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Chiese in Pavia

SAN MARINO                                                                     Tratto da:  guida di Pavia F. Fagnani

Chiese di Pavia (aperte al Culto, entro le vecchie mura)

Secondo la tradizione, la chiesa fu fondata dal re Astolfo (749-756), che vi ripose un grandissimo numero di reliquie di Santi asportate da Roma.

Nel presbitero della chiesa attuale, un frammento di iscrizione del secolo VIII ricorda Gisulfo, custode della chiesa in età longobarda.

Largamente beneficata dai sovrani successivi, la chiesa era officiata dai benedettini stanziati nell’attiguo monastero, ricostruito nel secolo XVII.

Già a pianta basilicale, la chiesa fu rifatta in età romanica, epoca appunto a cui risale l’attuale campanile. Dell’edificio romanico non restano che scarse tracce perché i gerolamini, cui fu ceduta la chiesa nel 1481, la rifecero in gran parte nel corso del Cinquecento.

La facciata rimase incompiuta, ma rimane un disegno di tipo pellegriniano. La volta della prima cappella a destra, già di patronato della famiglia Bercio, conserva l’originale decorazione rinascimentale. La cappella ospitava una tavola di Gaudenzio Ferrari con la Vergine, il Bambino, San Giuseppe e un altro santo.

Nella seconda cappella a sinistra, sotto la mensa d’altare, si conservano scarse tracce di un affresco del secolo XIII con l’Ultima Cena e una mezza figura di San Bernardo.

Nel coro sono degni di nota gli eleganti stalli lignei quattrocenteschi, intagliati e dipinti a finte tarsie, provenienti da San Tommaso.

Al centro dell’abside, la tavola con la Madonna e il Bambino fra San Gerolamo e San Giovanni Battista, è opera del Giampietrino , di scuola Leonardesca. Il dipinto fu terminato il 21 Dicembre 1521e realizzato per effetto delle disposizioni testamentarie di Giovan Simone Fornari, morto il 6 gennaio 1506 e sepolto in San Marino.


Nel passato si parlò spesso dell'ipotesi che la chiesa di San Marino di Pavia ospitasse le Sacre Spoglie dell'omonimo Santo. Parecchie pagine furono scritte circa la veridicità o meno di quanto sopra e a volte le teorie contrapposte sfiorarono paradossalmente la polemica.

Molto recentemente, della materia si è occupato lo scrittore nostro concittadino Michele Chieppi che, dopo attenta e minuziosa analisi, ha tracciato una esaustiva soluzione al dilemma al punto che la Repubblica di San Marino, notoriamente avara nel dedicare spazi agli stranieri soprattutto nell'ambito di argomenti vicini alle proprie origini e istituzioni, l'ha pubblicata ritenendola oggettivamente fedele alla realtà storica.

Riteniamo doveroso ricordare che Chieppi è l'unico nome che compare fra gli stranieri nelle pagine online della storia Sanmarinese, nel settore dedicato ai contributi di studiosi esterni.

Nello spazio sottostante il link per accedere alla lettura dell'analisi di Michele Chieppi.    

 

 

Il Corpo di San Marino a Pavia ? -  Analisi storica di Michele Chieppi.  

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ISTITUZIONI STORICHE

La prima attestazione documentaria del monastero benedettino di San Marino di Pavia, denominato anche dei Santi Marino e Leone, risale al 14 ottobre 881 in un diploma imperiale di Carlo III. Nei secoli centrali del medioevo (IX-XII) il monastero riceve numerose donazioni imperiali e diplomi di immunità e conferma dei propri beni da parte degli imperatori Ugo, Enrico IV e Federico I.

Nel diploma imperiale di Federico I del 20 aprile 1155 il monastero risulta possedere beni a Lecco e Bergamo, e terre a Ottobiano. Nel 1281 il monastero di San Marino viene soppresso e l'edificio concesso ai frati domenicani.

Il convento di San Marino in Pavia dell'Ordine dei frati predicatori viene istituito con decreto del vescovo di Pavia Guido Zazzi del 30 marzo 1281. Nel 1304 i domenicani si trasferiscono nel convento di San Tommaso e i locali vengono concessi ai monaci benedettini.

Il monastero benedettino di San Marino di Pavia viene nuovamente istituito nel 1304, dopo il passaggio dei domenicani da San Marino a San Tommaso.Il monastero risulta infatti censito nelle "Rationes decimarum" del 1322. Nel 1481 il monastero di San Marino viene soppresso e l'edificio concesso ai frati gerolamini.

 

la parrocchia di San Marino è citata nel 1250 nei documenti concernenti l'estimo pavese del secolo XIII; è menzionata tra le parrocchie di Porta Pontis nelle Rationes decimarum del 1322-1323; compare nei rogiti del cancelliere episcopale Albertolo Griffi degli anni 1370-1420; è ricordata negli atti della visita pastorale compiuta nel 1460 da Amicus de Fossulanis e successivamente nella visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1576, quando si contavano tra i parrocchiani 200 anime da comunione e la cura delle anime era affidata ai monaci di San Girolamo; è elencata nel catasto teresiano degli anni 1751-1757.

In base al piano governativo di riduzione delle parrocchie nella città di Pavia, come definito dall'avviso 14 novembre 1788, la parrocchia di San Marino fu soppressa e unita alla parrocchia di San Michele Maggiore.

Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/

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La chiesa di S.Marino è elencata nell' "Anonimo Ticinese", Cap. II°  " Chiese coi loro Corpi Santi, entro le prime mura" di Opicino de Canistris  (67° ref.), aggiungendo la nota "edificata da Astolfo re dei Longobardi. Conserva i corpi dei SS. MM. Vito, Modesto e Crescenza, delle SS. Vergini e MM. Cecilia, Febronia ed Eufrasia Vergine, di S. Anastasia M., di parecchi SS. Innocenti e di S. Leone prete fratello di S. Marino; oltre il capo di S Barnaba apostolo. Dipendende dal monastero di Casa di Dio di Clermont.".

Dal Commentario dell'Anonimo Ticinese tradotto da P. Terenzio (1864). 

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