I Monumenti di Pavia

CIMITERO MONUMENTALE                            Tratto da:  fonti varie e note di Riccardo Cavenaghi
 

Pavia - Monumenti

Così, come lo vediamo oggi nella foto, il nostro Cimitero cittadino ci appare come una pregevole opera monumentale, tuttavia le sue origini e la sua iniziale travagliata storia meritano di essere conosciute.

 

Nel 1788 l'Ospedale S. Matteo dovette procedere all'urgente espurgo dell'annesso cimitero nosocomiale, che si trovava a due passi, nel luogo dove sorge oggi la Banca Nazionale del Lavoro, ed era chiamato "Cimitero del Liano", perché affidato alla custodia dell'omonimo monastero, che aveva la propria sede nell'Università.

Praticamente il minuscolo cimitero era costituito da grandi fosse comuni, rigurgitanti di cadaveri.

Il trasporto delle salme dal "Liano" in altra località più idonea e appartata era effettuato mediante carri agricoli scoperti, che ammorbavano l'aria delle contrade e i becchini non si degnavano di raccogliere le membra e i teschi che rotolavano sulla strada per le scosse dovute al selciato sconnesso e non esitavano ad abbandonare i loro carri ai lati delle strade, quando si fermavano a tracannare vino nelle bettole.

Andò a finire che il comandante militare di Pavia fece arrestare tutti i becchini addetti a quel lavoro, intimando l'immediata sospensione dei lavori.

Si decise allora di cercare una località lontana dall'abitato per adibirla ad uso cimitero comunale. La scelta cadde casualmente sulla località di S. Giovannino, dove si trova tuttora. In quell'epoca la zona appariva ricoperta di bellissimi vigneti con al centro un'antica chiesetta, dedicata a S. Giovanni delle Vigne; siccome il piccolo tempio si era arricchito per le abbondanti elemosine dei fedeli, nacque il detto dialettale che

"S. Giuanin fa scòrta al dòm"

 (La chiesetta di S. Giovanni aiuta economicamente il grande Duomo: espressione usata per evidenziare i casi in cui in un confronto occasionale, i meno abbienti si mostrano più generosi dei ricchi)

I lavori per la costruzione del nuovo camposanto, consistenti in un semplice muretto ricoperto di tegole con un cancellaccio di ferro, furono portati a termine velocemente e l'inaugura/ione avvenne il 7 novembre 1798 con l'intervento di tutta la popolazione ed una solenne funzione religiosa officiata dal prevosto della parrocchia di S. Pietro in Verzolo.

A causa dell'ostruzionismo di un largo strato della popolazione, che non voleva i suoi morti sepolti lontano dalle chiese, per molti anni a S. Giovannino si tumularono solamente le salme dei morti all'Ospedale e dei poverissimi.

I nobili, il clero, gli artigiani ed i bottegai più ricchi facevano seppellire i loro morti (col beneplacito del Comune) esclusivamente nelle chiese e nei conventi, oppure nelle terre di loro proprietà.

Siamo nei tempi in cui il Foscolo, a seguito di una feroce critica del francese Monsieur Guillon al suo carme "I Sepolcri", rispondeva inviandogli una lettera in cui tuonava: "... A torto adunque la legge accomuna la sepoltura dei tristi e dei buoni, degli illustri e degli infami".

Per quasi cento anni il camposanto rimase poco più di un campo incolto.

All'interno non esistevano ripari dalle intemperie, il terreno appariva mal livellato e spesso era invaso dalle acque, le fosse erano scavate senza alcun ordine.

Finalmente si affrontò il progetto per la sistemazione definitiva e la trasformazione a cimitero monumentale. Ne ebbero l'incarico l'architetto Vincenzo Monti di Milano e, dopo la sua morte, il suo allievo professor Angelo Savoldi.

Il progetto fu approvato il 29 agosto 1879 e si diede corso ai lavori.

L,'atrio del monumento venne adibito a piccolo Pantheon dei pavesi più illustri, i cui nomi si trovano incisi su varie lapidi.

 

 

Arte scultorea al San Giovannino di Pavia

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ISTITUZIONI STORICHE

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Pavia - Viale S. Giovannino, 1