La cripta di S. Eusebio
SANT'EUSEBIO Tratto da: Guida storico artistica di Pavia
Chiese di Pavia (con resti, entro le vecchie mura)
Di questa chiesa, che fu per qualche tempo la cattedrale ariana di Pavia, si conserva soltanto la Cripta nel sottosuolo di piazza Leonardo da Vinci.
La costruzione della chiesa si fa comunemente risalire al tempo di re Rotari (636-652) ma l'esistenza, nell'interno della cripta, di capitelli d'arte ostrogota, lascia supporre che Rotari abbia ricostruito la chiesa sull'area di una preesistente cattedrale, di culto ariano, eretta dagli Ostrogoti.
Lo storico longobardo Paolo Diacono, dopo aver parlato della coesistenza del vescovo ariano e di quello cattolico in alcune città italiane, afferma che ancora ai suoi tempi si mostrava il luogo ove sorgevano la residenza e il battistero del vescovo ariano, accanto alla basilica di S. Eusebio.
Lo stesso storico riferisce che, verso la fine del regno di Rotari,il vescovo ariano di Pavia, Anastasio, si convertì con il suo gregge alla chiesa cattolica e più tardi, dal 658 al 681, divenne vescovo cattolico di Pavia. Dopo questo fatto, la basilica fu consacrata al culto cattolico.
Sembra che l'edificio avesse pianta basilicale, con tre navate di notevole lunghezza scompartite da otto grandi colonne marmoree. Non risulta che la chiesa sia stata ricostruita in età romanica.
Sappiamo però che essa fu restaurata nei primi anni del Seicento, mentre nel secolo seguente, minacciando rovina, fu demolita e integralmente ricostruita. Soppressa nel 1805, la chiesa fu atterrata nei primi decenni del Novecento.
La cripta, unica parte risparmiata dalla demolizione, si presenta come un tempietto coperto da volte a crociera con archi apparenti sostenuti da dieci elementi portanti che sono privi di base. Su questi dieci pilastrini e colonnette poggiano altrettanti capitelli di tipo tronco-piramidale ad alto fogliame di palma senza nervature ma con un contorno.
I capitelli sono sormontati da da un abbozzo di pulvino, più largo spesso dello stesso capitello, ma nascosto dall'imposta delle volte.
Gli studiosi hanno considerato questi elementi come appartenenti alla chiesa ricostruita da Rotari.
Per quanto riguarda la muratura della cripta, viene attribuita al secolo VII o alla fine del secolo VI. Le volte conservano interessanti tracce di affreschi romanici.
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ISTITUZIONI STORICHE ECCLESIASTICHE |
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La chiesa di San'Eusebio è attestata fin dagli anni 636-652; tra le fonti edite di carattere generale la parrocchia è citata nel 1250 nei documenti concernenti l'estimo pavese del secolo XIII; è menzionata tra le parrocchie di Porta Sancti Petri ad murum nelle Rationes decimarum del 1322-1323; compare nei rogiti del cancelliere episcopale Albertolo Griffi degli anni 1370-1420; è ricordata negli atti della visita pastorale compiuta nel 1460 da Amicus de Fossulanis e successivamente nella visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1576, quando si contavano tra i parrocchiani 400 anime da comunione; è elencata nel catasto teresiano degli anni 1751-1757. Nel 1769 il clero risultava composto da venti sacerdoti e otto chierici. Il 26 marzo 1784 le parrocchie di Sant'Eusebio e di San Romano vengono aggregate alla parrocchia di Sant'Innocenzo. Fu ripristinata nel 1788, in base al piano governativo di riduzione delle parrocchie nella città di Pavia, come definito dall'avviso 14 novembre 1788. In base al decreto 22 giugno 1805 sulla riunione delle parrocchie nelle principali città del regno d'Italia, che ebbe attuazione l'8 ottobre 1805, la parrocchia di Sant'Eusebio fu soppressa e unita alla parrocchia di San Francesco d'Assisi.
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Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/ |
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La chiesa di S.Eusebio è elencata nell' "Anonimo Ticinese", Cap.II° "Chiese entro il primo muro co' loro Corpi Santi" di Opicino de Canistris ( 10° ref.)". Dal Commentario dell'Anonimo Ticinese tradotto da P. Terenzio (1864). |
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