Pavia e dintorni – Da: Lombardia Beni Culturali

 

COMUNE DI COLLI VERDI

 

È stato istituito il 1º gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Canevino, Ruino e Valverde.
La sede municipale è situata nella località di Pometo, già capoluogo dell'estinto comune di Ruino.

 

VEDIAMO I SINGOLI COMUNI ESTINTI

 

CANEVINO

Il più antico documento riguardante Canevino è dell'816. In esso Walperto ff. Leone abitante a Cannavino, zio di Lea moglie di Marino (o Martino), dona alla nipote quanto possiede nel territorio piacentino a Maurasco, Morasco frazione di Pecorara oggi Alta Val Tidone e a Lubarinci presso il torrente Tidoncello.

Canevino è noto fin dal luglio 929, quando vi avvenne il transito da Bobbio a Pavia dell'arca con il corpo di San Colombano, quando tutta la zona apparteneva al monastero bobbiese.

Passò probabilmente sotto il dominio pavese nel 1164, pur non essendo nominato nel relativo diploma (che elenca probabilmente solo i castelli, sedi di signorie locali). Nell'ambito di tale dominio, ebbero la supremazia i Sannazzaro, signori della valle Scuropasso, e nelle successive suddivisioni di tale famiglia rimase alla linea di Cigognola, luogo situato all'imbocco della vallata di cui Canevino è alla testata.

Da allora Canevino rimase sempre una dipendenza di quel lontano feudo, nei successivi passaggi: dall'usurpazione dei Beccaria, alla concessione ai Visconti Scaramuzza, che tennero il feudo fino al XVIII secolo, quando passò per eredità ai D'Adda e infine ai Barbiano di Belgioioso, poco prima della fine del feudalesimo nel 1797.

Nel 1936 Canevino fu soppresso e fuso con Ruino, formando il nuovo comune di Pometo; nel 1947 fu ricostituito.

Nel 2018 è stata decisa tramite referendum la fusione, a decorrere dal primo gennaio 2019, con i comuni di Ruino e Valverde per dare vita al nuovo comune di Colli Verdi che nacque il 1° Gennaio 2019.

RUINO

Fino al 31 dicembre 2018 ha costituito un comune sparso autonomo, che al momento del suo scioglimento contava 700 abitanti. Il comune confinava con i comuni di Alta Val Tidone (PC), Borgoratto Mormorolo, Canevino, Fortunago, Montalto Pavese, Rocca de' Giorgi, Val di Nizza, Valverde e Zavattarello.

La sede municipale è situata nella località di Pometo, già capoluogo dell'estinto comune di Ruino.

Si trova nell'alta collina dell'Oltrepò Pavese, sul lato sinistro della valle del Tidone, nel nodo idrografico da cui si dipartono le principali dorsali collinari dell'Oltrepò. Nel territorio si trova il passo del Carmine, che mette in comunicazione le valli Coppa e Scuropasso con la Val Tidone.

Nel 1164 fu tra i centri dell'Oltrepò assegnati con diploma imperiale al dominio della città di Pavia; nonostante le successive conferme, forse Pavia non riuscì a consolidare il dominio su Ruino, che in effetti in seguito seguì le sorti di Zavattarello, capoluogo della valle, nelle infeudazioni da parte del vescovo di Bobbio ai Landi (1269), e ai Dal Verme conti di Bobbio e Voghera, signori di Borgonovo Val Tidone, Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni, della val Tidone e altri feudi, che dal 1372 ne ebbero ininterrottamente la signoria fino all'abolizione del feudalesimo (1797). Non faceva parte dell'Oltrepò Pavese propriamente detto, ma della giurisdizione dei feudi vermeschi, aggregati al Principato di Pavia.

Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, smembrato il circondario di Bobbio, passò alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna.

Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella cosiddetta marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva il ritorno in provincia di Pavia. Nel 1926 i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia e alla Lombardia.

Nel 1947 il comune di Pometo fu abolito e si riformarono i comuni di Canevino e Ruino. Tuttavia a Ruino restò il territorio di Montù Berchielli, e la sede comunale rimase a Pometo.

Nel 2018 è stata decisa tramite referendum la fusione, a decorrere dal primo gennaio 2019, con i comuni di Canevino e Valverde per dare vita al nuovo comune di Colli Verdi, nel quale la località di Pometo ha mantenuto il ruolo di capoluogo.

 

VALVERDE

Valverde nel 1634 è inserito come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).

Con il trattato di Worms del 1743 Valverde passò sotto il dominio di casa Savoia.
Con manifesto camerale del 9 novembre 1770 vengono stabiliti gli uffici di insinuazione, Valverde viene inserita nella tappa di Varzi (tappa insinuazione 1770).
Il 6 giugno 1775 viene approvato il regolamento per “le Amministrazioni de pubblici” ( Amministrazioni de pubblici 1775); pur non avendo reperita specifica documentazione relativa all’ordinamento comunale, si può ipotizzare che Valverde fosse amministrata da un sindaco e quattro consiglieri componenti il consiglio ordinario.
Nella compartimentazione del 15 settembre 1775 Valverde si trova inserita nel distretto di Voghera (editto 15 settembre 1775) nel manifesto senatorio del 29 agosto 1789 che stabilisce il riparto in tre cantoni della provincia di Voghera, Valverde, viene inserito nel secondo cantone di Varzi (riparto 1789).

Il prefetto del dipartimento di Marengo, in base alla legge del 28 piovoso anno VIII (febbraio 1800), nomina i maires e gli aggiunti della municipalità di Valverde con decreto del 23 fruttidoro anno IX (settembre 1801). Valverde viene inserito nel dipartimento di Marengo e nel circondario di Bobbio (decreto Campana 1801).
Il primo pratile anno X (maggio 1802) il prefetto del dipartimento di Marengo decreta la nomina dei consiglieri municipali in numero di 10 i quali dovranno restare in carica per tre anni (decreto Campana 1802).
Nel 1805 in funzione del rimaneggiamento dell’amministrazione ligure – piemontese voluta da Napoleone Bonaparte, Valverde con decreto del 13 giugno 1805 viene aggregata al dipartimento di Genova circondario di Bobbio (decreto 1805, ASC Casei Gerola).

L’amministrazione provvisoria della città e provincia di Voghera (manifesto 27 aprile 1814) ripristinava nei comuni l’antico regime con l’ordine di osservanza del regolamento amministrativo del 1775.
In base al regio editto del 7 ottobre 1814 per il nuovo stabilimento delle province dipendenti dal senato di Piemonte e della loro distribuzione in mandamenti di giudicature, Valverde veniva provvisoriamente inserito nel mandamento di Zavattarello appartenente alla provincia di Voghera (regio editto 1814, ASCVo).
In base al regio editto del 27 ottobre 1815 per il nuovo stabilimento delle province dipendenti dal senato di Piemonte e della loro distribuzione in mandamenti di giudicature e cantoni per le assise, Valverde veniva definitivamente inserito nel mandamento di Zavattarello appartenente al primo cantone della provincia di Voghera ( regio editto 1815, ASCVo), sede di intendenza e prefettura e appartenente alla divisione di Alessandria. Dipendeva dal senato di Genova, l’ufficio dell’insinuazione aveva sede in Bobbio e quello postale in Zavattarello.

Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra ferma” la comunità di Valverde viene inserita nel quarto mandamento di Zavattarello, provincia di Bobbio, divisione di Genova (regio editto 1818, ASC Casei Gerola).

Erano aggregate a Valverde le frazioni di Bozzola, Bernazio, Calghera, Casa d’ Andrino, Casa d’Agosto, Casa dei Porri, Casa di Pannateri, Casa del Leone, Casa dei Barbieri, Casa dei Fabiani, Casa dei Zanellini, Figgini, Molino d’Alberto, Mandasso, Monticelli e Poggio.
La popolazione conta 900 abitanti (Casalis 1853).

Nel 1859 Valverde con una popolazione di 907abitanti entra a far parte della provincia di Pavia, e viene inserita nel IV mandamento di Zavattarello del circondario di Bobbio (decreto 1859).

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Valverde con 907 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento IV di Zavatterello, circondario II di Bobbio, provincia di Pavia.

Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 956 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune. abitanti 980 (Censimento 1871); abitanti 947 (Censimento 1881); abitanti 840 (Censimento 1901); abitanti 879 (Censimento 1911); abitanti 989 (Censimento 1921).

Nel 1923 il comune di Valverde venne aggregato al circondario di Voghera della provincia di Pavia (R.D. 8 luglio 1923, n. 1726). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1929 il comune di Valverde venne aggregato al nuovo comune di Zavattarello Valverde (R.D. 3 gennaio 1929, n. 56).

Nel 1956 venne ricostituito il comune autonomo di Valverde disaggregandone il territorio dal comune di Zavatterello Valverde (D.P.R. 1° febbraio 1956, n. 124).

In base alla leggesull’ordinamento comunale vigente il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 645 (Censimento 1961); abitanti 538 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Valverde aveva una superficie di ettari 1.483.