parte decisiva nella costruzione della chiesa dedicata al santo che veneravano come patrono e che fu Vescovo di Pavia alla metà dell'VIII secolo.
La basilica di San Teodoro è una chiesa di impianto tardo romanico situata nel
centro storico di Pavia.
Risalente al XII secolo, l'aspetto originario è stato ripristinato con i restauri effettuati a cavallo del Novecento.
STORIA
La basilica fu edificata su una precedente chiesa altomedievale dedicata a sant'Agnese. Successivamente la basilica, dopo che vi furono trasferite le spoglie, venne intitolata a san Teodoro.
La chiesa fu rimaneggiata nel 1510 e nel 1692-1693; infine è stata riportata nelle forme originarie coi restauri del 1887 e del 1904-1909.
ARCHITETTURA
San Teodoro è stata edificata in stile tardo romanico in cotto lombardo.
Ha impianto basilicale con tre absidi, di cui quella centrale è più profonda, articolato in tre navate coperte da volte a crociera rette da pilastri cruciformi di tipo romanico non perfettamente allineati.
Le campate corrispondenti al transetto hanno volta a botte.
La navata centrale è larga il doppio di quelle laterali.
Al di sopra del transetto è posto il tiburio, suddiviso in una parte inferiore, costituita da una galleria di archi su colonnine, e da una superiore di dimensioni inferiori. Il tutto è sovrastato da una lanterna cinquecentesca.
La parte orientale è costituita da tre absidi con il motivo ricorrente della galleria di archetti pensili.
Sul lato meridionale sono disposti la sacrestia e il campanile della metà del XVI secolo.
LA FACCIATA
Durante i restauri della facciata sono stati ripristinati il profilo a capanna, la galleria superiore ed è stata aperta una trifora che ha preso il posto del rosone cinquecentesco.
Sulla facciata vi sono numerosi bacini ceramici presenti anche nelle altre
chiese romaniche pavesi, ad esempio la Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro.
INTERNO
L'interno è a tre navate. Il presbiterio è rialzato sulla cripta risalente al
XIII secolo.
Nel transetto sono affrescate le Storie di Sant'Agnese e di San Teodoro, opera di un ignoto artista degli inizi del cinquecento.
Sulla parete del transetto di destra è affrescata la vita e i miracoli di S. Agnese.
Si tratta di sei quadri disposti su due registri, di cui tre
accompagnati da didascalie: Il figlio del Prefetto si innamora della giovane
nobile romana Agnese, le offre gioielli, ma lei lo respinge; Il prefetto
conosciuta la causa dell'infermità del figlio vuole che Agnese lo sposi; Agnese
rifiuta il sacrifico alla dea Vesta e fa crollare un idolo; è portata in un
luogo pubblico per essere linciata; spogliata, viene miracolosamente avvolta da
un mantello da un angelo; Il figlio del prefetto nel tentativo di insultare
Agnese, è soffocato dal diavolo; il giovane è a terra morto; il figlio del
prefetto è resuscitato da Agnese; Agnese è condannata al martirio; Agnese esce
illesa dal rogo, ma è pugnalata al collo.
Sulla parete sinistra del transetto si trova l'affresco con la storia di san Teodoro, realizzato nel 1514 nell'ambito del rinnovo della decorazione della chiesa voluto da Luchino Corti, come attesta l'iscrizione posta nella cornice superiore.
Il ciclo è composto da 12 riquadri, disposti in tre fasce con scene descritte nei minimi particolari e ogni episodio è accompagnato da una didascalia posta sotto il dipinto.
Il ciclo si basa sulla tradizione che vuole Teodoro salvatore della città longobarda, assediata invano da Carlo Magno in quanto protetta con miracoli dal suo vescovo.
La storia illustrata del Santo inizia con un angelo che appare al re longobardo Desiderio per suggerirgli l'elezione di Teodoro a vescovo di Pavia e si conclude con la sua morte.
In realtà Teodoro, vescovo di Pavia tra il 770 e il 785, visse i primi anni in esilio e rientrò in città dopo la vittoria dei Franchi nel 774.
Interessanti sono alcune scene in cui sono rappresentati particolari della città dell'epoca. Due fasce, sopra l'arco di accesso al transetto e sopra il catino absidale di sinistra, rappresentano la morte di san Teodoro e il suo funerale.
ALTRE OPERE
Davanti della cripta è collocata una statua marmorea policroma risalente al Trecento di San Teodoro che reca in mano la rappresentazione simbolica della città di Pavia. Sui pilastri della chiesa sono presenti numerosi affreschi votivi del XIII secolo.
Nella prima campata della navata sinistra, dietro il battistero, vi sono due affreschi con viste di Pavia (1522) attribuiti a Bernardino Lanzani.
Sempre di Bernardino Lanzani il Trittico dell'Ascensione, con i Santi Teodoro, Siro, Agnese e Agostino.
Poco sotto la scritta:
"Il tuo popolo o Teodoro protetto dal tuo aiuto consacrò questo quadro
rifulgente di virginea stella nell'anno 1513"
Un'altra opera proveniente dalla demolita Chiesa di S. Elena , esistita a Pavia nell'attuale via Bernardino da Feltre è la
"Adorazione dei Magi".
Si tratta di un olio su tela dipinto da Carlo Sacchi alla fine del XVII secolo.
Nel 1998, durante i lavori per il rifacimento dell'impianto di riscaldamento, nella prima campata della navata destra, è stato scoperto un mosaico medievale con scene contornate da fasce con motivi decorativi e iconografici tipici del repertorio romanico. Il mosaico potrebbe essere stato ricoperto a causa di interventi dovuti ai cedimenti del terreno verificatisi in questa parte della chiesa.
ALTARE MAGGIORE
L'altare maggiore custodisce le spoglie di San Teodoro. L'altare
reca un paliotto con cinque tavolette ad olio, attribuite a Perin del Vaga, che
presentano episodi della vita del santo.
CRIPTA
La cripta ospita l'arca in granito di San Teodoro e il monumento funerario del
prevosto Luchino Corti, della prima metà del Cinquecento.
Sulle pareti sono presenti tracce d'affreschi quattrocenteschi. Sul fronte della cripta si conserva una parte consistente della decorazione originaria che, coperta da strati di intonaco e costruzioni successive, fu riportata in luce dai restauri.